Il fallimento dell’Ascoli Calcio 1898, ufficializzato lo scorso 17 dicembre, ha dato inizio ad una nuova avventura calcistica nella città marchigiana.
Questa realtà porta il nome di Ascoli Picchio F.C. 1898 e prende vita grazie all’imprenditore italo-canadese Francesco Bellini, capace di rilevare la nuova società costituita dopo il fallimento e di riconsegnare alla piazza calcistica più importante delle Marche il titolo sportivo della precedente e blasonata società.
La storica squadra bianconera, una delle più antiche in Italia, si è ripresentata ai nastri di partenza della Lega Pro con un nome ed uno stemma rinnovati e ci appare quindi opportuno iniziare proprio da questo aspetto prima di analizzare insieme le nuove maglie che stanno accompagnando i marchigiani nel girone B.
In seguito alla scelta della società di non utilizzare nessuno dei loghi di proprietà dell’Ascoli Calcio, acquistati dopo il suo fallimento, è stato ideato un nuovo stemma societario che presenta tuttavia diversi elementi delle precedenti versioni.
Il nuovo stemma, disegnato sotto la supervisione di Marisa Bellini, moglie del presidente bianconero, consiste in uno scudo appuntito bordato in oro diviso orizzontalmente in tre sezioni. Ciò che balza subito all’occhio è la forte presenza del rosso, un colore apparso sui vessilli della squadra ascolana già nei primissimi anni Settanta e che ha accompagnato quasi ininterrottamente tutta la storia recente dell’Ascoli.
Nella parte superiore torna il simbolo del picchio, già proposto in un’altra versione nel corso degli anni Ottanta, che rappresenta la storia e il territorio. La figura di questo animale, per la precisione il picchio verde, è un riferimento all’uccello totemico degli antichi Piceni che secondo la leggenda condusse verso quei territori il popolo dei Sabini, posandosi sul loro vessillo e guidandoli attraverso gli appennini. La sezione centrale contiene il nome del club.
La terza sezione, infine, quella più ricca, è attraversata verticalmente dalle tradizionali strisce bianconere che richiamano le maglie della formazione marchigiana, e contiene al centro un vessillo rosso che ospita la corona e il castello, simboli del comune di Ascoli Piceno. Sotto a quest’ultimo elemento è riportato l’anno di fondazione del club, il 1898.
Dopo aver descritto lo stemma rinnovato è il momento di scoprire le nuove maglie prodotte per il terzo anno consecutivo dal brand italiano Max Sport con il contributo, anche in questo caso, della “first lady” Marisa Bellini.
La collezione, presentata in grande stile il 20 agosto scorso presso Palazzo dei Capitani, si compone di tre kit declinati nei colori dello stemma societario: bianco, nero e rosso. Proprio questo terzo colore, molto caro a tifosi e appassionati per la sua associazione al Presidentissimo Costantino Rozzi che indossava calzini rossi scaramantici durante le partite del suo Ascoli, è la maggiore novità della collezione dopo l’arancione e il blu delle ultime due stagioni.
La divisa casalinga che negli ultimi due anni è stata contraddistinta da strisce verticali molto sottili, risulta rivoluzionata dalla netta predominanza del bianco sul nero e dall’utilizzo di uno spessore decisamente più generoso, che riavvicina le nuove vesti dell’Ascoli alle divise proposte in passato da Lotto e Legea. La maglia consiste sostanzialmente in una casacca bianca arricchita da un elegante scollo appuntito a contrasto, collegato ai bordo manica da una doppia striscia nera che corre lungo le spalle.
La parte superiore della divisa, lasciata interamente bianca, ospita il nuovo stemma societario contrapposto al logo, a mio avviso molto pulito ed efficace, di Max Sport, ricamato in nero dopo due stagioni di rosso. Poco più in basso rispetto allo stemma societario si interrompono le strisce verticali nere, in questa versione soltanto quattro contro le sette della scorsa annata. Un sottile bordo nero cinge la parte inferiore della maglia, mentre una miniatura dello stemma societario è applicata in gommina sulla striscia nera presente sul fianco destro.
Rivoluzionato anche il pannello posteriore, dominato da un grosso riquadro nero che contiene le numerazioni bianche contraddistinte da un carattere molto corposo. L’inserto nero, che avrebbe probabilmente restituito un effetto migliore con i nomi dei calciatori stampati poco sopra di esso, separa la sezione inferiore caratterizzata dalle righe verticali.
Poco sotto il colletto fa mostra di sè, per il terzo anno consecutivo, il simbolo del picchio nella nuova versione inserita nello stemma che sostituisce il disegno degli anni Ottanta rispolverato due anni fa da Max Sport (lo potete vedere nella carrellata presentata in apertura). Il kit si completa con pantaloncini e calzettoni bianchi che riprendono la doppia striscia nera presente sulle maniche; inevitabile leggere dietro a questa soluzione un’ispirazione dalle divise Adidas di cui probabilmente il coraggioso sponsor tecnico avrebbe potuto fare a meno.
Nessuna novità, se non per il design, per quel che riguarda la divisa da trasferta, rappresentata per il terzo anno consecutivo da un completo nero. La nuova versione presenta lo stesso colletto della maglia casalinga, ma senza contrasto cromatico, e la stesse due righe che si sviluppano lungo le maniche.
La casacca è decorata da una triplice striscia bianco nera che attraversa verticalmente la divisa in prossimità dello stemma societario, mantenuta “libera” dagli sponsor che si collocano felicemente sul lato destro. Il kit, decorato da numerazioni bianche, si completa con pantaloncini e calzettoni di “Adidasiana memoria” speculari per inserti a quelli bianchi descritti poc’anzi.
Completa la collezione la terza divisa rossa; un colore importante, come abbiamo ricordato in apertura, che ha il pregio di differenziare nettamente la maglia dalle altre due e allo stesso tempo di rappresentare qualcosa di significativo per il club. Il modello scelto è lo stesso utilizzato per la divisa nera da trasferta ma in questo caso la tripla striscia verticale è esaltata dallo stacco cromatico con il rosso che la rende a mio avviso una delle maglie più belle della storia recente dell’Ascoli.
La terza maglia si abbina a pantaloncini e calzettoni rossi, impreziositi dalla presenza di entrambi i colori societari che completano al meglio il kit. Questa divisa è stata spezzata nella trasferta di Ferrara dall’utilizzo dei calzettoni neri: un vero mistero vista la netta differenza tra il rosso dei calzettoni dell’Ascoli e il bianco dei calzettoni della Spal.
Prima di lasciarci, segnaliamo il video della presentazione ufficiale delle tre divise annunciando una ricca sfilata di divise storiche dell’Ascoli che farà sicuramente felici gli appassionati del calcio e delle maglie di una volta.
Un nuovo nome, un nuovo stemma e tre nuove maglie: l’Ascoli rinnova le sue vesti grazie ad un lavoro sinergico, a mio avviso degno di nota, di società e sponsor tecnico.
Come giudicate il nuovo stemma societario? Qual è la vostra impressione sulle divise ascolane?
Photocredit parziale: ascolipicchio.com – mondopicchio.wordpress.com