“Tears fot heroes dressed in grey..”, inizia così Three Lions ’98, canzone dei Lightning Seeds e inno che ha accompagnato la nazionale inglese ai Mondiali del 1998, quando era ancora fresca l’amarezza della sconfitta nell’Europeo di casa del 1996, arrivata in semifinale ai rigori contro la Germania nel tempio del vecchio Wembley.
Il grey era ovviamente riferito alla divisa indossata dagli inglesi in quella partita che secondo il tabellone erano ospiti. Nei giorni precedenti la sfida sui media inglesi si fece un gran parlare della colpevole assenza della tradizionale maglia da trasferta rossa, un amuleto pensando alla vittoria mondiale di 30 anni prima proprio di fronte alla Germania in quel di Wembley.
La maglia rossa per la prima volta non era stata semplicemente affiancata da un terza divisa che tra gli anni ’80 e ’90 era solitamente celeste, ma accantonata in favore di questa grigia. A dirla tutta, il colore ufficialmente non era il grigio ma tale indigo blue (indaco), almeno secondo la denominazione della casa produttrice.
Il nuovo colore non portò bene. Dopo l’1-1 nei tempi regolamentari in virtù dei gol di Shearer al 3° e di Kuntz al 16°, si arrivò alla lotteria dei calci di rigore. Qui, come ai Mondiali del 1990, si imposero i tedeschi dopo l’errore di Gareth Southgate e la trasformazione decisiva di Andreas Moller al sesto tiro dal dischetto. La Germania si sarebbe poi laureata Campione d’Europa pochi giorni dopo grazie ad un golden goal di Oliver Bierhoff nella finale contro la sorprendente Repubblica Ceca.
La maglia in questione non era a tinta unita in quanto presentava un effetto strisce verticali tono su tono su fronte, retro e maniche. Vista nel dettaglio, la diversità delle strisce non era figlia dell’utilizzo di due tonalità di grigio differenti, ma della stessa a tinta unita nelle strisce più scure e alternata a righine bianche in quelle più chiare. I loghi erano posizionati tutti al centro.
Nomi e numeri, bianchi con uno spesso bordo rosso, erano applicati con un carattere squadrato.
Particolare il colletto, che non era in maglieria, ma realizzato con lo stesso materiale del resto della maglia. Nel lato superiore era a righine bianco-grigie con bordi bianchi e le due zone di colore separate da una riga rosso-blu. La parte inferiore era completamente bianca. La chiusura era garantita da un bottoncino in stile alamaro.
A metà degli anni ’90 Umbro fece molti esperimenti con varie tonalità di grigio, basti vedere questi quattro esempi di maglie da trasferta di Chelsea, Manchester United, Everton e Lazio, tutte di poco precedenti alla maglia dell’Inghilterra.
Non mancarono gli effetti controversi di questi esperimenti cromatici, uno su tutti il famigerato cambio di divisa del Manchester United tra primo e secondo tempo della sfida persa in casa del Southampton nella stagione 1995-1996. Dopo il primo tempo giocato in grigio e chiuso sul 3-0 per i padroni di casa, Sir Alex Ferguson ottenne di cambiare divisa dopo che nell’intervallo i suoi giocatori lamentarono la scarsa visibilità della maglia grigia. L’incontro poi terminò 3-1 per i Saints.
Come giudicate la divisa da trasferta grigia della nazionale inglese a Euro 96?