Lo scorso 21 maggio l’Everton ha presentato la nuova maglia da trasferta per la stagione 2021-2022 e lo ha fatto sorprendendo tutti, con un omaggio forte e tradizionalista che viene incontro alle tante richieste dei fedelissimi tifosi dei Toffees che sentono la squadra come parte integrante della comunità in cui vivono.
La collaborazione con il marchio danese Hummel, che ha avuto inizio nella stagione appena terminata e che ha registrato un record di vendite per tutti e tre i kit 2020-2021, ha prodotto ottimi risultati grazie anche al retail partner Fanatics molto popolare soprattutto negli USA. Oggi, con questa nuova divisa da trasferta, Hummel ha voluto unire due mondi che spesso viaggiano a fianco nel mondo del pallone ma non sempre con successo: l’innovazione ed ecosostenibilità (intesa come produzione industriale ecologica) e il richiamo storico agli anni d’esordio della squadra, riprendendo un famoso kit con banda trasversale color arancio bruciato a tagliare in due il completo nero, risalente alla stagione 1881-1882: esattamente 140 anni dopo quella formazione che allora venne soprannominata “The Black Watch”, la Guardia Nera.
La maglia, come ormai di consueto avviene, ha esordito nell’ultimo impegno stagionale dei Toffees contro il Manchester City nella passerella d’onore per i campioni d’Inghilterra (e per Sergio Aguero) che hanno travolto per 5-0 la squadra di Ancelotti che, mestamente, ha concluso la stagione ad un deludente decimo posto dopo esser stata persino seconda fino al Boxing Day.
Non il modo migliore per inaugurare la nuova divisa da trasferta, dato che l’Everton non aveva mai subito una sconfitta con più di due goal di scarto in stagione e questa débacle ha causato una discesa di due posizioni in classifica proprio all’ultimo respiro, generando preoccupazione e incertezze per il futuro della squadra.
La maglia da trasferta nei dettagli
Come accennato, l’omaggio che Hummel e Everton hanno voluto fare per questa occasione è ad un kit che originariamente fu pensato per la divisa casalinga agli albori della nascita del club. La maglia, in nero opaco con colletto elastico a costine e con il bavero a V ben chiuso, contiene molti dettagli moderni che ben si incastonano nel contesto storico e culturale a cui vuole far riferimento.
Spicca sopra ogni cosa l’evidente fascia che parte dalla spalla sinistra all’anca destra, attraversata in maniera gentile e conforme dallo sponsor, in tinta con il colore particolare della banda che viene definito burnt orange dalla casa – vale a dire letteralmente “arancione bruciato” – anche se ad una più attenta osservazione e ricerca ci rendiamo conto che forse l’originale non era esattamente così (i dettagli in seguito).
Lo stemma societario è in tema arancio e nero a contrasto tra loro, un perfetto esempio di totale integrazione all’interno della banda senza deviarne l’effetto visivo ma mantenendo una elegante posizione sopra al cuore, con il dovuto risalto. I galloni a V sulle maniche, caratteristici della Hummel da sempre, li troviamo in grigio tonale quasi nascosti in maniera che non risaltino troppo e che rispettino il concetto del kit originale, pur rimanendo visibili dal colletto fino a metà spalla.
I tratti moderni si notano anche nel materiale della maglia: in basso a destra si può notare infatti la dicitura ECO8, un progetto dello sponsor tecnico che sposa perfettamente la campagna Everton for Change, una iniziativa che impegna la società a ridurre l’inquinamento ambientale e ad aumentare la consapevolezza del concetto di sostenibilità: tutti e tre i kit del prossimo anno infatti verranno prodotti con questa tecnologia sviluppata da Hummel, un poliestere altamente performante e traspirante derivato da 8 bottiglie di plastica riciclate.
I pantaloncini e i calzettoni sono anch’essi completamente neri; i primi si fanno notare per il logo tono su tono che rende veramente sobrio l’intero kit.
Maglia portiere Everton away 2021-2022
Rilasciato anche il nuovo template della maglia per i portieri: sono stati consultati anche gli stessi estremi difensori della squadra per arrivare ad un design geometrico, razionale ma di bell’impatto che regala un buon effetto visivo con le righe verdi in chiaro e scuro, in diagonale ed incastrate tra loro in una piacevole trama alternata.
Ben visibili i galloni della Hummel sui pantaloncini e sui calzettoni, con quest’ultimi che presentano un verde ancora più chiaro sul risvolto.
I nuovi kit da trasferta e del portiere saranno disponibili nei negozi e sullo store ufficiale della squadra al prezzo di 70 €. Curiosità: sull’e-commerce ufficiale è disponibile anche la versione a maniche lunghe.
La storia della “The Black Watch”
Lo slogan della campagna di lancio parte dall’hashtag We Stand #AsOne, a sottolineare come il motto “uniti come una cosa sola” rappresenti perfettamente la connessione tra la squadra e i suoi tifosi.
La maglia fa esplicito riferimento ad un’annata ed un soprannome che incredibilmente è rimasto vivo e vegeto nella cultura del club e dei tifosi. “The Black Watch”, il 3° battaglione del Reggimento di fanteria del British Army, era ed è tuttora un famoso e rispettato corpo di soldati che ha servito la corona nella guerra Anglo-Egiziana, in quella Boera e in generale nelle campagne coloniali durante gli ultimi decenni dell’ottocento. Sono noti per il coraggio, le vittorie ed anche per provenire dalle Highlands scozzesi.
L’Everton della stagione 1881-82 aveva cominciato da poco il suo cammino nel mondo del football: nati nel 1878 sotto il nome di St.Domingo’s FC, presto nel novembre del 1879 cambiarono denominazione in Everton FC. Iniziarono con una divisa a strisce verticali bianche e blu, calzoni bianchi e calzamaglia nera (l’uso dei calzettoni era ancora in divenire). Passate due stagioni dalla nascita e diventati di un certo nome in città, cominciarono ad acquisire giocatori dalle varie formazioni e all’epoca era consuetudine per i calciatori portarsi le maglie dei club da cui provenivano: in quegli anni di semi-dilettantismo, erano loro a doversi dotare di un kit per giocare.
Per evitare un tale mescolamento di maglie così eterogeneo, il segretario del club tinse completamente di nero tutte le strisce e inserì una fascia di colore scarlatto larga due pollici cucita sopra. Fu il giornale Liverpool Courier il 1 ottobre del 1881 a pubblicare un report della sfida contro la Liverpool Association e a citarne i dettagli:
il nuovo costume dell’Everton è composto da maglia e pantaloni neri e una calzamaglia bianca, con una fascia cremisi lanciata trasversalmente dalla spalla all’anca, una composizione che conferisce ai giocatori un aspetto ordinato e professionale.
Una ricostruzione abbastanza fedele, seppure in chiave moderna rispetto agli indumenti dell’epoca, la si trova nel profilo Twitter @EvertonDesigns di un tifoso locale che rappresenta così i due kit, quello dell’esordio assoluto e la successiva versione “Black Watch”.
Presto infatti questo outfit fu associato al famoso battaglione Black Watch, che vestiva per alcuni ufficiali un’uniforme simile, e fu lo stesso Liverpool Courier un mese più tardi e dopo 5 vittorie consecutive a scrivere che “Mr. John Houlding, il presidente del club, dovrebbe essere ben fiero degli invincibili “Black Watch”. Poche associazioni calcistiche hanno fatto così tanti progressi in un periodo così breve come l’Everton”.
In questa stagione tuttavia si giocarono soltanto incontri amichevoli o coppe locali, dato che non esisteva ancora una lega organizzata o una vera struttura degli incontri tra squadre inglesi. La fondazione della prima Football League è successiva e risale infatti al 1888, e tra i 12 club fondatori appare proprio l’Everton.
Nel 1881-82 la prima partita della stagione, e perciò la prima con la nuova divisa nera, fu una vittoria per 3-0 contro il Chester Rovers, con Jack McGill che segnò il primo goal della Black Watch. La gara tuttavia fu sospesa dopo un’ora di gioco a causa della forte pioggia. Curioso che McGill fu anche il primo scozzese della storia del club nonché capitano di quella formazione, nonostante fosse arrivato da poco in città. Giocò persino in tutti e tre i campi che hanno caratterizzato gli esordi dell’Everton: Stanley Park, Priory Road e Anfield. I tabellini riportano uno score di 25 reti in 20 presenze per lui in quella stagione.
La prima sconfitta arrivò soltanto all’undicesima partita, in una gara di Lancashire Senior Cup contro il Turton il 10 dicembre, ma l’Everton vinse la maggior parte degli incontri di quella annata guadagnandosi gli onori delle cronache che hanno continuato a soprannominare The Invincible Black Watch la squadra per tutta la stagione.
Successivamente intercorsero altre modifiche al kit casalingo, ma i colori definitivi che attualmente vestono il club – il classic royal blue e il bianco – non arriveranno prima di vent’anni: nel 1901.
Ulteriore traccia di quanto questo appellativo sia resistito ai 140 anni di storia dagli esordi e si sia mantenuto ben saldo nell’immaginario dei Toffees, lo troviamo anche in una fanzine pubblicata dal 2017 da sostenitori che frequentano in maniera assidua lo stadio.
Il colore della fascia e i tifosi
Avrete notato come nei vari riferimenti al colore della banda trasversale abbiamo riportato diversi nomi quali arancione bruciato, scarlatto, cremisi. In effetti una preoccupazione da parte dei tifosi sui vari canali del club e nei portali dedicati ai Toffees c’è stata, chiedendosi se veramente quella fascia non fosse “rossa”, colore assolutamente vietato per via della ovvia rivalità cittadina con il Liverpool.
Ad una più attenta analisi, è possibile che l’attuale denominazione di “burnt orange” non corrisponda esattamente (e forse volutamente) a quello sulla maglia originale poiché questa tonalità fu creata soltanto nel 1915, ben dopo l’esordio della divisa in questione.
Di certo, quella di oggi non sarebbe nemmeno catalogabile come “cremisi” come scrisse il Liverpool Courier all’epoca, perché quel colore è in effetti un rosso acceso tendente al rosa. Qualche sostenitore dopo la gara con il Manchester City ha ipotizzato più ad un colore “salmone”, qualcun altro ha criticato il modello in quanto più tipico di altre squadre, fatto sta che l’effetto che si ha nelle immagini e nella presentazione cambia a seconda della luce ed essendo un tessuto sintetico, è facile immaginare che cambi aspetto rispetto alla condizione in cui lo si guarda, se da vicino o lontano.
Aldilà delle sottigliezze sulla denominazione, i tifosi dell’Everton sperano che questo arancione atipico e il forte richiamo al passato glorioso possa far brillare la squadra nella prossima stagione nelle dure trasferte della Premier League, con una società che ambisce a tornare al più presto nell’élite delle prime sei della classifica e guadagnarsi così la qualificazione alle coppe europee tanto inseguita in questa annata e sfumata nonostante le ottime premesse.