La presentazione della maglia della nazionale italiana per Euro 2016 a Palazzo Vecchio, Firenze, è stata anche l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Torsten Hochstetter, direttore creativo Puma Global, sostanzialmente una delle menti più “determinanti” allo sviluppo di tutti i prodotti legati all’abbigliamento del brand tedesco.
Ovviamente l’occasione era troppo ghiotta per non fargli qualche domandina e capire meglio come nasce un prodotto così iconico come la maglia dell’Italia.
Siamo sempre pronti alle critiche, siamo tutti un po’ “stilisti” e super esperti di prodotti, ma se da una parte è assolutamente giusto che il nostro giudizio soggettivo sia quello “di pancia”, “come viene”, a volte siamo veramente troppo sbrigativi (tutti, anche noi dello staff molto spesso) nel commentare un lavoro legato al calcio. Proprio per questo parlare con una delle “teste” principali di Puma allo sviluppo di questi prodotti, è stato un vero toccasana e ci ha ancor di più aperto gli occhi.
Innanzitutto, partiamo da un presupposto; le linee guida le dà l’azienda, ma a livello globale come ci dice Torsten: “Il primo passo è ritrovarsi tutti, gli addetti alla parte creativa, in un meeting globale di tutte le nazioni” e continua “È veramente incredibile quando 35/40 persone si confrontano ed ognuno cerca di far valere le proprie idee, sono veramente discussioni molto accese!” (ride).
Una volta “sgrossata” la prima fase, si stabilisce una linea guida per tutte le nazioni. È lì che si sviluppano i progetti più interessanti perchè ogni “country” poi fa quadrato e mette sul piatto tutte le idee, in linea con le direttive del brand: “Ogni volta che dobbiamo creare qualcosa legato alle nazionali, cerchiamo un’ispirazione, qualcosa che ci faccia sviluppare tante singole idee, ma che abbia sempre e comunque un filo conduttore”. E’ cosi che la divisa dell’Italia ha preso vita, sono evidenti le basi sartoriali del prodotto che si sposano però alle necessità delle performance in campo degli atleti.
Torsten Hochstetter ci tiene comunque a specificare: “Le innovazioni e le tecnologie sono fondamentali, c’è sempre un grande tira e molla tra la parte degli innovatori e sviluppatori che desidera avere implementate certe tecnologie e chi invece cura lo stile”. Continua poi per chiarirci ancora di più il concetto: “Unire performance e lato estetico è complicato. Noi abbiamo cercato di trasportare nella maglia dell’Italia la storicità, la tradizione, ma anche un gusto attuale”.
Non potevamo certo chiuderla così, quindi alla nostra domanda su cosa ne pensasse in maniera del tutto soggettiva della maglia azzurra, ci ha risposto: “Ovviamente non posso che essere felice del lavoro fatto sull’Italia, per noi è una delle nazionali dove mettiamo le maggiori risorse e deve rappresentare una delle nazioni più importanti del Mondo”. Nello specifico prosegue: “I dettagli del colletto, del tricolore e questo fit così estremo sono qualcosa di unico. Ricordo sempre che esiste una versione identica a quelle indossate in campo, ma anche una versione replica con una vestibilità più ‘umana’ che è alla portata di tutti”.