A poche ore dal debutto in Champions League è stata presentata ufficialmente la terza maglia della Juventus 2014-2015.
Una divisa che, limitatamente agli ultimi decenni, segna una netta rottura coi crismi cromatici del club piemontese. Un colore che, tuttavia, non è affatto estraneo al cammino della Vecchia Signora, riportandoci in parte indietro all’epopea del Quinquennio d’oro ma, soprattutto, alle giocate della leggenda Giampiero Boniperti.
Come già avevamo anticipato negli scorsi mesi l’intera divisa, maglia, pantaloncini e calzettoni, è caratterizzata da un verde intenso in due tonalità: chiaro nella parte frontale, più scuro in quella posteriore.
Niente di nuovo sotto al sole di quest’estate ormai al crepuscolo. Nike ha riservato ai bianconeri un template già affibbiato a vari suoi club europei; un kit che, in giro per il continente, si caratterizza unicamente per la variazione di colore da squadra a squadra.
Alla Juventus è toccato in sorte il verde, colore che viene interrotto unicamente da alcune strisce nere lungo spalle, braccia e fianchi. Dello stesso colore anche altri dettagli, come lo swoosh dell’azienda a stelle e strisce nonché il lettering dello sponsor sul petto.
Di fatto, la casacca sembra riprendere quello stile già visto sulla away juventina dell’ultima stagione, riproponendo un elegante colletto a polo che culmina in un profondo scollo chiuso da tre bottoni.
Permangono altre personalizzazioni già viste su home e away, come la frase «Fino alla Fine» inserita all’interno del colletto, mentre l’unica differenza è nello scudetto apposto — causa l’ingombrante fattura del colletto — sul lato sinistro del petto, in posizione decentrata.
Altrettanto minimalismo si riscontra in pantaloncini e calzettoni, che si limitano a riproporre il semplice stile visto sopra la maglia. I due capi, sempre verdi, sono infatti macchiati unicamente da bande nere che percorrono cosce e polpacci.
Questa terza divisa era già stata portata al debutto pochi gioni fa dalla formazione Allievi del club torinese, nella finale del Trofeo Scirea che li ha visti contrapposti ai pari età nerazzurri. Nell’occasione, abbiamo intravisto numeri bianchi con sottile bordatura nera; la scelta non dovrebbe dare problemi dato che, come ricordato, nella zona posteriore il verde va a scurirsi.
Un salto indietro nel tempo
Come abbiamo accennato, il verde non è una novità nella storia della Juventus. Le cronache narrano che fu utilizzato più volte a partire dai primi anni ’30, quando il club sabaudo affrontava i bustocchi della Pro Patria sfoggiando tale tinta.
Dobbiamo però aspettare il secondo dopoguerra perché l’erba del Comunale venga calcata da una delle più caratteristiche seconde maglie mai viste a Torino. A cavallo tra gli anni ’40 e ’50, una rediviva Juventus imperniata sul giovane capitano Boniperti riponeva nei borsoni un’affascinate casacca verdecerchiata, attraversata da una luminosa fascia bianconera.
Una divisa che visse un periodo di gloria molto fugace, e per questo talvolta sconosciuta perfino a storici e collezionisti della Vecchia Signora. Un colore che però rimase radicato nell’ambiente juventino per i decenni seguenti, dato che ancora alla soglia degli anni ’80 la Primavera bianconera faceva ampio sfoggio della tinta verde.
Comunque sia, crediamo che Nike non abbia dato troppo peso alla storia. Quest’anno l’azienda ha realizzato una terza maglia identica per molti suoi club, mutando unicamente il colore di base, in una sorta di grande collezione pop che abbraccia il calcio europeo.
Tuttavia, il caso ha voluto che la Juventus reincontrasse, dopo oltre mezzo secolo, una tinta dimenticata ma innegabilmente legata al bianco e nero. Il caso ci ha fatto riaprire un cassetto nascosto della memoria juventina… chissà quindi che ciò non possa essere uno stimolo in più, in futuro, per riportare alla luce altri pezzi di una storia, di un calcio, che ormai non ci appartiene più.
Vi piace il ritorno del Verde Juventus?
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