Vi siete mai chiesti cosa c’è dietro la realizzazione di una maglia da calcio? Noi di Passione Maglie, sì! Ed è per questo che siamo arrivati fino a San Polo di Torrile, in provincia di Parma, per studiare da vicino una delle aziende di abbigliamento sportivo italiane tra le più in crescita degli ultimi anni.
Parliamo di Erreà, storico sponsor tecnico del Parma che di recente ha annunciato la firma con il Middlesbrough (un ritorno quest’ultimo, dopo circa undici anni). Il brand emiliano ci ha accolto la scorsa settimana nella loro sede durante il Press Day.
L’autoproduzione: minor tempo e maggiore qualità
A farci da guida nello stabilimento centrale ci ha pensato il vice-presidente Roberto Gandolfi, accompagnato da Alberto Mariani (in arte rupertgraphic), Fabrizio Taddei e Rosa Sembronio, rispettivamente Football Art Director, Head Of Global Partnership e Marketing Manager dell’azienda parmense.
Grazie a loro abbiamo carpito uno tra i più importanti segreti che rendono unica Erreà (e che la differenzia da molti competitor): la sua autoproduzione di materiale tessile, frutto di una politica societaria che non hai mai guardato solo alla quantità e che, non per caso, è stata premiata dagli amanti dell’abbigliamento sportivo nel corso di questi anni, al punto da consentire al gruppo di espandere i propri confini, aprendo nuovi stabilimenti in Europa e nel mondo, mantenendo però l’Italia al centro dei propri affari.
Un modo di crescere ed espandere i propri confini senza dimenticare quelle origini che le hanno permesso di poter arrivare fino alle porte del grande calcio.
Per chi non lo sapesse, autoproduzione significa gestione diretta dell’intero processo di realizzazione della divisa e, dunque, tempi di realizzazione ridotti a settimane piuttosto che mesi come spesso avviene per altri fornitori tecnici. Ma i vantaggi di questa scelta non si limitano alla solo velocità di produzione e smistamento del materiale, ma anche a una maggiore attenzione alle questioni ambientali, attraverso una riduzione degli sprechi delle materie utilizzate.
Ad aiutare questo processo di autoproduzione vi sono due elementi fondamentali: le tecnologie di ultima generazione e l’intervento di un elevato numero di persone per ogni singolo processo.
L’inaspettata richiesta a Euro 2016
Ed è grazie a tutti questi segreti che l’azienda, fondata nel 1988 dalla famiglia Gandolfi, è riuscita a sopperire anche a situazioni estreme come il caso dell’Islanda del 2016. Gli amanti del calcio ricorderanno, infatti, il clamoroso cammino della nazionale nordica agli Europei. Indimenticabile fu, in particolare, la vittoria agli ottavi contro l’Inghilterra con il risultato di 2-1. Proprio quella vittoria portò ad un’improvvisa richiesta di ben 180.000 kit di Bjarnason e compagni. A chiederli furono, in particolare, i nemici storici della nazionale dei “Tre Leoni”: gli scozzesi. Richiesta soddisfatta in tempi record grazie al lavoro della “squadra” Erreà.
La salute prima di tutto
Come già rimarcato in precedenza, Erreà è vicina alle tematiche ambientali; ma altrettanto si può dire in merito alla salute degli atleti e dei tifosi. Non a caso i prodotti del marchio sportivo sono tra i pochi ad essere certificati Standard 100 Oeko-Tex. Di cosa si tratta? È una garanzia sull’assenza di qualsiasi materiale nocivo all’interno della maglia. Uno strumento utile a sottolineare, ulteriormente, l’impegno di questa azienda. Impegno che si evince anche da quello che ormai non è più una novità: il tessuto Ti-Energy, lanciato due anni fa sulla divisa del Parma e realizzato con nanoparticelle di ossido di zinco incapsulate permanentemente nelle fibre che, grazie alle loro caratteristiche, attivano un’efficace tenuta antibatterica e antivirale, rendendo la divisa a tutti gli effetti impermeabile.
E per dimostrare la veridicità della cosa, il team marketing ha fatto con noi una prova con alcune delle divise dell’UEFA Kit Assistance Scheme. Un progetto, quest’ultimo, che ha visto l’azienda parmigiana aggiudicarsi il bando nonostante la partecipazione di grandi colossi sportivi, grazie alla competenza e la qualità dimostrata nel corso del tempo e riconosciutagli dalla stessa federazione con sede a Nyon.
Ad avere la fortuna di poter indossare i kit saranno quindi: Andorra, Bielorussia, Cipro, Isole Faroer, Lussemburgo, Liechtenstein, Malta e San Marino. Le prime creazioni, disegnate ad hoc in collaborazione con le singole federazioni durante un workshop, accompagneranno queste compagini per il biennio 2022-2024; l’accordo, invece, tra Erreà e UEFA proseguirà fino al 2026 e non è escluso possa estendersi a nuove prospettive.