Quando nel calcio italiano si parla di rosso e verde, il pensiero non può che andare alla Ternana, squadra che ha fatto di quest’insolito abbinamento il suo storico manto, raggiungendo grazie ad esso una popolarità perfino superiore a quella derivata dal suo pur degno palmarès.
Nei giorni precedenti l’inizio del campionato di Serie B, nella cornice della sala comunale di Palazzo Spada, la formazione umbra ha presentato ufficialmente le nuove divise con cui affronterà la stagione 2013-2014.
Realizzate dall’ormai canonico partner tecnico degli ultimi anni, l’italiana Macron, la nuova maglia rossoverde ha fatto subito parlare di sé, oggettivamente più in negativo che in positivo…
Su spinta del patron Francesco Zadotti, la classica divisa casalinga delle Fere è stata infatti a dir poco stravolta – sia nei colori che nell’abbinamento – come si fa fatica a ricordare da decenni a questa parte.
Partendo dalla maglia, la cosa che più spicca è il marcato ricorso al bianco, che sulla casacca rossoverde (salvo l’utilizzo per i numeri sulla schiena) non aveva quasi mai trovato spazio in passato; il colore è utilizzato per il grande colletto con scollo a V – adornato con lembi che presentano sottili finiture rossoverdi – e per i bordini delle maniche, risultando quindi molto evidente.
A ciò, va aggiunto come tali elementi vadano a sovrapporsi, nella zona superiore della maglietta, ad un grande pannello rosso che copre interamente la parte alta di petto, spalle e maniche… se ora, invece che alla Ternana, state pensando alla casacca del Perugia, non siete i soli: l’effetto – paradossalmente – è proprio quello, con una maglia ternana che va incredibilmente a ricordare quella degli storici rivali.
Tanto è bastato per far montare la rabbia, mista a delusione, tra i più accesi sostenitori rossoverdi: sentimenti amplificati dal fatto che colletto e polsini hanno una loro precisa “funzione” estetica, ovvero abbinarsi ai nuovi pantaloncini e calzettoni, che da neri passano anche loro a bianchi.
Questo fin troppo invasivo restyling della prima divisa ha quindi scatenato un forte malcontento, per nulla celato nel corso della presentazione e della successiva messa in vendita al Ternana Store di viale dello Stadio; va da sé che Zadotti si è assunto la piena paternità di questa scelta, non lasciando peraltro spazio a passi indietro e/o correzioni di sorta nel prosieguo dell’annata.
Nella parte posteriore, l’effetto “perugino” del pannello rosso viene in parte attenuato da un inserto trapezoidale verde sito tra il colletto e i pali rossoverdi, che ingloba al suo interno la denominazione societaria “Ternana Calcio 1925”, scritta con una font dorata e classicheggiante.
I pantaloncini, come accennato, diventano quest’anno bianchi e recano due profondi inserti triangolari lungo i lati, colorati rispettivamente in verde a sinistra e in rosso a destra. Bianchi anche i calzettoni, arricchiti da un risvolto a fasce rossoverdi.
Anche i numeri di maglia abbandonano il giallo della passata stagione per adottare il bianco, con un particolare font “tagliato” (può ricordare quello usato dal Barça 2012-2013) che ingloba nei numeri la silhouette del Drago Thyrus (noto in araldica come Viverna), figura mitologica simbolo del club.
Tornando alle critiche cui è stata oggetto la prima casacca, non è piaciuta neanche la tonalità di verde adottata quest’anno (obiettivamente, un “problema” che ciclicamente riaffiora per le divise ternane), ritenuta troppo spenta, né la rigatura verticale rossoverde, giudicata troppo stretta rispetto agli standard storici.
I pali della divisa – ben undici – risultato effettivamente un po’ troppo fitti per i canoni rossoverdi; volgendo uno sguardo al passato, non si hanno riscontri eccetto per un precedente non ufficiale, ovvero la maglia realizzata da Erreà il 12 dicembre 2010 per l’addio al calcio della Fera Riccardo Zampagna.
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Per i completi destinati ai giocatori, nella parte bassa della schiena è inoltre presente il marchio pubblicitario NGM, da questa stagione top sponsor comune a tutte le compagini della serie cadetta.
Come abbiamo visto, la nuova uniforme casalinga è stata generalmente mal accolta dalla piazza ternana, dividendo nettamente la tifoseria: i più giovani si sono rivelati i più critici, riversando il loro malumore sui blog e forum rossoverdi.
Di contro, i più avanti con l’età hanno cercato di smorzare gli animi, ricordando peraltro ai primi come la storia della Ternana sia stata costellata – e segnata – anche da maglie ben diverse da quella canonica.
Guardando al periodo piu florido della compagine umbra, nei primi anni settanta, era decisamente usuale vedere le Fere utilizzare, sia in allenamento che in partita, delle seconde casacche verdi o, addirittura, completamente rosse.
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Nello specifico della prima divisa – e dei suoi ipotetici rimandi al Perugia – non può essere dimenticato quanto accadde nella stagione 1988-1989 in cui, scaramanticamente, la maggior parte della stagione (culminata poi con la promozione in C1 dopo spareggio) venne giocata dalla Ternana indossando un completo formato da maglia bianca e pantaloni rossi… l’esatta divisa da trasferta dei rivali per antonomasia!
È inoltre da ricordare quanto accadde alla fine degli anni venti, quando l’allora Unione Sportiva della Società Terni volle celebrare la fresca nascita della provincia ternana rinunciando per qualche stagione al rossoverde, per scendere invece in campo con una maglia gialla bordata d’azzurro (i colori del nuovo stemma provinciale).
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Come abbiamo visto, la questione è lunga e complessa, ed è difficile prendere una posizione senza sposare anche parte delle opinioni dell’altra causa; riguardo ai riferimenti al passato, c’è comunque da notare come fossero “altri tempi”, epoche in cui non era ancora maturata l’odierna attenzione che invece viene oggi riservata alle divise calcistiche, nonché allo studio di questa particolare branca della storia di un club.
La nuova maglia casalinga lascia comunque un po’ d’amaro in bocca soprattutto alla luce di quanto visto in precampionato, dove la Ternana aveva provvisoriamente sfoggiato una semplice maglietta rossoverde, con colletto nero e una larga rigatura delle strisce; una casacca semplice, non studiata a tavolino ma che era piaciuta molto, tanto che vari tifosi ne sono andati a caccia invece di dirigersi verso la versione definitiva.
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Per quanto concerne invece i due completi da trasferta, non vi sono state variazioni di sorta rispetto alla strada tracciata negli anni recenti.
La seconda uniforme mantiene la nota colorazione bianca, con un colletto pure bianco e bordato di rossoverde; i polsini delle maniche presentano una ripartizione verde a sinistra, e rossa a destra, mentre la zona dei fianchi è adornata da un lungo inserto rossoverde, a colori invertiti a seconda del fianco.
Il retro di questa casacca è completamente bianco, eccetto per la già nota iscrizione dorata sotto al colletto e per i numeri di maglia, qui neri: tale colore si va ad abbinare a quello di pantaloncini e calzettoni, i quali – in contrapposizione al bianco predominante sulla prima divisa – diventano quest’anno neri.
Anche se poco noto agli occhi dei più giovani, il completo bianconero non è affatto una rarità nella storia delle seconde uniformi ternane, sovente proposto – anche in casa – soprattutto a cavallo degli anni sessanta e settanta.
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Va da sè che tale scelta cromatica non inficia minimamente con la possibilità di scendere in campo in look total-white, il classico stile da trasferta delle Fere degli ultimi decenni, dato che questa seconda maglietta ben si abbina anche ai nuovi pantaloncini e calzettoni della prima uniforme.
Anche la terza divisa della Ternana segue la filosofia degli anni recenti, riproponendo un completo grigio. Sulla maglia spicca il particolare colletto alla coreana, che termina in uno scollo a V chiuso da un triangolino elastico. Come già visto sulla seconda casacca, anche sulla third la colorazione dei dettagli – bordini e code di topo – è ripartita a seconda della zona, ovvero in verde a sinistra e in rosso a destra.
La parte posteriore, come già per la away, presenta l’iscrizione dorata sotto al colletto, con nomi e numeri scritti in bianco.
Oltre ai giocatori di movimento, non sono stati dimenticati i portieri. Per gli estremi difensori rossoverdi è stata preparata una maglia nera, che nella parte anteriore vede due bande orizzontali grigie sulle maniche; sul petto si nota invece una fascia tono su tono che ingloba lo stemma societario – a differenza delle precedenti magliette, qui posizionato non all’altezza del cuore bensì al centro.
Le già citate bande grigie, sulla schiena, proseguono longitudinalmente lungo quasi tutta la lunghezza della divisa, cingendo il nome e il numero colorati di bianco.
Tutte le divise recano sul petto il logo “Insieme Protagonisti”, non un canonico sponsor, ma un marchio creato ad hoc dalla società rossoverde per promuovere assieme varie aziende dell’indotto ternano.
Queste stesse divise saranno inoltre vestite dalle ragazze della Futsal Ternana, squadra di calcio a 5 militante in Serie A ed affiliata alla più famosa formazione cittadina.
A conclusione di questa lunga panoramica sulle nuove casacche rossoverdi, e a corollario della particolare situazione venuta a crearsi con l’audace divisa casalinga, permettetemi una breve riflessione personale.
Da appassionato di maglie, in parte non posso che accogliere positivamente questo genere di sperimentazioni. Al di là dell’effettiva resa finale dell’operazione, e degli inevitabili gusti personali, non siamo minimamente di fronte ad una situazione paragonabile a quella del Cardiff City: la Ternana continua ad avere la sua classica maglietta, a strisce verticali rossoverdi, com’è dal 1925 ad oggi.
Detto ciò, non si può comunque soprassedere al fatto che l’operazione di rinnovamento sia stata molto invasiva, coinvolgendo gran parte della divisa, e culminata col ricorso ad un colore – il bianco – che poco ha a che vedere con la storia rossoverde.
Come già accennato nell’incipit, l’uniforme della Ternana è qualcosa di unico nel calcio italiano; da sola, ha contribuito a gran parte della fama di questa provinciale che, nonostante la prolungata assenza dal massimo palcoscenico nazionale, continua grazie ai suoi colori a godere di un folto seguito di appassionati in tutta la penisola.
Ancor più nel caso specifico della Ternana, tutte le varie e cicliche (nonché, a volte, necessarie) innovazioni stilistiche non dovrebbero mai prescindere dal dogma di una maglia rossoverde abbinata a pantaloncini neri, la base di partenza su cui creare – avendo cura di non cancellare – le nuove divise del futuro.
Come giudicate le nuove divise 2013-2014 della Ternana? E in che modo vi ponete di fronte al rinnovamento di una storica casacca?