L’occasione era davvero troppo ghiotta per riprendere in mano prodotti e temi di un’altra epoca ormai, di un tipo di calcio che oggi non abbiamo più (nel bene e nel male) l’opportunità di vedere, ma del quale possiamo bearci ogni qual volta vogliamo. Ed oggi era veramente facile tornare a quel giorno, il 25 gennaio 1995, Crystal Palace contro Manchester United, il resto è storia nota.
Partiamo però da più lontano, si perchè la storia merita davvero di essere assaporata e descritta in maniera più dettagliata; la stagione era la 1994-95 in Premier League, al tempo non vigeva ancora un’egemonia così marcata o comunque i club meno titolati e con meno soldi a disposizione si giocavano le loro carte e sia in Inghilterra che in Europa, i nomi Aston Villa, Blackburn Rovers, Chelsea (no, non era quello di oggi) erano considerate le mine vaganti.
Proprio il Blackburn quell’anno, complice uno strepitoso Alan Shearer, bomber pagato a peso d’oro dal Newcastle United l’estate successiva (a proposito, i fan di Scudetto, oggi Championship Manager, non possono non ricordarsi le ore passate a cercare di acquistarlo e metterlo in coppia con Rizzitelli del Torino), contendeva il campionato al favorito Manchester United di Cantona e di un allenatore che avrebbe passato qualche stagione su quella panchina, Sir Alex Ferguson. Lo United giocava un’importante partita fuori casa, contro una squadretta abbastanza abbordabile, il Crystal Palace.
Che la partita avesse un sapore “maschio” al tempo, non era certo qualcosa di strano, figurarsi poi in Premier; Cantona però era marcato da tale Richard Shaw, il classico difensore non “grosso”, ma arcigno. Il francese (un classico) era solito lamentarsi, anche troppo, la combinò: secondo tempo, calcione a Shaw e sotto la doccia. Cantona ci mise molto ad uscire dal campo, Ferguson non se lo filò particolarmente, ma quel giorno (come poi raccontò lui stesso) tutto quello che aveva sopportato per anni, frasi che fino a quel momento erano ordinaria amministrazione, non lo furono più. Forse Balotelli oggi non è veramente niente a confronto di elementi davvero di un altro pianeta come Eric, chiedere a Matthew Simmons, al tempo 20enne, che non si è mai ripreso dal calcione (e cazzotto, forse…) preso da “mr. colletto alzato”.
Noi però non ci fermeremo all’accaduto, no. Perchè le maglie di quel giorno meritano una citazione assolutamente particolare, anzi le maglie di quella stagione. La divisa nera indossata dallo United contro gli Eagles era interamente nera, marchiata Umbro (lacrimoni, che maglie….) con lo scollo a V sovrapposto, colletto rigido ripiegabile (grazie Eric) e i bordini blu filo manica. Il motivo poi, a strisce solo “percepite” era un vero spettacolo, ammirato nelle stagioni dal 1993 al 1995.
La prima divisa invece è praticamente indimenticabile, percorse le stagioni 1994-96 con lo stadio impresso nella trama della maglia, la struttura di colletto sempre in linea con tutta la collezione. Uno di quei prodotti che difficilmente è mancato negli armadi di chi ha amato le maglie d’oltremanica di quel periodo (e poi parliamoci chiaro, almeno una volta il gusto di tirarsi su il colletto e dire “Au Revoir” ce lo siamo tolti tutti…).
Non potevamo di certo tralasciare gli scarpini utilizzati da Cantona. Nike Tiempo Premier 1994, uno dei prodotti Nike Football più incredibili a livello di pellame e calzata che sia mai stato realizzato nel segmento “tocco”. Di certo, la cosa che guardando le scarpe Nike Tiempo di oggi salta incredibilmente all’occhio, è che già nel 1994 lo scarpino Nike per il calcio aveva un look assolutamente “avanti”, capace di catturare ancora oggi tanti, tantissimi appassionati che si sono dati all’innovazione ed ai materiali innovativi, oltre che a prodotti di un’estetica totalmente opposta.
Segnaliamo che ancora oggi esiste una linea Nike Premier in commercio, della quale è stata anche proposta una limited collection di cui vi abbiamo parlato non molto tempo fa.