Protesa verso il futuro, ma allo stesso tempo ben ancorata alle sue antichissime radici, Istanbul è una città che stupisce e attrae per la sua atmosfera magica ed unica, frutto di una storia millenaria, e per il suo essere da sempre un crocevia tra Europa e Asia, tra tradizione e innovazione.
Situata sullo stretto del Bosforo in un susseguirsi di cupole, minareti, torri di avvistamento ed anche grattacieli, nel corso della sua storia ha fatto parte di diversi imperi: bizantino, ottomano e turco. La città più popolosa d’Europa, concepita per essere la nuova Roma e cuore pulsante di una nazione in perenne movimento, rappresenta un vero e proprio punto nevralgico nella storia mondiale e la sua funzione di unione tra Occidente ed Oriente si riflette nella cultura, nell’arte, nell’architettura e nel gioco del calcio.
Nel massimo campionato calcistico turco, noto ai tifosi come Süper Lig, sono cinque le squadre di Istanbul: Başakşehır, Beşıktaş, Fenerbahce, Galatasaray e Kasımpaşa. La prima e l’ultima squadra citata hanno una tradizione storica inferiore alle altre tre, ma sono comunque da considerarsi come squadre di buon livello. Quattro di questi club rappresentano quartieri e distretti che si trovano nella zona europea della città; solo il Fenerbahce, è la “portavoce” della parte asiatica ad est dello stretto del Bosforo. Beşıktaş, Fenerbahce e Galatasaray possono contare su un tifo chiassoso e rumoroso che impressiona sempre le avversarie e sono le più supportate dalla popolazione di Istanbul ma anche quelle legate indissolubilmente dal filo di una forte rivalità.
Il Galatasaray Spor Kulübü (in italiano Club Sportivo Galatasaray), spesso abbreviato solo come Galatasaray, è una società polisportiva turca con sede a Istanbul. Il termine deriva dallo storico Liceo, nato nel 1481, dove venne fondato e che a sua volta prende il nome dal quartiere di Galata in cui è ubicato, uno dei cuori pulsanti della città, che appartiene al distretto di Beyoğlu, situato nella parte europea a nord del Corno d’Oro.
L’area urbana creata dai genovesi, i quali si stabilirono tra il 1200 e il 1400, anni in cui la città fu conquistata dagli Ottomani, presenta ancora il suo impianto originario composto da strade strette, viuzze che si inseguono ed un simbolo distintivo: la maestosa Torre Galata. Ciò che distingue più di tutti il borgo, così come anche gli altri quartieri storici, è che ogni partita di calcio viene vissuta in maniera intensa, viscerale, esplosiva.
Il club, noto per la sua sezione calcistica, disputa le proprie partite casalinghe nello stadio oggi denominato Türk Telekom Arena. È la squadra più titolata del calcio turco avendo vinto 22 Campionati Nazionali, 18 Coppe di Turchia e 16 Supercoppe di Turchia, oltre ad essere l’unico club della nazione ad avere in bacheca due trofei internazionali: 1 Coppa UEFA (oggi Europa League) ed 1 Supercoppa UEFA, entrambi conquistati nella stagione calcistica 1999 – 2000.
La nascita del club
Il gioco del calcio viene introdotto ad Istanbul nel XX secolo e sono diversi i tentativi, da parte dell’Impero Ottomano, di allontanare la popolazione locale da questo sport. Agli inizi del Novecento il football è un concetto straniero, praticato soprattutto dagli immigrati inglesi presenti in Turchia, i quali hanno già fondato in città delle squadre di calcio nelle quali però i giocatori turchi sono del tutto assenti e viene di fatto proibito di partecipare ad ogni competizione calcistica.
La nascita del club avviene in questo periodo particolare: nell’autunno del 1905. Gli artefici sono alcuni studenti del prestigioso Liceo Galatasaray, tra i quali vi è l’esponente principale: Ali Sami Frashëri.
Nasce a Istanbul nel 1886, figlio dello scrittore e filosofo Sami Frashëri, figura fondamentale della storia e della cultura albanese. Durante gli anni del liceo scopre il suo amore per il calcio e queste prime partite di squadre non turche preoccupano e turbano gli studenti della scuola; proprio perché amano alla follia questo sport, il loro obiettivo è fondare un club calcistico indipendente contro la volontà delle regole opprimenti e paranoiche dettate dall’Impero Ottomano e dai dirigenti del Liceo, i quali proibiscono di giocare a calcio all’interno e all’esterno della scuola e impediscono ai giovani studenti di riunirsi per evitare che possano creare club sportivi. Tuttavia, Ali Sami Yen e i suoi amici, giocano segretamente a calcio e in modo anonimo correndo il rischio di essere imprigionati ed esiliati.
Malgrado le difficoltà e gli scarsi mezzi iniziali (per risparmiare il presidente Ali Sami deve lubrificare di persona l’unico pallone da gioco disponibile, mentre il suo vice si occupa di lavare le divise da gioco) l’entusiasmo non manca: nella scelta del nome, alcuni soci lo vogliono chiamare “Gloria” o “Audace”, ma è il pubblico a scegliere quello definitivo. I giovani studenti disputano una prima storica gara a Kadiköy, vincendo contro una compagine greca e al termine della partita gli spettatori, che parteggiano per i loro concittadini, li ribattezzano così: “Maestri del Palazzo Galata“, nome che fu adottato dai membri fondatori del club, proprio perché il legame indissolubile tra la scuola e la squadra è una realtà innegabile e motivo di orgoglio.
Nessuna pressione può impedire al club di nascere ed emergere con questi giovani e la più grande opportunità del Galatasaray arriva con la nomina di un nuovo preside del Liceo Tevfik Fikret, il quale non esercita un atteggiamento oppressivo nei confronti di chi gioca a calcio, anzi, fa del suo meglio per formare una squadra e dare un contributo al club dopo la scuola, unendo il suo spirito rivoluzionario con la comprensione degli studenti, portando il Galatasaray ad assumere una sua vera identità in breve tempo.
Ali Sami Frashëri è stato presidente del club per tredici anni, tra il 1905 ed il 1918, parallelamente al suo ruolo nel Galatasaray, si impegnò in molti altri settori a favore dello sport in Turchia. Divenne presidente del Comitato Olimpico Nazionale Turco, allenando anche la nazionale di calcio nella sua prima apparizione internazionale. Nel 1934, dopo l’emanazione della legge sui cognomi, decide di attribuirsi il soprannome Yen, che letteralmente tradotto in lingua italiana significa “Vinci !”. Morì a Istanbul nel 1951.
Vero motore di questi primi anni del Galatasaray, in cui vi aderiscono molti altri studenti e l’impiego dei soci del nuovo club viene riassunto in quello che ancora oggi è il motto della squadra:
La scelta dei colori
Inizialmente i primi colori della divisa da gioco del club furono quelli dell’attuale bandiera turca: il bianco ed il rosso. L’uso di questi colori fu vietato dall’Impero Ottomano, considerando che non era stata proclamata la Repubblica Turca in quel periodo, per tale motivo furono sostituiti con il giallo ed il nero di una divisa provvisoria offerta dalla Federazione della Lega Calcistica.
I membri del club sentivano il bisogno di trovare una nuova divisa da gioco e Ali Sami Yen, il principale fondatore del Galatasaray, racconta la storia della scelta dei colori giallo e rosso in una descrizione presente all’interno di uno dei suoi diari ed ecco quanto segue:
“Dopo essere entrati e usciti da diversi negozi, finalmente ci siamo imbattuti in due tessuti di lana più sottili, più belli, vivaci ed eleganti, nel negozio di Fat Yanko a Bahçekapi (tra Eminönü e Sirkeci ad Istanbul). Uno era rosso scuro, simile al colore della ciliegia, e l’altro di un giallo intenso con una tonalità di arancione. Quando l’addetto alle vendite ha mostrato i due tessuti combinandoli tra loro, con un abile gesto della mano, sono diventati così luminosi simili alla bellezza dei colori della testa e delle ali di un cardellino. Sembrava di vedere i giochi di colori tremolanti e luminosi nel fuoco ardente, immaginando le fiamme giallorosse che brillavano sulla nostra squadra e sognando che ci avrebbero condotto alla vittoria sin da subito. In effetti, è stato così.”
Questi colori, disposti sulla maglia in due sezioni verticali, anche se storicamente non sono mancate le strisce, furono indossati per la prima volta nel 1908 in occasione di una partita disputata e vinta contro una squadra inglese. La vittoria del Galatasaray fu interpretata come segnale positivo e si decise di adottare per sempre tale divisa da gioco ritenendola quella ufficiale del club e che conosciamo ancora oggi.
Evoluzione della divisa da gioco
Le origini dello stemma
Nel corso degli anni di inizio Novecento il club è cresciuto di notorietà, in città e oltre i confini di Istanbul, con i suoi risultati sportivi raggiunti ed ottenuti. Durante la proclamazione della Repubblica Turca, avvenuta nel 1923, si tenne uno dei tanti ed ininterrotti congressi del Galatasaray, in cui i giovani partecipanti mostrarono un forte interesse e tanta approvazione per le proposte emerse, inerenti la nascita di un nuovo stemma per il club.
Tali proposte avvennero grazie ai disegni di un talentuoso studente di nome: Ahmet Ayatullah, il quale pubblicava ogni settimana una rivista intitolata “Kara Kedi“, tradotto in italiano significa Gatto Nero, ed era la voce degli studenti del Liceo; non era una delle solite riviste stampate in tipografia, ma il prodotto di un lavoro artigianale scritto con una calligrafia molto raffinata e illustrato con enorme cura dall’autore.
Ahmet Ayatullah era un abile disegnatore e le sue opere mostravano le proprie qualità artistiche unite alla sua grande capacità di osservazione, infatti, descrivevano racconti di vita quotidiana, ricordi e vari aneddoti che accadevano all’interno della scuola e nella città di Istanbul.
In una delle riviste c’è una figura che attira l’attenzione di gran parte degli studenti, composta dalle lettere dell’alfabeto arabo, adoperato negli anni precedenti alla nascita della Repubblica Turca, e sono le iniziali delle parole “Galata” e “Saray“, disegnate con uno stile semplice ed elegante dalle linee geometriche e proporzionali. La “Gayn” di colore giallo intrecciata ad una “Sin” rossa, che contengono al centro della composizione la figura di un gatto nero.
Quando si decise di mostrare questo disegno al congresso, tenutosi nell’aula d’arte della scuola, fu accettato (senza la figura dell’animale) con enorme entusiasmo da una moltitudine di persone presenti quel giorno e i membri fondatori del club decisero di adottarlo come stemma ufficiale del Galatasaray.
Iniziò ad essere utilizzato dal 1925 in poi su tutti i documenti, ricamato sulle giacche, sui cappelli e soprattutto sulle divise da gioco di tutti gli atleti delle varie sezioni sportive del club.
Alcuni anni dopo, nel 1928, in Turchia fu attuata la riforma della lingua, grazie alla quale l’alfabeto europeo sostituì quello arabo. Lo stemma subì una variazione, in cui le lettere G ed S fanno eco alla versione araba: la G è la parte inferiore di Gayn, mentre la S è sia la parte superiore di Gayn che la curva di Sin.
Ancora oggi questo monogramma viene utilizzato dal club ed è racchiuso all’interno di un ovale bianco; nel corso degli anni non ha subito alcuna evoluzione stilistica, ma solo lievi modifiche in termini di tonalità di colore e dal 1996 è stato introdotto l’anno di fondazione del Galatasaray in corrispondenza del luogo in cui le due lettere si intersecano.
Il monogramma è apparso in diversi scudi e dalla stagione calcistica 2000-2001 in poi, sono state introdotte le stelle, poste superiormente allo stemma, che simboleggiano i titoli vinti; a differenza dell’Italia o di altri paesi, una stella in Turchia equivale al numero di cinque campionati nazionali conquistati e man mano sono aumentate nel corso degli anni.
Nel 2005, in occasione del centenario del Galatasaray, è stato realizzato uno stemma per celebrare questo evento. Non è mai apparso sulle divise da gioco e ancora oggi viene utilizzato su ogni prodotto ufficiale in vendita dal club.
Nella storia del Galatasaray ci sono state molte divise da gioco, indossate da diversi giocatori, che hanno lasciato il segno nel cuore dei suoi tifosi.
Lo stadio del ruggito più forte al mondo
La sede delle partite casalinghe del Galatasaray è lo stadio Türk Telekom Arena, nome che deriva dalla sponsorizzazione della società di telecomunicazioni turca. Situato in un’area urbana della città, nella parte europea di Istanbul, più precisamente nel quartiere Seyrantepe del distretto di Sariyer. È un’opera architettonica ammirata da tutti i suoi tifosi, per la sua funzionalità e bellezza, ed è stata inaugurata il 15 gennaio 2011. Il club decise di modernizzare la sua struttura, coincise con la candidatura della Turchia ad ospitare la competizione calcistica UEFA Euro 2016, quindi prese in esame il progetto di ricostruire un nuovo stadio sostituendo il precedente impianto.
È il centro di un complesso sportivo e commerciale chiamato Ali Sami Yen Spor Kompleksi, in onore al fondatore e primo membro del club, ha una capienza di 52.000 posti, in grado di ospitare incontri internazionali, ed è stato riconosciuto dall’UEFA con una classificazione di quattro stelle.
Lo stadio sorge su una vasta collina, a livello visivo risalta subito agli occhi per il suo stile architettonico e soprattutto per la sua forma geometrica ellissoidale. È uno dei più grandi della nazione e tra i migliori in Europa per le caratteristiche che lo contraddistinguono, come ad esempio la pendenza delle sue tribune che sono posizionate al limite del bordo campo, in modo tale da rendere l’interno dello stadio una vera bolgia durante le partite.
La tifoseria del Galatasaray, oltre ad offrire una delle migliori atmosfere calcistiche in Europa, è considerata la più rumorosa al mondo ed il suo tifo viene anche soprannominato il ruggito della folla, in riferimento al simbolo che rappresenta il club: un leone dal colore giallorosso.
La storica ed eterna rivalità: il Derby Intercontinentale
Quindici milioni di abitanti che brulicano per le strade della città. La vecchia capitale dell’Impero Ottomano ha tante sfumature ed emozioni da raccontare da entrambi i lati del Bosforo. Basta prendere in mano un pallone e notare come sia nettamente divisa in quattro fazioni in cui sport, identità culturale, politica e vecchi rancori si uniscono creando quella miscela esplosiva che si può vedere in TV o allo stadio, quando i derby di Istanbul entrano nel vivo.
La città dove l’Oriente incontra l’Occidente è la sede di uno dei più agguerriti ed infuocati derby calcistici, che vede contrapporsi i canarini gialloblu del Fenerbahce ai leoni giallorossi del Galatasaray, soprannominato: Derby Intercontinentale.
Chiamato così perché a sfidarsi sono le rappresentanti delle due sponde opposte del Bosforo, che si contendono il titolo di squadra turca più titolata e di maggior successo di Istanbul e della nazione. Non è solo un derby calcistico, è qualcosa di più, uno scontro sia fisico che ideologico fra due grandi anime della Turchia: quella europea di Galata e quella orientale di Kadiköy.
Entrambe hanno una lunga e storica rivalità che risale ad alcune differenze sociali, culturali e regionali. Il Galatasaray nasce dalla borghesia e dai ragazzi del Liceo di Galata, considerato un’istituzione d’élite nonché il classico rappresentante della società di alto livello di Istanbul; il Fenerbahce, invece, fu fondato da uomini locali nel distretto di Kadiköy ed era conosciuto come il club del popolo, per diventare poi una squadra apprezzata dagli imprenditori di successo. Le differenze di classe sono svanite e il divario sociale che un tempo separava le due parti si è colmato negli anni.
Al giorno d’oggi, entrambi i club vantano tifosi che rappresentano tutte le classi sociali e la loro forte passione verso i propri colori fa si che si riversi per le strade sfociando il più delle volte anche nella violenza.
Il girone dell’inferno
Il pubblico di Istanbul è uno dei più calorosi d’Europa, soprattutto quello giallorosso, che ha spesso spinto la propria squadra verso grandi imprese, riempendo lo stadio più del dovuto. I supporters del Glatasaray, soprannominati i leoni di Istanbul, sono una tifoseria organizzata molto affiatata e compatta di nome ultrAslan.
Allo stadio non sono mai seduti ma sempre tutti in piedi. Prima di ogni partita alzano al cielo le proprie sciarpe e intonano un inno che ricorda un canto di guerra, abituandoci a spettacolari coreografie in 3D e ad un incredibile tifo assordante e incessante, creando un clima da un’atmosfera surreale all’interno dello stadio, fortemente motivante per i propri giocatori e oltretutto estremamente spaventoso per gli avversari.
Complici anche i fumogeni che accompagnano tutte le partite della squadra giallorossa, dove il rettangolo verde da gioco si presenta contornato da tantissimo fumo, quasi non si respira, facendo sembrare che lo stadio avesse preso fuoco riuscendo ad ascoltare solo il grido di battaglia turco.Una sola parola per descrivere non proprio un’accoglienza amichevole di benvenuto agli avversari: “incandescente” come il colore rosso dell’inferno avvolto da una forte passione che i tifosi turchi mettono al servizio della propria squadra, come veri traghettatori, diventando il dodicesimo uomo più temuto in campo.