A differenza di quanto raccontava Jules Verne, non è poi così difficile raggiungere il centro del pianeta: basta andare a Foligno.
Nel nostro saltuario peregrinare nelle serie minori italiane, stavolta scendiamo fino a lu centru de lu munnu, come viene storicamente identificata la cittadina umbra; l’antica Fulginium è infatti posta da tradizione nel mezzo dell’Italia – e a sua volta al centro del Mediterraneo, il mondo fino alla scoperta delle Americhe.
Proprio a Foligno nacque nel 1928 l’omonima società calcistica, presto diventata una delle più famose del football regionale. Dopo circa un decennio trascorso tra i professionisti, quest’anno il club ha ricominciato il suo cammino sportivo dalla Serie D con l’obiettivo di centrare l’immediato salto di categoria.
In rosa a fin di bene
A corollario d’una serie d’iniziative del comune folignate a sostegno del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, anche la squadra biancazzurra s’è fatta coinvolgere e, nel turno di campionato più vicino a quella data, il derby umbro col Bastia è stata l’occasione per sfoggiare la loro speciale maglia rosa.
Si tratta della divisa rosazzurra 2013-2014 del Foligno, un’insolita third già mostrata durante la presentazione estiva della nuova squadra, ma fin qui tenuta nel cassetto e indossata in campo per la prima volta solamente in coincidenza della giornata dedicata al gentil sesso.
Tale completo è stato realizzato dal fornitore tecnico 2T Sport, azienda che veste varie compagini delle categorie minori regionali, e che ha debuttato in quest’annata coi folignati. L’uniforme si caratterizza per una maglia rosa recante un colletto con lembi azzurri, chiuso da un ampio scollo a V; dello stesso colore sono pittati i polsini delle maniche, nonché la bordatura inferiore che chiude la casacca.
Sul lato sinistro della maglia, fa inoltre sfoggio di sé la figura stilizzata d’un grande falco: il rapace è il simbolo per antonomasia del club umbro, presente anche nello stemma del Foligno – apposto da tradizione sopra al cuore dei calciatori –, da cui è mutuata la silhouette. Chiudono l’insieme pantaloncini azzurri e calzettoni rosa, entrambi realizzati secondo uno stile molto semplice e quasi spartano.
Il calcio e le donne
Cromaticamente parlando, l’accostamento tra rosa e azzurro/blu può rimandare gli appassionati alle fantasiose divise dell’Evian TG, pur se la muta folignate mostra indubbiamente un design più classico e una minor invadenza dei marchi pubblicitari. Nello specifico del binomio tra calcio e donne, l’uso del rosa non è altresì una novità.
L’esempio più famoso rimane forse quello dell’Amburgo di metà anni settanta: per incrementare l’attenzione del pubblico femminile verso la squadra, la dirigenza dell’epoca s’invento dal nulla una maglia di tale colore che, per un certo periodo, soppiantò perfino gli storici colori dei tedeschi; una mossa simile è stata seguita, in anni recenti, anche dai brasiliani del Botafogo.
Né può essere dimenticato l’uso del rosa a scopo benefico – sulla falsariga della divisa fulginate –, soprattutto da parte di formazioni messicane come Pumas UNAM e Santos Laguna.
Tradizione e innovazione
Ritornando ai falchetti, anche i due canonici completi da gioco – nonostante continuino nel solco della tradizione – mostrano delle sensibili novità, sicuramente sopra la media della massima categoria dilettantistica.
La classica maglietta azzurra con dettagli bianchi del Foligno è stata innovata quest’anno con l’inserimento di varie hoops tono su tono lungo il petto, secondo uno schema fasciato; restano monocromatiche le maniche, mentre colletto e bordini sono gli stessi già visti sulla muta rosa.
Lo stesso si ripete sulla schiena, dove svettano i numeri dei giocatori scritti secondo una font molto semplice, arricchiti però da una sottile bordatura e dal logo societario inserito al loro interno.
L’altra novità di rilievo è rappresentata dalla già citata silhouette del falco lungo il fianco sinistro. Il tutto è completato dall’onnipresente azzurro usato per il resto dell’uniforme.
Il completo monocromatico è ormai da decenni lo standard per il Foligno; pochi ormai ricordano i pantaloncini bianchi del passato, così come le storiche casacche degli albori, che in quell’epoca offrirono il fianco a varie sperimentazioni stilistiche – su tutte, i frequenti template fasciati e delle insolite scapulaire.
Nulla cambia neanche per il completo away, che rispetto a quello casalingo si segnala unicamente per l’inversione di tinte tra bianco e azzurro; oltre che per il falco e le hoops sul petto, qui colorate d’un grigio tenue.
I kit stagionali del Foligno vengono infine completati dall’uniforme dell’estremo difensore. Anche in questo caso viene riusato il template già noto, qui virato secondo un abbinamento tra grigio e bianco. Degni di nota i calzettoni lindi, che contribuiscono a dare un tocco di colore ad una muta altrimenti un po’ spenta.
Questo è il vestiario con cui il Foligno si presenta tutte le domeniche sui campi della Serie D. Proposte indubbiamente di buon livello se paragonate alla categoria, belle da vedere e soprattutto personali.
L’unica remora è forse sulla coabitazione tra le hoops e la silhouette del falco, due caratterizzazioni che probabilmente avrebbero reso meglio separatamente – e infatti la speciale terza maglia rosa non contempla il petto strisciato –; ma è questo un giudizio che lascio al vostro gusto personale.
I falchetti folignati hanno vissuto i loro momenti migliori all’inizio degli anni trenta e a metà degli anni duemila, quando sfiorarono l’approdo in Serie B; senza dimenticare la squadra dei primi anni ottanta, che tornò in C1 dopo decenni di anonimato nelle categorie regionali.
Chissà quindi che l’insolita casacca rosa (assieme alle altre divise stagionali) non rimanga nella storia del club come simbolo di una nuova rinascita biancazzurra.
Cosa ne pensate della maglia rosa del Foligno? E promuovete le sue divise stagionali?