A novembre avevamo lasciato la nazionale giapponese alla presentazione del kit casalingo che verrà esibito nel mondiale brasiliano il prossimo giugno: i samurai di Zaccheroni avevano sfoggiato una divisa total blue con dettagli grafici e cromatici abbastanza particolari.
Se per la prima divisa adidas aveva optato in grandi linee per una continuità cromatica con le uniformi precedenti, la seconda divisa rivoluziona il guardaroba sportivo dei nipponici utilizzando un colore inedito e decisamente d’impatto.
La nuova divisa, infatti, è un total giallo fluo che accende letteralmente l’undici del Sol Levante: una scelta cromatica decisamente audace che vuole rendere tributo alle nuove generazioni e alla loro dinamicità.
Non a caso adidas ha utilizzato il colore chiamato Electricity proprio per sottolineare il carattere energico e deciso che vuole dimostrare il team di Zaccheroni. Una temerarietà cromatica equilibrata, quantomeno, dal disegno semplice e senza troppi fronzoli già utilizzato nella prima maglia: non si segnalano, infatti, particolarità sartoriali di alcun tipo, evidenziando l’intenzione di giocare la partita principalmente sull’aspetto cromatico e grafico.
Il giallo è incorniciato dai dettagli blu che provano a bilanciare e ad ammorbidire la supremazia dei colori caldi segnando la parte alta della maglia: dallo stemma adidas e dal bordo delle maniche, passando per le tre strisce sulle spalle e approdando sul pannello posteriore con la striscia orizzontale che solca la schiena, segno distintivo dei team marchiati dalle three stripes a Brasile 2014.
Anche su questa maglia campeggia il tratto di pennello che decora la parte alta della schiena: questa volta a rappresentare l’unità della squadra ci pensa una spennellata arancione che spezza leggermente il dominio del giallo fluo e si accorda ad esso per gradazione di colore.
Per quanto riguarda l’aspetto grafico, anche sulla maglia away viene ripresentata la riproduzione dei raggi della marina imperiale giapponese che si irradiano dallo stemma della JFA, la Japan Football Association, con soluzione tono su tono. Dall’output fotografico è evidente come, nell’insieme della maglia, il colore molto acceso renda poco visibile questa trama geometrica che nella divisa casalinga dava un effetto asimmetrico alla casacca. Tuttavia, questa è una impressione data magari dalle immagini per cui è probabile che in partita questo dettaglio grafico si noti meglio (è prevista una partita amichevole del Giappone contro la Nuova Zelanda il prossimo 5 marzo quando probabilmente verrà indossata).
Il kit si completa con pantaloncini in coordinato giallo fluo contornati da dettagli blu e da calzettoni che richiamano su di essi anche l’arancione utilizzato sul pannello posteriore della maglia.
Una rivoluzione cromatica per la nazionale dei samurai che si presenta in Brasile con una divisa away che rispecchia la vivacità del paese sudamericano e sottolinea come il trend fluo si stia facendo strada anche tra le squadre nazionali. Una scelta abbastanza netta rispetto agli anni precedenti, dal momento che i nipponici ci avevano abituato, in linea di massima, al rigore e alla semplicità del bianco e blu nelle divise away.
Sul sito della nazionale giapponese si legge che questa soluzione cromatica consente ai giapponesi di essere più distinguibili in campo. Sarà, ma quel che è ipotizzabile è che se da un lato questa divisa sembra confermare l’attitudine da parte dei giapponesi ad essere una sorta di pionieri nell’essere appariscenti, dall’altro permette ad adidas di osare in termini utilizzo a 360°di colori sgargianti senza doverli relegare al riempimento dei dettagli, come successo ad esempio con la divisa away della Spagna.
La trasformazione cromatica della divisa away ha interessato anche il versante femminile del calcio giapponese. In occasione della presentazione di questa divisa, infatti, adidas ha svelato anche la maglia della corrispettiva nazionale femminile di calcio. Utilizzando lo stesso design e colore rispetto ai maschietti, la maglia delle Nadeshiko Japan varia essenzialmente per il bordo maniche in rosa (a conferma del cliché: blu maschio, rosa femmina) e in più vanta sul lato destro del petto la patch di campionesse in carica del campionato mondiale, vinto il 2011 contro gli Stati Uniti per 3-1 ai rigori.
Se si riconfermeranno campionesse bisogna aspettare l’anno prossimo. Nel frattempo la selezione maschile proverà sicuramente a fare meglio degli anni precedenti anche se, sulla carta, pare non abbia i numeri per eguagliare il risultato della nazionale femminile.