Abbiamo presentato le nuove Nike Hypervenom II e ne abbiamo analizzato nel dettaglio il nuovo materiale.
Adesso è il momento di capire le reali differenze tra i due modelli rilasciati da Nike al proprio (nutrito) pubblico di atleti; infatti se avete visto promosse e pubblicizzate le Hypervenom II Phantom, non dovete dimenticarvi che esiste una versione top di gamma denominata Phinish, che resta e rimane in ogni caso un prodotto di punta e non una versione “economica” delle Phantom con il Dynamic Fit Collar.
Partendo dal prodotto principale, le Hypervenom II Phantom, c’è una sostanziale differenza tra i modelli in Flyknit visti fino ad oggi e le Phantom; se per Magista e Mercurial il “calzino” era solo un prolungamento di quello che era la tomaia, quindi il materiale si intrecciava con quello che formava la tomaia stessa, nelle nuove Hypervenom II abbiamo una tomaia semi indipendente (inoltre microtesturizzata in maniera differente rispetto alle precedenti Hypervenom), ed il flyknit a comporre il prodotto.
Questo perchè per ottenere i benefici della calzata, ma mantenere un prodotto strutturato e soprattutto conciliare anche l’inserimento del Flywire, era fondamentale questo tipo di costruzione.
L’analisi che possiamo fare nel dettaglio della tomaia è ancora più accurata. Si perchè è davvero evidente come il Dynamic Fit Collar non si allo stesso livello della tomaia, ma bensì posizionato qualche millimetro sotto. Questa modifica rispetto a Magista e Superfly per noi è molto importante perchè crea automaticamente un alternativa alla calzata classica delle due “sorelle” mantenendo il vecchio spirito “T90” che forse era una di quelle cose che si era un pò persa nelle Hypervenom I (ad esclusione dell’allacciatura in parte).
Per noi questo è un grande passo perchè, come abbiamo visto ai piedi dei professionisti nel primo weekend in cui sono state indossate, l’impatto sembra essere stato davvero ottimale. Una garanzia per noi comuni mortali.
Lo dobbiamo dire, a primissimo impatto anche noi ci eravamo dimenticati che Hypervenom II aveva comunque un top di gamma senza Dynamic Fit Collar. Ci hanno pensato Rooney, Harry Kane e Pedro a ricordarcelo ed allora (dopo aver fatto mea culpa ed aver chieso umilmente scusa) ci siamo messi ad analizzare la versione Phinish di questo eccezionale prodotto.
Effettivamente lo diciamo immediatamente, se non avete l’esigenza di provare il Dynamic Fit Collar e non siete fan del Flyknit (ci resta difficile pensare di non esserlo!!) le Hypervenom II Phinish sono la scelta giusta per voi, perchè i materiali e le tecnologie della tomaia sono identiche a quelle della versione “alta”. Diciamo che di sicuro, rispetto alle Hypervenom di oggi, siamo di fronte ad uno scarpino più completo e meno delicato, altro punto a favore soprattutto per gli storici amanti delle T90. Cerchiamo di capirle più da vicino.
Da vicino è ancora più bello il colpo d’occhio. Si perchè anche la linguetta adesso è cucita alla tomaia e quindi addio a fastidiosi spostamenti durante la partita. Con Hypervenom II Phinish si torna ad un prodotto che è dedicato a chi ha una pianta medio/larga, ma ama i prodotti innovativi e destinati a giocatori particolari, votati all’attacco, ma completi. Ovviamente un altra caratteristica importantissima è che la tomaia, come già sottolineato, è la medesima delle Phantom e quindi anche la tecnologia Flywire è presente allo stesso modo su Phinish, assolutamente non un dettaglio.
Chiudiamo dicendovi che la nostra preferenza, di base, è per il modello “alto” perchè unisce davvero tutto quello che si può desiderare da uno scarpino, certo è che chi preferisce non avere troppe costrizioni all’altezza della caviglia e soprattutto è affezionato al look “basso” e magari è pure un pò nostalgico di Nike T90, può tranquillamente “atterrare” su Hypervenom II Phinish, una scelta quanto mai azzeccata.