Continuando la rassegna di approfondimenti sulla Lega Pro ci fermiamo in Campania, e più precisamente a Salerno dove andiamo ad analizzare le principali novità sul fronte maglie della Salernitana, impegnata nel girone B di Prima Divisione. Mai come in questa stagione infatti, si è parlato di maglie in casa dell’ippocampo: un sondaggio tra i tifosi per la scelta della prima divisa, il ritorno alle origini per i colori della terza maglia, e una rischiata multa per il suo utilizzo. Ma andiamo con ordine.
L’Unione Sportiva Salernitana 1919, comunemente detta Salernitana, è la principale società calcistica di Salerno; la sua storia quasi secolare, che inizia nel lontano 1919, parla di due soli campionati nella massima serie nelle stagioni 1947-1948 e 1998-1999 e di ben tre rifondazioni, l’ultima delle quali nel 2011 per questioni finanziarie.
Il 26 luglio 2011 venne infatti fondato il Salerno Calcio aderendo all’art. 52.10 delle Norme Organizzative Interne Federali (NOIF) in seguito all’esclusione dalle competizioni calcistiche del precedente assetto societario. Una situazione molto simile a quella che abbiamo raccontato qualche settimana fa parlando del Foggia, ma con la fondamentale differenza che in questo caso siamo già al lieto fine; la squadra campana, a differenza di quella pugliese infatti, può fregiarsi dello storico simbolo dell’ippocampo e della denominazione originale.
Non sono solo gli aspetti legali a far contenti i tifosi salernitani: sul terreno di gioco la situazione dei granata non è meno entusiasmante e la squadra di proprietà di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma, sta rapidamente risalendo la china riavvicinandosi alle categorie più prestigiose del calcio italiano. In soli due campionati, grazie a ben due promozioni consecutive arrivate sotto la guida di mister Perrone (il primo allenatore granata a riuscire in tale impresa), la Salernitana è passata dalla Serie D alla Prima Divisione, con vista sulla Serie B.
La squadra, che gioca le sue partite casalinghe allo stadio Arechi, è solita scendere in campo indossando il color granata, ma non è stato sempre così. Come in molte altre realtà del nostro calcio, pensiamo a Juventus e Fiorentina, anche la squadra campana agli albori della sua storia utilizzava colori diversi da quelli attuali e nello specifico, le prime maglie della Salernitana erano bianco-celesti a strisce verticali.
Nel periodo tra il 1922 e il 1927, poi, la squadra, sotto il nome di Salernitanaudax adottò una divisa a strisce nero-celesti per sancire la fusione tra la Salernitana (bianco-celeste) e lo Sport Club Audax (bianco-nero). In seguito, con la rifondazione della società, nella stagione 1927-28 apparvero per la prima volta le celebri divise granata, ma solo per un breve periodo, nel 1929 infatti i campani tornarono a vestire bianco-celeste pur alternando in numerose occasioni la maglia granata.
Il 1943 è l’anno che sancisce l’adozione definitiva delle divise granata, anche se le attività sportive ricominceranno solo a guerra finita. C’è chi dice che questa scelta fu presa per omaggiare il Grande Torino, e chi addirittura sostiene che il colore granata nacque dalla tinteggiatura approssimativa delle divise militari dell’epoca, una soluzione improvvisata dovuta agli stenti lasciati dalla guerra, ma queste sono solo leggende.
Parlando di leggende, è doveroso raccontare il periodo più glorioso della recente storia della Salernitana, e del campionato stellare che, nella stagione 1997-98 portò i granata a vincere il campionato di Serie B, guadagnando la possibilità di partecipare alla Serie A dopo cinquant’anni dalla prima e ultima apparizione. In questa cavalcata, i granata guidati da mister Delio Rossi furono trascinati dalle reti della più prolifica coppia gol del campionato, composta dal giovane bomber Marco Di Vaio che si impose come capocannoniere del torneo con ben 21 reti in 36 partite giocate, e dall’esperto attaccante romano Edoardo Artistico, che contribuì con un bottino di 12 centri.
L’anno seguente, nella massima serie, i campani non riuscirono ad ottenere la storica salvezza soltanto per un punto, ritornando dopo una sola stagione in Serie B. Nonostante questo verdetto, la stagione dei granata non fu avara di soddisfazioni e la squadra, lanciando calciatori come Marco Di Vaio, Gennaro Gattuso, Ighli Vannucchi e David Di Michele giocò a viso aperto sui campi più prestigiosi del calcio italiano. Tra le mura amiche si guadagnò il soprannome di “ammazza-grandi” dopo aver sconfitto squadroni del calibro di Lazio, Roma, Inter e Juventus.
Nemmeno sul fronte maglie l’ippocampo è passato inosservato nella sua fugace apparizione in Serie A, grazie ad una particolarissima terza maglia, in pieno stile anni ’90. La divisa, prodotta da Asics, presentava un template a quadri utilizzato molto raramente nel calcio italiano (citiamo il Rimini), giocato sui colori bianco e granata con il colletto nero e lo stemma societario al centro del petto; il disegno poi, continuava anche sui pantaloncini, partiti nei due colori e sui calzettoni, a righe orizzontali. La maglia casalinga nella seconda e ultima stagione dell’ippocampo in Serie A era ovviamente granata, attraversata da una banda orizzontale nera che conteneva lo stemma societario.
Dopo questa breve panoramica sulla storia del calcio granata, ritorniamo ai giorni nostri per illustrare le divise con le quali la squadra si è messa alla caccia di un piazzamento in Serie B, forte delle entusiasmanti vittorie della stagione scorsa in cui a fare la voce grossa hanno pensato Ciro Ginestra e Matteo Guazzo con ben 32 gol in due.
Il parco maglie di questa stagione, che conta tre diversi kit, è stato prodotto dal partner tecnico Givova, con cui la Salernitana ha di recente prolungato l’accordo fino al 2016.
La divisa casalinga è stata scelta direttamente dai tifosi granata attraverso un sondaggio di cui abbiamo parlato nel giugno scorso e che ha visto una partecipazione davvero straordinaria, con oltre 4.000 preferenze registrate, delle quali molte giunte anche dall’estero. Il modello più gettonato tra i tifosi è stato nettamente quello con gli inserti e i pantaloncini neri, che ha letteralmente sbaragliato la concorrenza divorando più del 74% dei voti. Snobbati i due modelli più coraggiosi che volevano un vasto utilizzo del celeste con rispettivamente il 2 e 3% confermando ancora una volta, laddove ce ne fosse stato bisogno, che i tifosi italiani prediligono la tradizione all’innovazione.
La divisa, come abbiamo visto, gioca sull’abbinamento molto accattivante tra il colore principale, che è ovviamente il granata, e il nero arricchendo il tutto con rifiniture dorate.
Il modello presenta un taglio moderno e piuttosto aderente caratterizzato al tempo stesso da un colletto a V molto classico. Un colletto ben coordinato con i bordo-manica grazie all’utilizzo dello stesso spessore e dello stesso colore nero.
Sul fianco destro della maglia è presente un dettaglio appena percettibile ma dal grande significato simbolico: il disegno tono su tono dell’ippocampo, lo storico simbolo della Salernitana.
Un’ulteriore nota di personalizzazione la troviamo sul retro della maglia, dove è presente lo stemma comunale di Salerno applicato in un grosso inserto triangolare nero che si proietta sulle spalle; questo richiamo ai colori comunali della città di Salerno è stato replicato anche sulla divisa da trasferta.
Lo stemma societario con l’ippocampo trova spazio sulla parte sinistra del petto, mentre il nome dello sponsor tecnico Givova troneggia in oro al centro della maglia. Dorati anche il logo dello sponsor tecnico, cucito su entrambe le maniche e le numerazioni contraddistinte da un font rotondeggiante.
Sulla maglia granata trovano spazio due diversi sponsor: quello principale, Montedoro, campeggia nella parte centrale della divisa, mentre il secondo sponsor, caffè Motta, è applicato in una patch circolare sul lato destro del petto.
I pantaloncini riprendono gli stessi colori utilizzati per la maglia e sono neri con una bordatura granata. Lungo i fianchi sono cuciti i loghi Givova in oro mentre il lettering dello sponsor tecnico, sempre dorato, si trova sulla gamba sinistra. Lo stemma societario è cucito sulla gamba destra. Completano la divisa calzettoni neri con un orlo granata arricchiti nella parte centrale dal profilo dorato dell’ippocampo, vero leitmotiv della collezione.
La seconda divisa è composta sullo stesso modello del completo casalingo, virato nel classico bianco da trasferta. Il colletto a V e i bordo-manica in questa versione sono granata, come il lettering e i due loghi Givova che mantengono la stessa posizione occupata sulla maglia casalinga. In granata anche le numerazioni e l’inserto sulle spalle che contiene lo stemma comunale. Presente anche in questa versione il dettaglio dell’ippocampo tono su tono sul fianco destro.
La divisa si completa con pantaloncini granata, impreziositi dagli stessi dettagli analizzati per la divisa casalinga in bianco. E’ tuttavia frequente che per esigenze di distinguibilità con la formazione avversaria, la squadra scenda in campo con i pantaloncini bianchi della terza divisa, creando un singolare effetto dato dalla croce celeste che contraddistingue i pantaloncini di questo kit.
La terza divisa da gara, come abbiamo anticipato nell’introduzione, vuole richiamare i primi colori ufficiali della Salernitana. Lotito e Mezzaroma hanno attentamente valutato le proposte messe sul tavolo dallo sponsor tecnico optando per una soluzione celeste con inserti granata, mancando quindi il rifacimento della prima divisa a strisce verticali bianco-celesti.
Il completo non sembrerà una novità assoluta all’occhio attento dei più appassionati dal momento che si sviluppa su un modello visto la scorsa stagione a Catania, come divisa da trasferta. Il template con la croce ad intersecare lo stemma era inoltre già stato proposto da Nike agli ultimi mondiali con le divise della nazionale serba.
Il colore principale della maglia è appunto il celeste, attraversato da una croce granata posta sul lato sinistro della divisa con il centro in prossimità dello stemma societario. Il colletto a V presenta una sottilissima bordatura granata ed è sormontato da un inserto triangolare che si sviluppa sul retro; molto sottili anche i bordo-manica sempre color granata. In bianco i loghi dello sponsor tecnico e consueta posizione per lo stemma societario. Le numerazioni inizialmente previste per questo kit erano granata, ma nella versione da gara, fino a questo momento, sono state applicate in bianco.
I pantaloncini che completano la divisa sono bianchi con la croce celeste che attraversa il lato sinistro ma va detto che nell’unica partita in cui è stato utilizzato questo kit, la squadra è scesa in campo, a causa dei colori chiari utilizzati dagli avversari, con i pantaloncini e i calzettoni neri della divisa home, generando un effetto oggettivamente un pò confuso con ben cinque colori presenti.
Sveliamo un retroscena su questa maglia che poteva costare una multa alla società dell’ippocampo.
La data dell’esordio ufficiale di questa divisa è stata il 29 settembre nella trasferta a Barletta vinta dai granata per due reti a zero; in questa occasione, complici il bianco e il rosso delle divise dei pugliesi che rendevano difficile l’utilizzo della maglia granata o di quella bianca bianca, i campani hanno deciso di scendere in campo sfoggiando il terzo kit.
Questa scelta improvvisa, non ha permesso di applicare sulle maglie celesti le patch di Lega Pro Integrity, obbligatorie per tutti i match di campionato, come disposto dalla Lega che ha emanato disposizioni in merito con un comunicato ufficiale. Il tutto si è concluso nel migliore dei modi e il giudice sportivo ha graziato la Salernitana non applicando la sanzione, a differenza di quanto accaduto nella stagione precedente, quando il club campano, reo di essere sceso in campo a Pontedera senza le apposite toppe, fu multato dal giudice sportivo con un’ammenda di 750 euro (comprese nella sanzione anche alcune infrazioni dei tifosi granata, come l’accensione di alcuni fumogeni).
Chiudiamo la nostra panoramica andando a scoprire cosa accomuna la Salernitana con i bianconeri del Cesena, con gli inglesi, sempre bianconeri, del Newcastle e con gli americani arancio-azzurri del Southern California Seahorses. La risposta è ovviamente lo stemma con l’ippocampo, anche se in versione creatura mitologica per i Magpies britannici.
Questo pesce è stato adottato come simbolo della squadra campana già nel 1949 e la scelta di un emblema tanto singolare si deve al pittore e professore salernitano Gabriele D’Alma che ne disegnò una prima versione.
Questa bozza iniziale è stata ritoccata più volte nel corso degli anni e venne stilizzata nel 1986, ad opera del grafico americano Jack Lever. La versione creata negli Stati Uniti vedeva l’ippocampo bagnato dalle onde marine e sormontato da cinque bastioni che rievocano le fortificazioni normanne e longobarde disseminate nella provincia di Salerno: il castello di Arechi, la Bastiglia, il Forte La Canale, il castello di Montevetrano e Castel Terracena. Alla destra dell’ippocampo vi è una piccola stella otto punte che richiama il Follaro, antica moneta della Zecca di Salerno.
Nel campionato di Serie B 1999-2000 lo stemma della Salernitana subisce qualche modifica e la torre lascia il posto a uno scudetto granata che racchiude l’ippocampo e il Follaro, con l’anno di fondazione 1919. Questo stemma fu utilizzato fino al 2005, anno in cui la Salernitana Sport venne esclusa dai campionati FIGC. Dall’estate del 2005 all’estate del 2009 la Salernitana, rinata grazie al Lodo Petrucci fu costretta ad adottare provvisoriamente uno stemma societario privo dell’ippocampo, poiché la società non possedeva i diritti sui beni immateriali rimasti in capo al precedente assetto societario.
Solo con l’acquisto dei beni immateriali la squadra campana poté riutilizzare il suo storico simbolo che oggi può nuotare in pace e tranquillità nel suo mare granata.
La “contaminazione” della divisa home molto in voga in Bundesliga è ancora molto lontana dall’essere sdoganata anche nel nostro Paese e addirittura stravolgimenti delle divise da trasferta sono accolti con perplessità e riluttanza dalla stragrande maggioranza di tifosi e appassionati attenti alla tradizione (vedi il modello giallo-nero dell’Atalanta, la maglia rossa dell’Inter, o la divisa dorata del Milan solo per ricordare alcuni esempi).
Questa tendenza non è stata disattesa dai risultati del sondaggio proposto ai sostenitori della Salernitana che si sono mostrati convinti conservatori; condividete la loro scelta oppure avreste osato di più inserendo il celeste nella divisa home?
Cosa pensate dei nuovi kit dei granata e come giudicate la terza divisa celeste? Un giusto compromesso tra storia e modernità oppure un’occasione persa per rispolverare la vecchia divisa a strisce bianco-celesti?