L’agenzia Sport+Markt ha pubblicato un interessante report sui fornitori tecnici delle squadre europee, prendendo in esame cinque campionati: Bundesliga, Liga, Ligue 1, Premier League e Serie A. I dati si riferiscono alla stagione in corso, 2011-2012.
Il primo grafico analizza il numero delle sponsorizzazioni dei tre principali brand mondiali, Adidas, Nike e Puma, dal 2001-2002 al 2011-2012.
Adidas e Nike sono in posizione dominante con 18 team a testa, completa il podio l’italiana Kappa ferma a 8. Questi tre marchi sono gli unici presenti in tutti i campionati esaminati. Seguono nella top five Puma (7) e Umbro (6). In totale sono 98 squadre vestite da 26 aziende, l’unica a farsele in proprio è il Betis che dalla prossima stagione avrà Macron.
Il secondo grafico mostra i prezzi medi delle maglie da calcio a inizio stagione, versione manica corta, senza personalizzazione e taglia XL.
Abissale il distacco tra la Premier League, a quota 49,80 € con un incremento dell’1,50% rispetto al 2009-2010 e tutte le altre leghe.
L’Italia risulta essere la più cara d’Europa con un prezzo medio di 71,40 €, comunque vicina ai 71,20 della Ligue 1 e ai 70,33 della Bundesliga. Poco più staccata c’è la Liga con 64,38 euro, l’unica ad aver subito una flessione dell’1,50%.
Per spiegare i motivi di questi prezzi, sempre più improponibili specie in periodo di crisi, abbiamo deciso di fare tre domande ai marchi presenti in Serie A: Adidas, Asics, Erreà, Givova, Kappa, Joma, Legea, Lotto, Macron, Nike e Puma.
- Qual è il costo di una maglia dall’uscita dalla fabbrica e come si arriva al prezzo di listino di 60-70-80 euro?
- Perché la stessa maglia, persino di un club italiano, arriva a costare molto meno in Inghilterra?
- Una politica di prezzo inferiore non potrebbe combattere il fenomeno della contraffazione e favorirvi rispetto alla concorrenza?
Nelle prossime settimane pubblicheremo le loro risposte, sperando ci diano ascolto.
Vi invitiamo a discuterne nei commenti, proponendo anche altri quesiti.