Con la fine dell’estate, il calcio europeo è pronto ad entrare nel vivo. Cogliamo l’occasione per tenere fede ad una vecchia promessa estiva, dedicando una breve panoramica alle principali novità inerenti gli stemmi calcistici europei.
Nonostante per lungo tempo – soprattutto in Italia – le squadre non abbiano prestato molta attenzione a questo particolare aspetto della loro immagine (tanto da rinunciare perfino all’esposizione sulle maglie), negli ultimi vent’anni si è assistito ad una netta inversione di rotta e – anche a causa della crescita di aspetti come il marketing e la comunicazione -, ai giorni nostri l’uso di un badge è oramai diventato imprescindibile per qualsiasi formazione di calcio, di ogni categoria o latitudine.
Da notare poi come, per una nutrita fetta di tifosi, il legame con la propria squadra del cuore viene intessuto – più che coi colori sociali – proprio con lo stemma, ritenuto affidatario dell’intera storia nonché dei principali valori del club. Appare quindi evidente l’importanza insita in questo dettaglio della maglia agli occhi degli appassionati, che per questo motivo sono sempre molto esigenti riguardo il suo disegno e il suo intrinseco fascino.
Con queste premesse, andiamo quindi a proporre ed analizzare una breve Top 10 – da non vedere assolutamente come una classifica – che passa in rassegna le novità più interessanti inerenti questo argomento: in alcuni casi si tratta di nuovi stemmi, in altri solo di lievi aggiornamenti… per taluni c’è stata l’approvazione della tifoseria, per talaltri una sonora bocciatura con tanto di animate polemiche…
Il nuovo stemma del Monaco mantiene tutte le peculiarità della precedente versione, scegliendo di seguire la via della tradizione unita all’attualizzazione ai tempi. Lo storico scudo biancorosso e la corona assumono ora un tratto più moderno, mentre la nuova bordatura dorata – più marcata rispetto al passato – contribuisce a dare ulteriore dinamismo al badge della compagine monegasca.
L’abbandono dell’acronimo ‘ASM’ in favore della completa iscrizione ‘Monaco’ permette infine una più immediata riconoscibilità, per un club che nei prossimi anni ambisce ad essere protagonista sui massimi palcoscenici continentali. Personalmente, il tutto rappresenta l’esempio perfetto di come si dovrebbe lavorare al rinnovamento di un logo/stemma.
Da notare come lo scudo del club mantiene ancora oggi quella rigatura verticale che la formazione sfoggiava sulle sue casacche negli anni cinquanta, prima che Grace Kelly inventasse nel 1962 l’originale divisa trinciata diventata da allora simbolo per antonomasia del Monaco.
È già stato detto tutto il possibile (e non…) sul restyling di cui è stato oggetto lo stemma della Roma, fortemente portato avanti dalla nuova proprietà americana. Nonostante le modifiche piuttosto lievi nell’insieme, tifosi ed esperti del settore hanno globalmente bocciato l’operazione.
Come per il Monaco, anche la compagine capitolina ha optato per la rimozione dell’acronimo ‘ASR’, sostituito da una parola famosa a livello mondiale come ‘Roma’; ragionando a livello di marketing e riconoscibilità internazionale del marchio, è una scelta che trovo abbia solide basi. Di contro, meno riuscito appare il redesign della storica Lupa Capitolina – che sembra assumere ora dei tratti quasi “di plastica” -, così come la cromia scelta per i colori sociali: indubbiamente, il club sta mutando sempre più dal giallo-rosso all’arancio-rosso.
Nota a margine per l’inserimento della data di fondazione, quel 1927 che nella Capitale d’Italia è da sempre oggetto di sfottò tra tifosi di diversa sponda. Mi limito a riproporre uno dei commenti più gettonati nei forum calcistici, che suona più o meno così: «da oggi, i laziali potranno ufficialmente rinfacciare ai romanisti di essere gli ultimi arrivati in città…»
Ritorniamo in Francia per ricordare brevemente il rinnovamento attuato dal Paris Saint-Germain, di cui avevamo già trattato nelle scorse settimane. Il restyling vuole enfatizzare la nuova mentalità europea del club, puntando inoltre a smarcarsi dall’identificazione con la sola periferia di Saint-Germain-en-Laye, per farsi emanazione dell’intera capitale francese.
Ciò è evidente nel risalto adesso dato al termine ‘Paris’, che però finisce per portare qualche problema alla struttura dello stemma parigino: il nome della città va a rubare spazio al disegno della Tour Eiffel, che appare ora un po’ troppo “panciuta”; sulla stessa lunghezza d’onda, la nuova versione del badge perde molti dei suoi precedenti tratti distintivi (tra cui la culla di Re Sole), finendo per rimandare non troppo velatamente al logo della UEFA.
Non proprio il massimo, per un simbolo che dovrebbe essere invece concepito come un qualcosa di “identificativo” all’ennesima potenza.
Dall’altra parte della Manica, quanto fatto dall’Everton alla sua storica Prince Rupert’s Tower ha scatenato a Liverpool delle proteste paragonabili, per portata, a quelle romane. Gli Evertonians non sono rimasti con le mani in mano, rinnegando pubblicamente il nuovo stemma (al cui disegno ha collaborato anche lo sponsor tecnico Nike), che appare globalmente – per usare un eufemismo – fin troppo “sempliciotto”.
Ben 22 000 firme sono state raccolte dalla tifoseria dei Toffees per chiedere un passo indietro, raggiungendo il loro scopo: il club inglese ha fatto pubblicamente ammenda promettendo un nuovo stemma per la stagione 2014-2015, che sarà stavolta creato con l’aiuto diretto di tutto il popolo dei Blues.
In un mondo in cui spesso la parola dei tifosi non è neanche presa in considerazione, non si può che lodare il passo indietro dell’Everton… ciò nonostante, una domanda sorge ugualmente spontanea: non potevano pensarci prima?
Lieve restyling anche per il caratteristico stemma del Bolton. L’iconico pittogramma tondo formato dall’acronimo ‘BWFC’ rimane pressoché inalterato, mentre i due nastrini colorati rossoblu alla base sono stati ora sostituiti da un unico grande nastro rosso.
Quest’ultimo ingloba la Rosa Rossa di Lancaster, storico simbolo del club, che fa così ritorno nel badge dopo essere stata a sua volta sostituita nel 2002 dai succitati nastrini.
Un più deciso rinnovamento è stato attuato dal Crystal Palace. Nella nuova versione del suo badge permane la facciata dello storico Palazzo di Cristallo di Hyde Park (sede della prima Esposizione Universale del 1851), così come la grande aquila che artiglia un pallone da calcio, il tutto chiuso alla base dalla denominazione societaria inscritta in un nastro blu.
Balza subito agli occhi come, a differenza del recente passato, il nuovo stemma dei Glaziers appare adesso molto più curato e al passo coi tempi; soprattutto, il tratto dell’aquila è stato semplificato, in modo da rendere la posa del rapace più aggressiva e dinamica.
Un simbolo che rimane nel solco della tradizione, limitandosi unicamente ad “attualizzarsi” ai canoni stilistici moderni; un simbolo che si evolve, senza rinnegare il passato.
Riattraversiamo ora l’Eurotunnel e ritorniamo in Francia, dove il Nancy ha colto l’occasione di una “scossa” a livello sportivo (la retrocessione in Ligue 2) per presentare un corposo redesign del suo stemma, che si confida possa essere bagnato dall’immediato ritorno in massima serie.
Il badge del club transalpino continua a far sfoggio del suo simbolo per antonomasia dal 1967, un cardo rosso – il quale è stato solo aggiornato dello stile -, così come dell’acronimo ‘ASNL’. Inoltre, come già accaduto per la Roma, anche in questo caso si è pensato all’inserimento della data di fondazione della compagine lorena nella parte bassa del disegno.
La novità più rilevante risiede nell’inversione dei colori societari degli Chardons, con lo stemma che ora si mostra come uno scudo bianco bordato di rosso. C’è infine il “mascheramento” delle due stripes rosse che si abbinavano al vecchio stemma, e che adesso rimangono solo “accennate” nella parte destra della bordatura – generando al contempo un curioso effetto asimmetrico.
Anche nella seconda serie italiana si segnala una novità di rilievo, con l’Empoli che ha mandato in pensione la Colleggiata di Sant’Andrea per andare a ripescare lo storico trigramma utilizzato negli anni venti del secolo scorso. Avevo sempre considerato lo stemma empolese uno dei più sobri e puliti del panorama calcistico nazionale, e non nascondo che la novità mi ha lasciato quantomeno interdetto.
Del badge fin qui sfoggiato sulle maglie azzurre, permane solamente la forma triangolare dello scudo (che da par suo, perde la doppia bordatura): l’intenzione dell’operazione è proprio quella di riallacciare la storia recente del club con quella delle origini, rimuovendo la Collegiata per far posto alla vecchia sigla ‘EFC’.
L’insieme non pare molto riuscito, soprattutto alla luce della scarsa leggibilità del trigramma, nonché del ruvido contrasto tra la font old style di quest’ultimo con quella moderna utilizzata per la denominazione societaria. A ciò si aggiunge l’inserimento “storto” dell’anno di nascita, un dettaglio che non appare molto curato, e che potrebbe suo malgrado dare l’idea di un lavoro svolto abbastanza sbrigativamente.
Concludiamo questa rassegna con due speciali stemmi celebrativi che vedremo solamente nella stagione 2013-2014. Il Parma festeggia quest’anno i cento anni della prima squadra di calcio parmense (il Verdi Foot Ball Club), e per l’occasione ha creato un nuovo badge da apporre sulle casacche crociate, derivato dal classico scudo parmense ma modificato con un tratto più moderno e dinamico, oltreché con l’aggiunta di un grande numero ‘100’ che si staglia sopra di esso.
Non si tratta affatto di un lavoro disprezzabile, quanto forse un po’ “fuori luogo”: un centenario è un evento che rimanda inevitabilmente ai tempi passati, sarebbe stato quindi preferibile pensare ad un emblema dal più marcato sapore vintage.
Molto più insolito quanto accaduto a Duisburg, con la compagine tedesca che ha pensato bene di festeggiare il “bizzarro” traguardo dei centoundici anni abbinando proprio il numero ‘111’, virato nei tradizionali colori bianco-blu della squadra, come sfondo al classico stemma in uso.
La particolarità dell’operazione esula da ogni giudizio… limitiamoci soltanto a dire che i festeggiamenti dovrebbero essere riservati ad anniversari “davvero” importanti nella storia di un club; in caso contrario, l’intento celebrativo finisce per perdere gran parte della sua efficacia.
Termina qui la nostra panoramica sulle principali novità degli stemmi calcistici europei. Qual è il vostro pensiero su quest’importante aspetto dell’immagine di un club? E come giudicate le varie operazioni di rinnovamento attuate per la stagione 2013-2014?