In continua evoluzione e sempre aperta alle nuove tendenze artistiche, Barcellona è tra le metropoli più vivaci e visitate d’Europa. Una città che ribolle di energia, unica nel suo genere e coinvolgente allo stesso tempo. Non smette mai di emozionare, una destinazione dove poter respirare un’atmosfera vitale e far innamorare chiunque abbia avuto la fortuna di poterla scoprire.
Plasmata dalla fantasiosa architettura di Antoni Gaudí, arricchita dai colori di Miró, percorsa da centinaia di persone nella sua arteria principale La Rambla, baciata dal sole che illumina le spiagge del lungomare in cui si snoda e dal suo fascino gotico per la presenza di quartieri medievali dove godersi una movida notturna indimenticabile. Barcellona si presenta essere una delle più multirazziali e cosmopolita della Spagna, una città antica e moderna che non rinuncia alla sua storia ed alle sue tradizioni mantenendo pur sempre vivo lo spirito e l’orgoglio catalano. Un connubio di contrasti nel quale il gioco del calcio rappresenta un riferimento nella gente, trovando la sua massima libertà espressiva.
La capitale della Catalogna è la sede principale di uno dei club calcistici più leggendari e prestigiosi d’Europa: il Futbol Club Barcelona, meglio noto semplicemente come Barcelona e spesso abbreviato in Barça.
È tra le squadre più titolate della nazione, avendo vinto nei suoi oltre cento anni di storia molti trofei nazionali e internazionali, famosa ancora oggi per il suo ricco vivaio, da sempre considerato un laboratorio di giovani talenti: La Masia.
Milita ininterrottamente nella Liga, la massima serie del campionato nazionale di calcio spagnolo, dalla quale non è mai retrocessa e disputa le proprie partite casalinghe al Camp Nou, lo stadio con una capienza di circa 100.000 posti a sedere, feudo dei tifosi blaugrana.
Un club con una storia gloriosa che negli anni ha conquistato il mondo calcistico rivoluzionando il gioco del calcio con uno stile straordinario ed innovativo, collezionando una serie impressionante di trionfi in campo nazionale, europeo e mondiale, attraverso le prodezze di tanti suoi giocatori più importanti nonché leggende diventate icone calcistiche.
La nascita del club
Il Futbol Club Barcelona, fondato da un gruppo di giovani stranieri che vivevano nella città catalana, è stato il risultato della crescente popolarità del calcio e di altri sport britannici in tutta Europa. Queste origini hanno conferito al club la sua identità interculturale, la sua vocazione multisportiva e la sua radicata fedeltà a Barcellona e alla Catalogna. La fondazione del club coincise con un periodo in cui le persone iniziavano ad interessarsi al gioco del calcio e in questo contesto sociale stava diventando un nuovo modello di svago moderno nella cultura catalana.
Gamper è un cognome che probabilmente avrete già sentito nominare. Il Barça ogni anno, dal 1966 organizza una competizione estiva per onorare la memoria del suo fondatore: il Trofeo Joan Gamper.
Fu proprio Hans Gamper, noto in Catalogna come Joan Gamper, svizzero di nascita ma catalano di adozione, a dare vita al Futbol Club Barcelona nel lontano 1899. Un fanatico dello sport, lo considerava un aspetto fondamentale quasi un bisogno primario. Aveva iniziato a praticare il ciclismo, si era poi appassionato al tennis, al rugby e al golf, ma in particolare era stato il gioco del calcio ad affascinarlo in modo spasmodico. In Svizzera si era dedicato con grande profitto all’hobby da calciatore: iniziando a giocare nel FC Zurigo e successivamente nel FC Basilea.
Il suo lavoro lo portò a girare molto e durante il suo soggiorno a Lione aveva scritto anche alcuni articoli sportivi per diverse testate svizzere e francesi. Nel 1898 si recò a Barcellona dove viveva suo zio e rimase talmente affascinato da questa città che decise di stabilirsi. L’impatto con la cultura catalana fu immediato, un amore a prima vista. Riuscì a integrarsi perfettamente in poco tempo e continuò a coltivare la sua passione per lo sport, diventando editorialista presso la redazione del quotidiano sportivo locale Los Deportes, diretto da Narciso Masferrer, ubicata nello stesso edificio della famosa palestra Gimnasio Solé, luogo in cui sono nate una moltitudine di iniziative nel settore dello sport e le entità sportive più importanti della città di Barcellona.
L’origine del club catalano risale alla fine del XIX secolo, quando l’imprenditore svizzero nell’ottobre 1899 inserisce un annuncio su Los Deportes per trovare giocatori interessati a formare una squadra di calcio.
La risposta fu immediata e l’idea riscontrò un’enorme successo, talmente grande che nella prima riunione avvenuta il 29 novembre 1899 presso il Gimnasio Solé, Gamper ed altri undici uomini conosciuti come i “12 apostoli”, fondarono un club calcistico che porterà il nome e indosserà lo stemma della città catalana: il Futbol Club Barcelona.
I membri fondatori sono un gruppo di giovani svizzeri, inglesi e spagnoli, appassionati di questo sport, ma solo Gamper può annoverare un passato da calciatore vero. In quanto promotore della nascita del club e nonostante fosse il leader indiscusso, decise di non occupare, almeno inizialmente, la carica di presidente.
Essendo ancora giovane, sentiva di poter dare il suo apporto sul campo da gioco, quindi divenne calciatore e capitano del Barça. Nelle prime stagioni contribuì a suon di gol a portare in alto il suo club.
Sembrava che tutto andasse per il meglio, ma nel 1908 la situazione societaria si fece critica. Il Futbol Club Barcelona era sull’orlo del fallimento e così Joan Gamper decise di prendere il controllo della situazione assumendo il ruolo di presidente del club. Il cambio al vertice produsse effetti benevoli all’ambiente; si rese conto che non contavano solo i risultati sportivi, la società doveva crescere in un modo o nell’altro e così si fece promotore di un’iniziativa popolare: avviò una sorta di campagna di reclutamento soci, che in pochi anni portò all’ammissione di tantissimi nuovi membri societari, un’intuizione che fece accrescere le casse monetarie del club.
L’epilogo della sua epopea fu però tragico. Il 14 giugno 1925 la tifoseria del Barcellona fischiò l’inno nazionale spagnolo, un gesto di protesta nei confronti della dittatura di Miguel Primo de Rivera. Accusato di promuovere il nazionalismo catalano, Gamper venne espulso dalla Spagna e fu costretto a tornare in Svizzera.
Un anno dopo ottenne il permesso di ritornare nella città catalana a patto che non avesse più ruoli all’interno del club. Fu una situazione difficile da accettare per Gamper, che si sentiva defraudato della sua passione. Per lui il Barcellona era tutto, ormai. La depressione lo travolse, la crisi economica del 1929 non fece altro che aggravare il suo dramma personale e la mattina del 30 luglio 1930 si tolse la vita, sparandosi un colpo d’arma da fuoco.
Hans “Joan” Gamper è stato l’ispirazione e la forza trainante dei primi venticinque anni del Futbol Club Barcelona, il suo impegno è andato ben oltre il ruolo di giocatore, regista e presidente.
Le origini dello stemma
A dimostrazione della sua identificazione con la città di appartenenza, il club nel 1899 debuttò con lo stemma araldico del capoluogo catalano: uno scudo a losanga diviso in quattro settori dalla croce di San Giorgio (patrono cittadino) e dalla palatura con i colori giallo e rosso in riferimento alla bandiera della Catalogna, ornato superiormente dalla Corona d’Aragona e dal pipistrello di Re Giacomo, circondato da due rami, uno di un albero di alloro e l’altro di una palma. Racchiuso a sua volta all’interno di uno scudo circolare recante la denominazione sociale Foot – Ball Club Barcelona 1899.
Nel 1910 Joan Gamper propose di dotare il club di un vero e proprio simbolo personale. Fu annunciato un concorso pubblico di disegno per realizzare un nuovo stemma e tra le varie proposte presentate venne scelta quella di Carles Comamala studente di medicina, abile disegnatore e giocatore del club dal 1903 al 1912.
Il suo suggerimento è diventato lo stemma che il Futbol Club Barcelona indossa ancora oggi. Costituito da uno scudo in oro dalla forma curvilinea e insolita, diviso all’interno dalla croce di San Giorgio posizionata nell’angolo in alto a sinistra e dalla bandiera della Catalogna a destra; inferiormente appare invece una palatura con i colori della squadra e il disegno di un pallone che indica la sezione calcistica. Una fascia orizzontale divisoria attraversa lo scudo centralmente e contiene le lettere FCB che sono le iniziali della denominazione sociale del club.
Nel corso degli anni ha subìto poche e piccole modifiche di natura estetica nella sua evoluzione stilistica, atte semplicemente ad ammodernarne ed attualizzarne le forme dello scudo, nonostante continui ad essere una delle entità più antiche della Spagna oltre a rimanere una piccola gemma tra i loghi del mondo sportivo che non passa inosservato agli occhi di tutti gli appassionati di calcio.
La modifica di maggiore entità venne implementata nel 1941, durante il regime di Francisco Franco, fu imposto al club di “ispanizzare” la propria identità: la palatura dai colori giallo e rosso, nell’angolo in alto a destra, venne resa meno fitta in modo da attenuare il significato di simbolo catalano e le iniziali del club furono cambiate in C.F.B. Nel 1949 fu ripristinata la palatura originale e l’acronimo centrale ulteriormente modificato in C. de F.B., salvo poi tornare a C.F.B. nel 1960. Nel 1974 il club poté riadottare la denominazione storica F.C.B. e l’anno successivo lo scudo fu semplificato nelle linee e ammodernato nel carattere tipografico dell’acronimo del club.
Il primo ammodernamento del XXI secolo è quello realizzato nel 2002 dal designer catalano Claret Serrahima: la forma dello scudo è semplificata, i colori presentano tonalità più cariche e sono stati eliminati i punti dall’acronimo sociale del club diventato FCB e scritto con un font meno invasivo.
Nel 2018 invece, è stato respinta dall’assemblea dei soci del Barça una proposta di restyling dello stemma che prevedeva la totale eliminazione dell’acronimo del club.
Nel 1999 in occasione del centenario del Futbol Club Barcelona, è stato realizzato uno stemma apparso sulle divise da gioco per celebrare questo evento.
I colori blaugrana
Esistono diverse teorie sui motivi che hanno condotto alla scelta dei colori ufficiali della divisa da gioco del Futbol Club Barcelona. La prima fu dettata da un episodio particolare: durante la riunione per la fondazione del club, a causa dell’indecisione totale tra i membri, uno dei soci avrebbe estratto dal suo taschino una matita bicolore blu e rossa e in mancanza di altre proposte, si suggerì di scegliere questi colori. La seconda, invece, ipotizza che sarebbe stata la madre di uno dei calciatori, la signora Comamala, a realizzare per la squadra le divise da gioco con gli unici colori della stoffa che aveva a disposizione. Negli ultimi anni si è diffusa un’altra teoria ancora, secondo la quale i colori provengono dalla squadra di rugby della scuola inglese Merchant Taylor’s School dove i fratelli Witty, due dei primi membri del club, avevano studiato in gioventù.
In città la percezione comune nonché la teoria più credibile è che i due colori, i quali contraddistinguono da sempre la divisa da gioco blaugrana, sono dovuti alle origini svizzere di Joan Gamper che scelse il blu ed il rosso scuro del FC Basilea, la squadra dove aveva precedentemente militato.
Tutte le maglie del Barcellona
Nel corso degli anni la divisa da gioco del Futbol Club Barcelona è rimasta sempre fedele ai suoi colori adottati, sebbene alcune caratteristiche sono state di volta in volta modificate cambiando continuamente il suo look, tanto è vero che la maglia possiamo ricordarla con due tonalità cromatiche piene o rese in sfumature attraverso l’orientamento orizzontale oppure verticale di diverse dimensioni delle sue strisce. La stessa sorte anche per quanto riguarda i pantaloncini e i calzettoni che alternano entrambi i colori del club oppure uno solo a scelta.
La divisa del Barça è per i suoi tifosi un oggetto da venerare ed è importante sottolineare che per volontà dei soci, fino alla stagione calcistica 2005 – 2006, sulle maglie non è comparso nessun main sponsor perché i colori blaugrana sono ritenuti il primo simbolo della Catalogna e non dovevano essere invasi da ulteriori loghi e tonalità cromatiche non appartenenti al club.
Nella storia del Barcellona ci sono state molte divise da gioco, indossate da diversi giocatori, che hanno lasciato il segno nel cuore dei suoi tifosi. Tantissimi campioni diventati simboli del club e nessuno di questi è stato e sarà mai dimenticato.
Més Que Un Club: l’incarnazione dei valori catalani
La frase Més Que Un Club si sente spesso quando si assiste ad una partita del Barça dentro alle mura del Camp Nou. Viene utilizzata moltissimo quando i giocatori compiono delle rimonte o si è davanti ad una goleada, accompagnata da una ola infinita.
Si tratta di un motto talmente importante che lo si può notare anche scritto in grande sulla tribuna centrale dello stadio, specie se vai a visitarlo nel tour guidato quando è vuoto, risalta in modo tale da poter essere osservato da chiunque.
È una frase che nasce esattamente nel 1968 in occasione del discorso del presidente Narcís de Carreras, rimasto in carica per soli due anni, ed ha un significato che dura da oltre cinquant’anni.
Quattro parole diventate simbolo dei tifosi e della gente di Barcellona perché il motto identifica il club non solo come una semplice società calcistica, ma come veicolo di valori lasciati in eredità da Joan Gamper, in segno di gratitudine nei confronti della città che lo ha accolto e che appartengono alla comunità spagnola della Catalogna: democrazia, identità catalana, polisportività e universalità.
Valori in cui i tifosi blaugrana si sentono soprattutto un popolo molto distante dalla capitale Madrid. Si capisce come la partita disputata contro il Real, comunemente indicata El Clásico, acquisisce da sempre un significato che va oltre la competizione sportiva.
Il motto rappresenta, dunque, quel senso di unità e appartenenza a qualcosa di più grande che ha assunto valori politici importanti nel corso della storia spagnola, soprattutto negli anni durante la dittatura di Francisco Franco, nella quale era impossibile per i catalani manifestare la loro volontà di indipendenza e qualsiasi elemento che ne incarnasse i valori.
Vi era un solo luogo dove tutto questo poteva accadere: il Camp Nou. Lo stadio del Barça era l’unico posto in cui era possibile vedere bandiere catalane e gli uomini potevano liberamente parlare o discutere di politica.
La filosofia e l’identità del club sono racchiuse nei suoi storici ed unici colori blaugrana, una vera e propria bandiera che la città di Barcellona e la Catalogna hanno l’orgoglio di sventolare come simbolo di una regione che oltre a voler far sentire la sua voce nel mondo e difendere la propria storia e cultura, è rimasta immobile nel suo forte desiderio di indipendenza.