La NBA, se mai ce ne fosse bisogno, torna a far parlare di sé con una mossa che ai più potrebbe sembrare una trovata pubblicitaria, ma che invece potrebbe segnare la strada del futuro per le divise delle trenta franchigie partecipanti al massimo campionato statunitense.
Ci riferiamo all’innovativa scelta, presentata lo scorso 11 febbraio, operata da Adidas (sponsor tecnico di tutta la lega in esclusiva fino al 2017-2018) in collaborazione con i Golden State Warriors, relativa all’esclusiva divisa da gioco a mezze maniche che ha debuttato nel match del 22 febbraio disputato alla Bay Arena di Oakland contro i San Antonio Spurs, e che proprio oggi i tifosi dei Warriors rivedranno alla partita contro gli Houston Rockets.
La divisa, poi, farà una terza e, ad oggi, ultima apparizione tra una settimana contro i Chicago Bulls del “nostro” Marco Belinelli.
Si tratta certamente di una mossa originale per un mondo, quello del basket, che di fatto ha nelle canotte da gioco un’icona che per alcuni (vedasi rapper o comunque VIP del mondo dello spettacolo) ha spesso rappresentato uno status symbol anche dell’abbigliamento di tutti i giorni.
Altrettanto certamente, però, vi è da dire che non è la prima volta che si assiste ad una scelta del genere: sino al 2002 la squadra dell’università di Evansville scendeva in campo con divise simili e addirittura negli anni ’40 e ’50 alcune tra le franchigie-simbolo della stessa NBA, come i Boston Celtics o i Seattle Supersonics del mitico Elgin Baylor, indossavano completini a mezze maniche.
Si tratta quindi, in un certo senso, di un ritorno alle origini come ciclicamente accade un po’ in tutti i campi, sebbene la collaborazione Adidas-Warriors sia partita ben 18 mesi fa.
La scelta della franchigia californiana è da ricercare nel fatto che sono una delle squadre più giovani, spettacolari, creative e aggressive (agonisticamente parlando) dell’intera NBA e che rappresentano una delle aree a maggior concentrazione in fatto di innovazione e cultura del progresso quale è la Baia di San Francisco.
Il frutto di questa intensa partnership è stata una maglia che è il 26% più leggera delle tradizionali canotte NBA, pur mantenendone le peculiari caratteristiche quali Revolution 30, ClimaCool e Formotion, tutte tecnologie già presenti nelle divise da gioco “classiche” degli altri team e che contribuiscono ad incrementare le performance e il comfort dei giocatori. Un altro aspetto molto interessante e senza dubbio da sottolineare è il fatto che le maglie sono prodotte per il 60% da materiali riciclati.
Secondo Lawrence Norman, vice-presidente della divisione Basketball di Adidas, “ad ogni giocatore piace avere su ogni campo da gioco uno stile unico“, e la conferma è arrivata proprio durante le prove sul campo prima del lancio ufficiale. Il rookie Harrison Barnes, ala dei Warriors uscita da North Carolina e selezionato al numero 7 dello scorso draft NBA, si è dimostrato entusiasta della scelta, dichiarando che “non vedevo l’ora di indossare la nuova maglia in partita quando Adidas ha iniziato a lavorare con noi al suo sviluppo. Adoro la vestibilità e lo resa sul rettangolo di gioco“.
E per il futuro? Di certo per quest’anno i Warriors avranno l’esclusiva, ma pare quasi sicuro che nella prossima stagione i Brooklyn Nets si esibiranno con un’analoga divisa. Pur essendo certo l’impatto agli occhi del pubblico, resta opinabile il gusto di ognuno.
A noi l’esperimento pare riuscito e piace, e a voi?