Glasgow, una città incantevole dal fascino medievale, vero luogo dove l’amore e l’orgoglio di essere scozzese raggiungono il loro apice. Un posto dove si vive di differenze, da quelle religiose a quelle politiche, che fu il grande centro della volontà di indipendenza dall’Inghilterra.
Differenze che non si limitano però solo alla vita sociale e vengono catapultate anche nel mondo calcistico. Glasgow è la capitale scozzese del calcio. In questa città hanno sede le due leggende calcistiche della nazione: il Celtic Football Club ed il Rangers Football Club.
Il Rangers Football Club, conosciuto semplicemente come Rangers o Glasgow Rangers, milita nella Scottish Premiership, la massima serie del campionato scozzese di calcio, gioca le proprie partite casalinghe allo stadio Ibrox.
È uno dei club, insieme al Celtic, più longevi e titolati della nazione, avendo vinto nei suoi oltre cento anni di storia molti titoli nazionali ed un unico trofeo europeo, vantando un palmarès composto da: 54 Campionati di Scottish Premiership, 33 Coppe di Scozia, 27 Coppe di Lega Scozzese ed 1 Coppa delle Coppe.
Il club venne fondato nel 1872 da quattro giovani adolescenti: dai fratelli Moses McNeil e Peter McNeil, da William McBeath e da Peter Campbell, nella zona ovest della città nel quartiere Ibrox, da dove deriva il nome dello stadio costruito verso la fine del XIX° secolo. Non avevano soldi, né una divisa da gioco e nemmeno un pallone, ma l’unico obiettivo comune era quello di creare ed avere un proprio club calcistico.
I fondatori decisero di chiamarlo Rangers dal nome di una squadra inglese di rugby già presente e fin da subito fu chiara una cosa: dovevano essere formati solo da britannici, soprattutto protestanti e non ci si doveva mischiare con tutti quegli irlandesi che venivano portati nel Regno Unito e tanto meno bisognava professare il cattolicesimo. La fondazione ufficiale dei Rangers è stata riconosciuta il 15 Luglio 1873, quando il club si riunì per la prima volta e fu eletto l’intero staff del gruppo, i giocatori hanno svolto sessioni di allenamento ed è stato redatto un programma di gioco.
Tuttavia, anche con un inizio umile, è emersa la più famosa di tutte le squadre di calcio in Scozia; nessuno di questi quattro ragazzi avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe successo quando si riunirono e non avrebbero mai immaginato che più di un secolo dopo, il club avrebbe vinto così tanti premi e sarebbe stato seguito da milioni di tifosi sparsi in tutto il mondo.
Il colore caratteristico dei Rangers è il blu reale, “royal blue” in inglese. La prima divisa da gioco era composta da una maglia interamente blu, con pantaloncini bianchi e calzettoni a righe di entrambi i colori. Nel corso dei decenni il blu è rimasto il colore predominante nella divisa da gara, successivamente nella seconda metà del XX° secolo in poi sono stati inseriti diversi elementi di colore bianco, nero e rosso, come il colletto o le strisce e inserti.
Il primo e più riconoscibile stemma sociale dei Rangers è il monogramma RFC, con le tre lettere intrecciate tra loro scritte in un elegante carattere d’ispirazione Art Nouveau. Si ritiene comunemente che esso risalga direttamente alla fondazione del club, nel 1872, ma non ci sono prove a sostegno di questa tesi: infatti l’oggetto più antico conosciuto recante uno stemma è una tessera di affiliazione rilasciata nel 1881 – 1882.
In essa il monogramma appare racchiuso in uno scudo sormontato dal disegno di un pallone da calcio e da un cartiglio ricurvo recante la denominazione sociale Rangers Football Club.
Gli stemmi ufficiali sono due: un simbolo con le tre lettere RFC, di colore bianco, intrecciate tra loro su sfondo blu; ed un leone rampante all’interno di un pallone da calcio a sua volta contenuto in un cerchio, ai piedi del leone compare la scritta “ready”, il motto del club.
Il primo stemma viene adoperato per essere applicato sulle divise da gioco, mentre il secondo è utilizzato nei documenti ufficiali del club, nel merchandising e dai media. Nel corso degli anni entrambi gli stemmi hanno subito poche e piccole modifiche nella loro evoluzione, nonostante continuino a rimanere una delle entità più antiche della Scozia oltre ad essere piccole gemme tra i loghi del mondo sportivo che non passano inosservate agli occhi di tutti gli appassionati di calcio.
1968 – 1990, 1994 – 1997, 1999 – 2003, 2012 – 2013
Nel 1968 il club decise per la prima volta di ricamare un proprio stemma sulle divise da gioco, si optò per recuperare il solo monogramma RFC, liberato da scudi e altre finiture.
1990 – 1994
Nella prima metà degli anni ’90, questo stemma è stato applicato sulle divise da gioco. Il monogramma RFC è sormontato da un cartiglio ricurvo recante al suo interno la denominazione sociale Rangers Football Club, in basso compare la scritta “ready”, il motto del club.
2003 – 2012 e 2013 – 2021
In occasione della vittoria del suo cinquantesimo titolo nazionale, nel 2003, lo stemma viene rappresentato con l’aggiunta di cinque stelle, poste superiormente, una per ogni dieci titoli vinti. Il loro colore varia in diverse annate tra il rosso (2005 – 2010) e il bianco (2003 – 2005 e 2010 – 2021) sul blu dominante della maglia.
1959 – 1968
Il club iniziò ad utilizzare il leone rampante, un importante simbolo araldico che fa parte dello stemma reale del Regno Unito. L’animale appare racchiuso in uno scudo sormontato dal disegno di un pallone da calcio ed ai suoi piedi compare il motto del club; a sua volta lo scudo è racchiuso all’interno di un cerchio recante la denominazione sociale The Rangers Football Club.
1968 – 1991
Il leone rosso rampante è mostrato sullo sfondo di un pallone da calcio di colore blu, superiormente rimane la denominazione sociale Rangers Football Club come il motto “ready” in basso ai piedi dell’animale.
1991 – 2020
All’inizio degli anni ’90 si ha un restyling dello stemma solo in termini di tonalità dei colori, dei caratteri tipografici e delle dimensioni dei simboli che lo compongono.
2020 – 2021
Dal 1899 la sede delle partite casalinghe dei Rangers è Ibrox, stadio situato nell’omonimo quartiere di Glasgow sulla riva meridionale del fiume Clyde. In precedenza, dal 1872 al 1899, la squadra aveva adottato diverse sedi, tutte provvisorie. Solo quando il club si diede una struttura societaria definita e una solida situazione finanziaria prese in esame il progetto di costruire un proprio stadio.
Ha ospitato match storici, ma è stato teatro anche di due gravi incidenti, passati alla storia come “Disastro di Ibrox“, dovuti alla struttura portante inadeguata, all’errato dimensionamento degli accessi e al sovraccarico delle tribune. Il primo risale al 5 Aprile 1902, durante una partita tra Scozia e Inghilterra. Con le forti piogge dei giorni precedenti le tribune in legno della Western Tribune Stand cedono, facendo precipitare centinaia di spettatori, provocando 25 morti ed oltre 300 feriti.
Nel 1929 lo stadio cambia radicalmente aspetto. Il progetto è dell’architetto scozzese Archibald Leitch, nonché un fan dei Rangers da ragazzo e già responsabile del progetto degli spalti degli stadi di Arsenal, Chelsea, Tottenham, Manchester United, Everton ed Aston Villa. Ibrox Park, alla fine dei lavori, è il secondo stadio più grande del Regno Unito, e nel 1939 arriva ad ospitare, per un derby contro il Celtic, 118.567 tifosi. Troppi, forse, per uno stadio.
Il 2 Gennaio 1971, infatti, il dramma si ripete. Di scena, proprio un derby cittadino, Rangers contro Celtic. Passano in vantaggio gli ospiti, e a pochi minuti dalla fine il pubblico deluso inizia ad abbandonare lo stadio. All’ultimo respiro arriva il pareggio dei padroni di casa, e si riammassò di corsa sulle tribune per festeggiare, nei festeggiamenti quasi nessuno sembra rendersi conto di ciò che sta succedendo. Sulla scalinata 13 la calca si fa opprimente, e la caduta di un bambino, si pensa, scatena una drammatica reazione a catena. Il panico imperversa, e alla fine rimarranno schiacciate 66 persone ed oltre 200 feriti.
Il disastro dell’Ibrox del 1971 ha portato il club a sviluppare uno stadio moderno e sicuro, così come lo vediamo oggi, ritenendo che i terrazzamenti ripidi e le uscite, come la scala 13, dovessero essere sostituiti e riducendo anche la sua capienza.
All’inizio degli anni ’90 si ebbe un radicale rimodellamento dello stadio, con il vecchio terrazzamento a forma di scodella che è stato sostituito da tre nuove strutture tutte con posti a sedere, rimanendo solo il Bill Struth Main Stand, precedentemente noto come Main Stand, l’edificio storico con la sua imponente facciata in mattoni rossi, con le sue finte finestre neoclassiche ad arco, quadrate e frontoni, trasuda prestigio e potere. Su ogni parete di estremità vi è lo stemma raffigurante un leone rampante in un mosaico blu e oro.
Il campo dell’Ibrox è circondato da quattro tribune coperte per tutti i posti, ufficialmente conosciute come: Bill Struth Main Stand (sud), Broomloan Road Stand (ovest), Sandy Jardine (nord) e Copland Road Stand (est).
Ogni tribuna ha due livelli, ad eccezione della tribuna principale Bill Struth, che ne ha tre da quando il Club Deck è stato aggiunto successivamente nel 1991 e vi si accede dalle torri delle scale che si trovano alle due estremità della facciata di ingresso alla tribuna principale.
Oggi, l’impianto è stato completamente ristrutturato, adeguandosi alle nuove leggi e con la sua capienza di circa 51.000 posti tutti rigorosamente a sedere, è uno dei più sicuri d’Europa ed è il terzo stadio più grande della Scozia, in grado di ospitare match internazionali e giudicato dall’UEFA meritevole di cinque stelle.
Ciò che rende questo club così speciale è la sua calorosa tifoseria fedelissima che fa il tifo con canti, bandiere e coreografie, assistendo agli incontri vestiti con i colori della propria squadra. L’infinito amore del popolo dei “Gers” rappresenta da sempre l’anima protestante di Glasgow, contrapposti ai cattolici del Celtic, con i quali hanno dato vita per oltre un secolo all’Old Firm, la più classica delle sfide del calcio scozzese, nonché uno dei derby più caldi del mondo.
Il calcio per molti è una fede, una religione. Poi c’è l’Old Firm, il “Vecchio Affare”, nome con cui gli scozzesi indicano questa leggendaria rivalità, che scorre nel sangue di Glasgow e che nel corso della sua storia lunga più di un secolo ha influenzato la società, la politica e appunto la religione in Scozia. Il nome dato dai tifosi delle altre squadre, come fosse un affare solo tra Celtic e Rangers.
In effetti è sempre stato così, una lotta a due, una squadra cattolica in un paese protestante non è mai vista di buon occhio, non viene necessariamente accolta con ospitalità. La rivalità tra le due squadre è una delle più affascinanti del mondo del calcio e non si ferma solo al rettangolo di gioco è radicata fino alle ossa dei sostenitori dei due club.
Vivere a Glasgow significa solo una cosa, dare la risposta ad una semplice domanda: “Stai con noi o con loro?”. Non c’è alternativa, non si può vivere nel mezzo, bisogna scegliere. Ibrox o Celtic Park ? Blue o Green ? Il mondo qui ruota intorno a questi colori.
Per spiegarla in maniera semplice, il Celtic è la squadra degli irlandesi immigrati o nati in Scozia, di fede cattolica e indipendentisti, mentre i Rangers sono supportati da scozzesi nativi, di fede protestante e unionisti. Insieme i due club hanno vinto più di cento competizioni nazionali. A Glasgow la vita scorre normale e durante l’anno i tifosi di entrambe le squadre devono comunque convivere nonostante la loro rivalità che trascende il calcio ed è radicata in tutti i settori della vita sociale.
Se si nasce più poveri e si hanno origini proletarie allora si tifa per i biancoverdi; se si nasce più ricchi, nei salotti della Glasgow perbene e borghese, allora si avrà nel cuore i colori dei blues. Fino a qualche anno fa quando le differenze sociali erano più accentuate, il Celtic ha sempre vissuto negli ambienti dei ghetti e più oscuri; i Rangers, godendo della protezione della chiesa protestante, comunque maggioritaria in città, hanno sempre potuto contare su basi economiche più floride.
Ma nel giorno dell’Old Firm una volta entrati in campo, ieri come oggi, tutto questo non contava o non è mai contato. Tutto è lecito, perché quando vivi per il calcio, quando il pallone è in questa cosa per davvero la tua religione, nulla ti importa … in campo è sempre stata una ed una sola cosa: noi contro voi. Ed è sempre e solo contato vincere, affermare la propria superiorità a costo di tutto. Una componente fondamentale nel rendere epica questa sfida è senza dubbio la passione ed il calore che trasmettono le sue tifoserie, due volti della stessa città di una rivalità che non tramonterà mai, perché a Glasgow o sei un Celt o sei un Gers.