I social media hanno il potere di diffondere in tutto il mondo parole, immagini e video che possono arrivare da qualsiasi angolo remoto del pianeta. Di questo ne ha beneficiato anche il calcio e in particolare il design legato allo sport che amiamo.
Ogni club può essere al centro di un progetto grafico realizzato da chiunque, compresa una squadra di calcio italiana protagonista di un rebranding creato in Costa Rica!
Stiamo parlando del lavoro fatto da Matti Vandersee, un graphic designer che ha pubblicato poco tempo fa la sua proposta per un nuovo logo del Modena. Visto il suo lavoro e quelli fatti con lo studio PUPILA per i rebranding ufficiali del FC Nordsjaelland e della nazionale del Costa Rica, lo abbiamo contattato per saperne di più.
Perché hai deciso di riprogettare il logo del Modena?
“Rielaborare identità sportive nel tempo libero è diventata una mia passione collaterale negli ultimi anni. Quello che era cominciato come un hobby ora è diventato una seria aspirazione a specializzarmi in questa nicchia del design. La scelta delle squadre è estremamente casuale. In questo caso specifico, il creatore di ‘Sucker for Soccer’ Zoran Lucic menzionò che avrebbe tenuto una mostra a Modena e che ci sarei dovuto andare, dato che anche la città è unica.
Promisi che avrei creato un rebrand per il Modena FC, così che il club mi potesse convocare per parlarne e darmi anche la possibilità di assistere alla mostra. Purtroppo, alla fine la mostra non si tenne (per la pandemia globale) e io non fui neanche contattato dal club. Ma non si sa mai… spero di avere la possibilità di visitare Modena un giorno.”
Qual è stato il processo creativo e le ispirazioni che ti hanno portato a questa idea?
“Qualsiasi sviluppo di un’identità visiva richiede ore di ricerca prima che avvenga il design concreto. I rebrand sono ulteriormente complicati perché non dovrebbero mai mancare di rispetto alla storia grafica già esistente. Tra tutte, le identità sportive han dimostrato di essere un argomento ancora più delicato, non solo per le critiche sui social media, ma per il semplice fatto che queste rappresentano un prodotto che è al 100% emozionale. Che piaccia o no, i brand sportivi sono la vera definizione di love brand.
Credo fortemente che l’identità di ogni club o federazione abbia la possibilità di trascendere lo sport stesso, diventando una rappresentazione culturale di una città, una regione o addirittura un paese. Per questo, emblemi già storici come gli stemmi cittadini hanno rappresentato e, cosa più importante, differenziato i paesi fin dalla loro nascita, affondando le loro radici in profondità e sono in grado di evocare un senso di appartenenza. Appena ho visto lo stemma cittadino, la soluzione ha iniziato a formarsi da sola davanti ai miei occhi.
L’attuale logo del club ha un forte ed iconico monogramma ‘MFC’ che sembra essere tenuto prigioniero da una divisione cromatica non necessaria, che inoltre manca di contrasto nelle applicazioni principali come la maglia casalinga del club. La forma ovale ovviamente è molto emblematica per il calcio italiano, quindi liberare il monogramma per dargli più impatto visivo nella forma del logo era fondamentale.
Qui entra in gioco lo specifico stile grafico della croce all’interno dello stemma cittadino. Una decisione che non rende necessariamente la visualizzazione meno impegnativa, ma si adegua alle radici stesse di una città e quindi appare giustificata. Lo stesso anno di fondazione del club meritava di essere mantenuto, ma riposizionato al di sotto dell’attuale icona. Sottolineando l’idea di semplificazione attraverso una miglior gerarchia visiva invece di un rimodellamento per seguire le tendenze estetiche o di moda.
Per convincermi della soluzione scelta, l’ho applicato a qualsiasi contesto quotidiano immaginabile. Sia nel contesto calcistico (storia, uso sui kit, social media) sia al di fuori di esso per espandere le possibilità e comprenderlo come icona culturale al di là dei risultati sul campo. Mentre continuavo a fare ricerche, ho capito presto che Zoran non stava esagerando sulla ricchezza culturale unica che circonda la città di Modena. Enzo Ferrari, Luciano Pavarotti, ristoranti stellati Michelin, formaggio e aceto potrebbero sembrare per qualcuno solo risultati di una ricerca superficiale su internet, ma questi rinforzano il contesto culturale di una città su scala locale ed internazionale. Questa è la mia definizione di identificazione complessiva di una città attraverso la passione per lo sport.”
Ho visto che il tuo studio ha lavorato ai nuovi loghi di Costa Rica e FC Nordsjaelland: sei stato coinvolto in questi lavori? È stato più facile o più difficile creare un logo
con un incarico ufficiale e tempi prestabiliti?
“Senza dubbio lavorare con una scadenza rende più difficile arrivare alla miglior soluzione possibile. Anche se sono stato incaricato di ridisegnare entrambe le identità, il costante supporto e i feedback critici dei colleghi mi hanno dato una mano concreta nel realizzare le mie idee, rendendo il tutto molto più facile. In più essere stato fisicamente presente presso entrambe le loro sedi (pre pandemia), fare interviste, visitare i musei, ascoltare i presidenti, i giocatori e i tifosi, è stato molto utile per capire la missione fino al suo cuore.
L’ansia è molto grande quando conti i giorni che separano il tuo lavoro dall’essere internamente esaltato, all’essere “fatto a pezzi” senza riguardo e senza contesto sui social media. Ma d’altra parte, un design ben pensato e curato nei dettagli sopravvivrà comunque a due giorni di proteste sui social media, come entrambi i rebrand hanno dimostrato.
Vedere i due loghi prendere vita è qualcosa di incredibile per un appassionato di calcio come me. Poter aiutare a tradurre queste questioni complesse ed elevarle a diventare loghi culturali è molto significativo per me.
Mi spingo a dire però che è più difficile realizzare un rebrand totalmente da solo. Senza la possibilità di assorbire le vibrazioni di una squadra e il retaggio culturale del posto che dovrebbe rappresentare, seduto dietro a un portatile dall’altra parte del pianeta. Provo solo a trarre vantaggio dal fatto che molta gente sembra adorare i concept fintantoché non diventano realtà. Quindi in questo rebrand ci sono solo io che seguo la mia passione, finché il prossimo club o una federazione coraggiosi non si metteranno in contatto con me.”
C’è una squadra di calcio di cui vorresti fare un rebrand?
“Sono un grande fan del Manchester United, quindi essere coinvolto in qualsiasi cosa legata alla loro identità sarebbe un onore. Ovviamente sarei a disposizione di qualsiasi club o federazione coraggiosi purché supportati da un ufficio di comunicazione esperto. Se condividiamo la visione di un branding propositivo e la potenza di simboli significativi in grado di rinforzare il legame tra un’istituzione sportiva e la sua cultura circostante, allora possiamo andare a farci “crocifiggere” sui social media insieme!”
Che ne dite del lavoro di Matti Vandersee? Lo vedreste bene il suo logo sulle maglie del Modena?