A pochi giorni dall’inizio del campionato, il Vicenza Calcio e Macron hanno presentato le maglie per la stagione 2013-2014.
Archiviato il mai digerito verde fluo dello scorsa stagione, l’oscar della novità va alla seconda maglia, di un blu molto scuro. Ma andiamo per ordine.
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La prima maglia presenta entrambi gli elementi canonici, ossia le strisce biancorosse verticali e la R sul cuore. Cinque il numero dei pali, che la portano a essere catalogata tra le “righe larghe”, rispetto alle “righe strette” della passata stagione, nell’eterna alternanza nella storia del Vicenza.
Macron conferma la sua capacità di saper presentare creazioni moderne nel rispetto della tradizione: pur non rifacendosi a nessuna annata passata in particolare, la somiglianza più forte è con la maglia prodotta da A-Line nel 2005-06, tuttora molto amata per il design e la cura dei particolari.
Infatti, anche in questo caso i dettagli risultano molto curati, come le cuciture bianche sui fianchi, le due sottili righe sul colletto alla coreana o lo stemma societario ripetuto sotto il colletto stesso sul retro. Bene anche la stampa dello sponsor, alloggiato con criterio all’interno delle strisce, senza la toppa degli anni precedenti.
I pantaloncini sono gli stessi della passata stagione ma comunque ben realizzati, bianchi con dettagli rossi. Peccato per i calzettoni, un po’ troppo basic, un passo indietro rispetto alle simil-hoops dell’anno scorso.
La seconda maglia, molto pulita e elegante, è blu scuro con dettagli bianchi: una novità assoluta nella tonalità anche se non nel colore, dato che il blu (quasi sempre elettrico) è da considerarsi quasi il terzo colore societario. Semplice, troppo, tanto da diventare povera, la terza maglia completamente bianca.
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Vicinissimi allo scivolone per quel che riguarda la maglia da portiere. Presentata gialla con il logo dello sponsor blu, richiama (forse troppo) la divisa dei rivali storici dell’Hellas Verona.
Uniche pecche, la presenza, forse, di troppo rosso sulla prima maglia, soprattutto sulle spalle e nel quadrato sulla schiena (anche qui un passo indietro rispetto all’anno scorso), i loghi troppo larghi a finire quasi sotto le ascelle e l’inserimento del secondo sponsor al posto dei nomi, sulle spalle. Questo però non dipende da Macron e non rovina l’ottimo lavoro e la cura riservata a una squadra storica, ma pur sempre in Lega Pro.
Articolo di Osvaldo Casanova per Passione Maglie