Facciamo un salto dall’altra parte dell’Atlantico, più precisamente in Canada, dove la Nazionale femminile ha presentato nei giorni scorsi la nuova maglia da trasferta dei Canucks per il biennio 2013-2014.
Il Canada non è certo uno di quei posti in cui il calcio la fa da padrone, nonostante la nazione – per via dell’influenza dell’Impero Britannico – possa vantare la conoscenza del pallone fin dalla seconda metà del XIX secolo (la prima sfida di calcio documentata, su suolo canadese, risale addirittura al 1859), questa disciplina non ha mai davvero attecchito tra i giovani Canucks, che hanno sempre dirottato il loro interesse verso i due sport nazionali: l’hockey su ghiaccio (di cui sono stati gli inventori) e il lacrosse.
Situazione completamente differente da quanto accade nel resto del Nordamerica: in Messico il calcio è una vera passione viscerale, mentre negli Stati Uniti – pur mantenendo un ruolo secondario nel panorama sportivo a stelle e strisce -, il soccer è riuscito a ritagliarsi negli anni una cospicua fetta di appassionati; soprattutto grazie ai successi della Nazionale femminile, attualmente la più forte del palcoscenico mondiale.
Quest’ultima dicotomia appare ancor più marcata in Canada, dove la pratica calcistica è di fatto appannaggio del solo sesso femminile.
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La Nazionale maschile (che oggi naviga intorno all’80° posto nel ranking FIFA) non ha mai ottenuto risultati di rilievo, annoverando nel suo scarno palmarès solamente dei successi minori nella Gold Cup (1985 e 2000) e nella North American Championship (1991).
Ad onor del vero, i ragazzi canadesi possono vantare anche un oro olimpico conquistato nel lontano 1904, pur se mai riconosciuto ufficialmente dalla FIFA (a differenza del medagliere del CIO).
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Il torneo di calcio dei Giochi di Saint Louis – inserito nel programma ufficiale a puro titolo “dimostrativo” – vide infatti ai nastri di partenza tre sole squadre, per giunta di club, e venne vinto dal Galt Football Club dell’Ontario, che ebbe la meglio sulle formazioni statunitensi del Christian Brothers College e del St. Rose Parish.
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Gli anni ottanta del secolo scorso furono il periodo migliore dei canadesi, in cui dapprima raggiunsero i quarti di finale al torneo olimpico di Los Angeles 1984 (cadendo solo ai rigori contro il Brasile futura medaglia d’argento), e due anni dopo centrarono la storica qualificazione alla fase finale di un Mondiale, a Mexico ’86 (conclusasi con l’eliminazione nella fase a gironi), tuttora la loro unica partecipazione alla rassegna iridata.
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Percorso diametralmente opposto quello della Nazionale femminile. Dagli anni duemila le ragazze canadesi hanno dato il là ad una fase di crescita costante, che le ha portate ad inserirsi stabilmente tra le formazioni di punta della disciplina.
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La medaglia di bronzo conquistata l’anno scorso a Londra – la prima ai Giochi – è solo l’ultimo exploit in ordine di tempo, dato che gli anni recenti hanno visto le ragazze trionfare nel 2010 alla Women’s Gold Cup (bissando in questo caso il successo del 1998) e nel 2011 ai Giochi panamericani (dove vanno a medaglia ormai dal 2003).
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Come sintomo della crescita di tutto il movimento, sarà proprio il Paese nordamericano ad organizzare il prossimo campionato mondiale di calcio femminile nel 2015.
Simbolo del calcio femminile canadese è Christine Sinclair, attaccante (e capitano) della squadra da oltre un decennio. Vincitrice delle ultime sette edizioni del Canadian Players of the Year, e premiata per sei volte dalla FIFA come World Player of the Year, Christine annovera nel suo ricco ruolino anche i titoli di capocannoniere al mondiale di calcio femminile U-20 del 2002 e al torneo olimpico del 2012.
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Sono state proprio Les Rouges a presentare nei giorni scorsi la seconda maglia canadese per il biennio 2013-14. Il nuovo kit da trasferta ha debuttato durante una sessione d’allenamento aperta al pubblico presso il BMO Field di Toronto (stadio di riferimento del calcio canadese).
Prosegue per il terzo anno consecutivo il matrimonio con Umbro, il cui contratto è in scadenza alla fine del 2014; vista l’attuale situazione di transizione che sta vivendo l’azienda del diamante, ancora non ci sono certezze circa un futuro rinnovo dell’accordo.
La nuova divisa si caratterizza per un colletto bicolore dal particolare scollo a Y, il quale presenta dei lembi rossi all’esterno abbinati a dei dettagli neri all’interno.
Il resto della maglia è completamente bianco, eccetto per la novità di alcune tenui bande grigie che “attraversano” la parte superiore del petto, inserite con l’intento di dare alla casacca una maggiore idea di velocità e dinamismo.
Nomi e numeri rimangono colorati di rosso, gradazione col quale è pittato anche il logo Umbro inserito nella parte destra della maglia.
Alla sinistra è invece presente, da tradizione all’altezza del cuore, lo stemma della federcalcio canadese – che, obiettivamente, risulta ormai un po’ datato (a titolo personale, vedrei bene la sua sostituzione con una semplice ed iconica foglia d’acero, come accaduto sulla divisa del centenario).
I pantaloncini sono completamente bianchi, mentre i calzettoni presentano una striscia rossa che ingloba il marchio dello sponsor tecnico.
Il disegno generale di quest’uniforme unisce elementi della tradizione con alcune innovazioni, e sembra porsi a metà strada tra i precedenti lavori Umbro per la nazionale canadese, tra la semplice ed austera divisa preparata nel 2012, e la controversa (e, per certi versi, spiazzante) scapulaire ideata nel 2011.
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L’inserimento delle bande diagonali non risulta un elemento distintivo in senso assoluto, in quanto è una caratterizzazione già presente in altri kit ideati quest’anno dagli inglesi e presentati nei mesi scorsi (come, ad esempio, quello dei peruviani dell’Universidad San Martín).
Non si tratta quindi di un lavoro esclusivo per i Canucks, ma solo dell’adattamento di uniformi già presenti nel catalogo dell’azienda di Wilmslow.
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Da notare però come le suddette bande trasversali – casualmente o no – vadano in qualche modo a richiamare un precedente lavoro Umbro per il Canada.
L’azienda del diamante aveva già avuto una parentesi con la nazionale canadese negli anni novanta, e proprio nella prima divisa sfoggiata nel biennio 1996-97 era riscontrabile una marcata rigatura obliqua, stavolta nella parte bassa del petto (che inglobava una grande foglia d’acero).
Non si hanno ancora notizie certe per quanto invece concerne la tradizionale prima maglia rossa, che a livello di design non dovrebbe discostarsi molto da quanto visto finora, riutilizzando lo stesso template ma con diversi colori. La sua presentazione dovrebbe avvenire nell’ultima parte dell’anno, se non addirittura nel 2014.
Cosa ne pensate della nuova maglia da trasferta di Umbro per le Nazionali canadesi? E avete mai dato uno sguardo al calcio femminile?