Nel mese di maggio che sta andando a chiudersi, il Club Universitario de Deportes ha degnamente festeggiato il suo giocatore più celebrativo, Teodoro “Lolo” Fernández, di cui ricorre quest’anno il centenario dalla nascita.
Tra le altre cose, il club di Lima e la Umbro hanno realizzato per l’occasione una speciale maglia, ispirata a quelle indossate a suo tempo dallo storico calciatore.
Prima di approfondire la conoscenza di questa particolare casacca, è doveroso porsi una domanda: chi era Lolo Fernández? Semplicemente, si tratta del più grande futbolista nella storia del calcio peruviano.
Nato il 20 maggio 1913, fu un fedelissimo dell’Universitario per tutta la sua carriera, militando ininterrottamente nel club capitolino per 22 stagioni, dal 1931 al 1953, prima del suo ritiro dal calcio giocato avvenuto a 40 anni. Con indosso la divisa dei Cremas, Lolo conquistò 6 titoli nazionali e, grazie ai suoi 156 gol in 180 partite, si laureò per 7 volte massimo capocannoniere del campionato.
La potenza nel tiro era l’arma che gli permise di diventare famoso, osannato (dai suoi tifosi) e temuto (dagli avversari), ma alla sua fama contribuì indubbiamente anche il caratteristico look: spesso Lolo scendeva in campo con indosso una retina per capelli, che in breve ne divenne il tratto distintivo sui campi da gioco.
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Con queste premesse, era inevitabile che diventasse anche uno dei punti di forza della Nazionale peruviana, nella quale timbrò 22 reti in 29 partite ufficiali dal 1935 al 1947: con la Blanquirroja, Fernández vinse l’oro nel 1938 all’edizione inaugurale dei Giochi bolivariani, e fu poi l’assoluto mattatore del Sudamericano 1939 (l’attuale Copa América) vinto per la prima volta dal Perù, in cui Lolo fu capocannoniere e miglior giocatore.
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Fernández fu anche, a suo modo, protagonista in due eventi di assoluto rilievo nel panorama internazionale degli anni ’30 del secolo scorso. Dapprima, nella prima parte del decennio, fu il più famoso elemento del cosiddetto Combinado del Pacífico.
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Si trattava di una speciale selezione mista cileno-peruviana, composta da calciatori di Alianza Lima, Atlético Chalaco, Colo-Colo ed Universitario, che per oltre un anno giocò una lunga tournée nel vecchio continente, contrapposta alle più titolate formazioni dell’epoca; è superfluo dire che Fernández fece egregiamente la sua parte, totalizzando la bellezza di 48 reti in 39 incontri.
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Memore di quest’ottima esperienza, nel 1936 Fernández guidò la Nazionale peruviana al torneo olimpico dei Giochi di Berlino. Il Rodillo Negro (“rullo negro”) – così era soprannominato il Perù in quegli anni, per via del suo attacco composto quasi interamente da giocatori di colore – dimostrò fin da subito di poter ambire alla vittoria finale.
Agli ottavi, Fernández siglò 5 reti alla Finlandia nel 7-3 finale della sua squadra: ancora oggi, uno score ineguagliato per un nazionale peruviano in partite ufficiali. Nei quarti, il perentorio 4-2 inflitto ai supplementari all’Austria (ancora col sigillo finale di Lolo) provocò però non pochi malumori in Adolf Hitler e al suo concetto di “superiorità ariana”.
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Con una discutibile decisione – maturata in un contesto facilmente immaginabile – il CIO e la FIFA disposero la ripetizione della gara a porte chiuse, per via di “presunte” e mai chiarite invasioni di campo ad opera di tifosi sudamericani: senza possibilità di difendersi, in segno di protesta la delegazione peruviana ritirò la squadra dai Giochi.
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Varie proteste scoppiarono in patria per quella che venne bollata, a tutti gli effetti, come un’esclusione “politica”; la nazionale peruviana si consolò, durante il viaggio di ritorno, con l’affetto e il sostegno degli altri Paesi, che a furor di popolo li proclamarono i “veri” vincitori della medaglia d’oro.
Per la cronaca, l’Austria arrivò poi fino all’atto conclusivo del torneo olimpico, dove venne battuta dall’Italia di Vittorio Pozzo e Annibale Frossi (che, con la sua doppietta in finale, sottrasse proprio a Fernández il titolo di capocannoniere).
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Come abbiamo visto, Lolo Fernández è stato una vera leggenda del calcio sudamericano, protagonista nel secolo scorso di alcuni dei momenti più importanti di questa disciplina. Non per niente, stiamo parlando di uno degli idoli di un certo Edson Arantes do Nascimento, alias Pelé, che nei primi anni ’60 ebbe finalmente l’onore di conoscere il mito della sua giovinezza.
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Fernández è scomparso il 17 settembre 1996, ma per i tifosi dell’Universitario è come se non fosse mai andato via, continuando ancora oggi a ricordarlo come il loro unico idolo. Per questo motivo, cadendo quest’anno il centenario della nascita, era praticamente ovvio per il club celebrare la ricorrenza in grande stile. È nata così una divisa speciale che potesse degnamente omaggiare il loro più grande campione.
Umbro ha realizzato una camiseta dal taglio classico, che anche nell’utilizzo dei materiali ci riporta immediatamente al calcio del passato. La maglia ripropone il tradizionale color crema dell’Universitario, su cui si staglia, all’altezza del cuore, il semplice e affascinante stemma societario, in rosso e cucito direttamente sul tessuto.
Questo stemma, caso piuttosto insolito nel mondo del calcio, è rimasto immutato dal 1924 ad oggi, ovvero dalla fondazione dell’Universitario il 7 di agosto, ad opera di un gruppo di studenti della capitale; per lungo tempo, esso non veniva cucito sulle maglie della squadra, ma fissato con una semplice spilla da balia.
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L’elemento caratterizzante della parte frontale è indubbiamente nello scollo del colletto che, come ai vecchi tempi, è chiuso da bottoni ad asola, e si staglia lungo buona parte del petto. Sempre riguardo al colletto, nella parte interna, su di una sottile striscia rossa, è stata inserita l’iscrizione celebrativa “En honor a nuestros idolos”. L’unico tocco di modernità è forse ravvisabile nei bordini rossi delle maniche, molto marcati.
Dando uno sguardo alla parte posteriore della divisa, sul retro del colletto è stata ricamata in oro la data “2013” mentre, sempre da esso, si dipanano due strisce rosse che arrivano fino alle spalle. Il numero 9, quello canonico di Lolo Fernández, è stato (così come lo stemma) cucito sulla maglia come ai tempi andati, utilizzando stavolta del filo bianco a contrasto. Nella parte bassa, sul fianco sinistro, troviamo la discreta frase “Limited Edition”.
Questo lavoro dall’ampio sapore vintage ha riguardato l’intera uniforme dell’Universitario. Abbinata alla maglia, ci sono infatti pantaloncini color crema, recanti lo stemma del club sul lato destro, e calzettoni neri con risvolto crema. In definitiva, un progetto curato nei minimi dettagli.
Non è la prima volta che l’Universitario omaggia il suo illustre numero 9: nel 1997, pochi mesi dopo la sua morte, la formazione scese in campo nella Copa CONMEBOL (l’odierna Copa Sudamericana) con una speciale casacca, recante sul petto l’effigie del giocatore (sulla parte destra) e il soprannome “Lolo” (nella parte sinistra).
Questa casacca rappresenta una rarità anche per quanto concerne lo stemma del club, con la caratteristica ‘U’ che in questo caso è contornata da un’insolita doppia bordatura. Anche allora si trattava di una maglia firmata Umbro.
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La nuova divisa “Lolo” del 2013 è stata indossata per la prima volta dai giocatori dell’Universitario il 25 maggio, durante la partita casalinga all’Estadio Monumental contro il San Martín, vinta 2-0. La sfida di campionato è stata il culmine della “Fiesta del Centenario”, ovvero una giornata di celebrazioni interamente dedicata alla memoria di Fernández.
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La maglia mostrata in precedenza è stata realizzata, in tiratura limitata, in soli 4000 esemplari, messi a disposizioni dei tifosi e collezionisti per soli tre giorni. I Cremas sono invece scesi in campo indossando una divisa simile, ma più adatta alla moderna pratica sportiva: oltre all’utilizzo di materiali diversi, la differenza maggiore riguarda stemmi e numeri, che qui non sono cuciti bensì termosaldati.
Purtroppo, anche se ciò non era andato ad inficiare sulla bellezza e sul fascino di quest’uniforme, l’ossessivo inserimento di marchi pubblicitari ha finito per rovinare gran parte di quest’operazione celebrativa. Pur se il petto è rimasto libero da marchi, ciò non si può dire per fianchi, spalle, schiena e pantaloncini, generando un risultato finale alquanto discutibile.
A modo loro, i tifosi dell’Universitario hanno comunque fatto dimenticare questa “pecca”, offrendo uno spettacolo unico sulle tribune del Monumental. Oltre al classico tifo acceso ed appassionato, tra i momenti salienti della festa c’è stata l’esposizione di un grande striscione da Guinness dei primati dedicato ovviamente a Lolo, “El màs grande”.
Da notare come anche l’Alianza Lima, gli antagonisti cittadini per antonomasia dell’Universitario, abbiano pubblicamente reso omaggio allo storico rivale, riconoscendone la grandezza e l’importanza nella storia del calcio peruviano.
I Blanquiazules avevano già fatto altrimenti nel 1996, e diciassette anni dopo hanno mostrato una volta di più come una rivalità sportiva possa rimanere confinata ai campi da gioco, senza sfociare in comportamenti che, in altre parti del mondo, sono purtroppo la regola.
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D’altronde, pur essendo l’idolo incontrastato dell’Universitario, Fernández vestì anche la casacca dell’Alianza. Accadde nel 1934, quando i rivali lo invitarono ad aggregarsi a loro in occasione di una tournée dei biancoblu in terra cilena.
Ciò non deve stupire: all’epoca, erano piuttosto frequenti queste “cortesie” tra club diversi, tanto che Lolo ebbe in seguito l’occasione di vestire anche le divise di Banfield e Colo-Colo. Va da sé che questi “tradimenti” avvennero esclusivamente in partite e tornei amichevoli: a livello ufficiale, Fernández rimase fedele per tutta la vita al suo Universitario, oltre che all’iconica maglia sbarrata del Perù.
Secondo quanto fatto trapelare, l’Universitario scenderà in campo in almeno un altro paio di occasioni con questa speciale divisa. Attualmente primo in classifica nel Campeonato Descentralizado (la massima divisione peruviana), il club di Lima annovera uno dei palmarès più ricchi del Paese, con 25 titoli nazionali (record) e un’altra dozzina di trofei sudamericani.
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In campo internazionale, il suo risultato più prestigioso rimane la finale di Copa Libertadores raggiunta nel 1972 (dove uscì sconfitto dall’Independiente) mentre, nella stessa competizione, nel 2011 ha trionfato nella categoria Sub-20.
Conoscevate la storia di Lolo Fernández? E come giudicate questa maglia celebrativa a lui dedicata?