Per tutti coloro che sono uniti dalla passione tra calcio e stile, una delle massime soddisfazioni è vedere una squadra e un’azienda che lavorano in sinergia, impegnandosi a fondo per proporre ogni stagione delle uniformi belle e originali, impregnate della storia e dei valori del club.
In questo senso, il binomio tra Reggiana ed Erreà è indubbiamente uno dei più riusciti nell’attuale panorama calcistico italiano.
Una collaborazione che, facendo perno sull’identità cittadina e sulla riscoperta del passato, ha saputo far breccia nel cuore dei tifosi della Regia, nonché destare l’interesse dei semplici appassionati e curiosi. Questi due elementi rimangono basilari anche per le nuove divise della stagione 2013-2014.
Dopo la maglia tricolore del 2011-2012, e la casacca sbarrata del 2012-2013, stavolta l’asticella dell’emozionalità viene ulteriormente innalzata con un trittico che attinge direttamente dai cassetti della memoria, tre maglie indissolubilmente legate a un preciso momento storico della società reggiana.
Pur avendo strizzato l’occhio al passato, non mancano comunque le novità rispetto a quanto visto nelle ultime annate.
La prima maglia: il granata degli anni d’oro
La più grande sorpresa è rappresentata dalla prima divisa, che abbandona i pantaloncini blu per riportare in auge un completo integrale granata.
Un balzo indietro di vent’anni, questo, che ci porta a cavallo degli anni ottanta e novanta – l’epoca d’oro segnata da nomi come Luigi De Agostini, Paulo Futre e Michele Padovano, che assieme al mister Pippo Marchioro resero protagonista la Reggiana in Serie A.
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Il nuovo kit home appare molto semplice e minimale. La maglia è completamente granata, e caratterizzata unicamente da uno stretto scollo a V. Lo stemma – molto curato, con effetto glitter dorato – è posizionato sul cuore, mentre i loghi Erreà sono da consuetudine inseriti su petto e maniche.
Stessa scelta monocromatica è adottata per pantaloncini e calzettoni, per un’uniforme che a tratti appare quasi spartana. Da notare, inoltre, il ricorso a una tonalità granata più calda e intensa rispetto al recente passato.
La seconda maglia: una casacca per collezionisti
La seconda divisa può essere invece intesa come una chicca da collezione. La scelta è caduta sul tradizionale bianco, colore predominante di tutta l’uniforme; la variazione stagionale risiede in un template spaccato – la cui parte superiore è adornata da un grande pannello granata, impreziosito alla base da una riga ornamentale.
Erreà è andata a pescare nella stagione 1979-1980, riproponendo abbastanza fedelmente la casacca da trasferta sfoggiata dalla Reggiana durante quel campionato di Serie C1: nonostante l’annata si rivelò abbastanza anonima per la compagine granata, questa particolare camiseta alternativa rimase nella memoria dei tifosi, ed è tuttora tra le più ambite dai collezionisti.
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La maglietta è completata da un colletto bianco a V con lembi, e dalle finiture granata riservate ai polsini. Il pannello ricorre in misura minore anche nella parte posteriore, dove occupa meno spazio per lasciar posto ai numeri di maglia, pittati di blu.
Bianchi sono pure pantaloncini e calzettoni, con quest’ultimi che recano un risvolto granata come unica nota di colore.
La terza maglia: il colore dei pionieri
A differenza delle prime due uniformi, che ricordano il recente passato della squadra, il debutto della terza divisa (una novità, limitatamente agli ultimi anni) ci trasporta invece agli albori del club.
Ci ritroviamo più precisamente nel 1919, quando i pionieri del foot-ball a Reggio nell’Emilia diedero vita all’attuale società. Non è chiaro da cosa scaturì tale scelta, e le fonti discordano, ma è ormai un dato storico assodato: i granata nacquero bianconeri.
Per la precisione, l’intero completo da gioco dei primi calciatori reggiani era nero, col bianco riservato a dettagli come colletto e polsini.
La versione più accreditata e che queste fossero le casacche della Juventus Reggio, la compagine che fondendosi col Reggio Football Club portò alla nascita della Reggiana; in seguito il nero venne poi soppiantato dal granata, già colore del Reggio FC, che l’aveva scelto a suo tempo per omaggiare il Torino – in cui aveva militato Severino Taddei, tra i fautori del calcio reggiano.
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Erreà ha voluto “anticipare” il centenario della Regia realizzando un’emozionante divisa, che riprende i canoni stilistici di quella dei primi del secolo scorso. Non manca la storica bordatura bianca nella parte inferiore della maglia, mentre il colletto bianco annovera la novità di un sottile fregio granata lungo i propri lembi. L’effetto vintage è inoltre amplificato dallo stemma, realizzato in questo caso in versione ricamata.
Completamente neri sono i pantaloncini, a differenza dei calzettoni che, pur adottando la stessa tonalità, mostrano nei risvolti un richiamo all’odierno colore societario.
Fin da principio, questo kit third è stato concepito come un qualcosa da utilizzare col contagocce, e sarà pertanto sfoggiato dai calciatori reggiani esclusivamente in speciali occasioni: portato al debutto nell’amichevole estiva contro il Sydney FC di Alex Del Piero, è stato fin qui vestito solamente nella sfida di campionato contro la Cremonese, la più vicina al compleanno del 25 settembre.
Per tutte e tre le mute, le personalizzazioni sono rappresentate dalla denominazione societaria ‘A.C. Reggiana 1919’ – inserita nella parte posteriore del colletto e lungo i calzettoni – e (come già accaduto la scorsa stagione) dallo stemma della Repubblica Cispadana – cucito sulla manica sinistra.
Tale vessillo, che ebbe i suoi natali proprio a Reggio nell’Emilia nel lontano 1797, è ufficialmente riconosciuto come il primo tricolore italiano, progenitore della nostra attuale bandiera e orgoglio di tutta la città emiliana.
Tutto l’abbigliamento sportivo e di rappresentanza realizzato da Erreà per la Reggiana, gode della certificazione Oeko-Tex Standard 100 – che garantisce l’assenza, dai propri tessuti, di sostanze nocive o tossiche per la salute degli sportivi. La stagione 2013-2014 sancisce il terzo anniversario per questo rinnovato sodalizio tra il club emiliano e l’azienda di San Polo di Torrile, già legati a lungo in passato.
Con questa terna di casacche intrise di storia, la Reggiana disputerà quest’anno il campionato di Prima Divisione, confidando di tornare presto ai fasti di chi quelle maglie le ha a suo tempo indossate, e portate ai massimi traguardi del club.
La Regia rimane infatti ancora oggi una delle squadre più note d’Italia (e non), grazie ai tanti campioni – futuri o già affermati – che, nella storia quasi centenaria del club, hanno vestito la divisa granata: due su tutti, il campione del mondo di USA ’94 Cláudio Taffarel, e… l’asso nipponico Mark Lenders!
Come giudicate l’idea di questo “trittico storico” per la Regia?