Se qualcuno pensa che il collezionismo di maglie da calcio sia roba da uomini, si sbaglia di grosso. Protagonista di questa nuova intervista, infatti, è una donna fedele ai colori bianconeri della Juventus e grande fan di David Trezeguet.
Il suo nome è Alessandra Majocchi, con la “j” di Juventus come ci tiene a sottolineare. Sposata e mamma di due bambine, ha raccolto le maglie della sua collezione sul sito Gobbadentro.
Per lei abbiamo preparato dieci domande per parlare della sua passione e conoscere i suoi gusti.
1) Quando hai iniziato a collezionare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ho acquistato la mia prima maglia nel 2006 e la causa scatenante è stata Calciopoli. Gli eventi di quell’anno hanno fatto disamorare della Juve e del calcio tanti tifosi. Per me invece è stata come una scossa. Mi ha legato ancora di più alla mia squadra e ai suoi colori. E proprio per manifestare questo rinnovato attaccamento desideravo poter avere una maglia vera, da campo, del mio giocatore preferito, da poter guardare e mostrare agli altri con orgoglio “gobbo”.
Così è arrivata la prima, la Trezeguet blu 2000/2001. All’epoca non avevo in mente di collezionare, mi bastava una maglia soltanto. Poi si intuisce come è andata a finire…una maglia tira l’altra e adesso, a distanza di cinque anni, ne ho quasi cinquanta.
2) Qual è la tua maglia preferita tra quelle che possiedi?
La Ariston in lanetta seguita dalla Marocchi felpata nera. Quest’ultima non tanto per motivi calcistici, quanto perché mi riporta alla mente, tutte le volte che la guardo, i begli anni spensierati delle scuole superiori.
3) Hai mai fatto “pazzie” per recuperare una casacca?
Pazzie no, diciamo che la cosa più strana che ho fatto è stata quella di recarmi a Torino (io sto a Lodi) per portare a termine uno scambio di persona. La persona con cui dovevo incontrarmi è il titolare di una nota fondazione. Mi ha fatto vedere il museo delle sue maglie. Ho accarezzato pezzi meravigliosi di storia bianconera, che potevo (e potrò) solo sognare di possedere. Un’esperienza da brivido.
4) Nel tuo sito Gobbadentro è molto curiosa la sezione Trezèteca. Come mai questa passione per il calciatore francese?
Dato che sono donna, si potrebbe erroneamente pensare che lo apprezzi perché è belloccio. In realtà l’amore calcistico per Trezegol è scattato quel famoso 5 maggio 2002, quando abbiamo vinto lo scudetto all’ultima giornata e David s’è imposto capocannoniere coi suoi gol. Mi piace la sua estrema concretezza, è un giocatore senza fronzoli. Non dribbla, non fa numeri da funambolo, non fa particolari magie, magari si eclissa per 89 minuti, ma tu dagli mezza palla al ’90 e ti fa vincere la partita.
5) C’è una maglia che sogni di mettere in collezione?
Sì, la maglia di Platini della partita Juventus-Udinese giocata nel caldo pomeriggio di domenica 14 aprile 1985 al vecchio Stadio Comunale, quello con ancora le gradinate in cemento. E’ stata la mia prima partita, mi ci ha portata mio papà e conservo ancora un bellissimo ricordo di quella giornata. Platini, perché ovviamente era il mio idolo.
6) Come conservi le tue maglie per preservarle nel tempo?
Vivendo in un appartamento di 100 mq condiviso con un marito e due figlie non dispongo di molto spazio, pertanto è impensabile tenere le maglie nell’armadio appese una per gruccia. Rubando un po’ di spazio alle bambine, le tengo disposte nelle scatole che si usano comunemente per tenere i maglioni, ciascuna accuratamente piegata e inserita in una busta di pvc trasparente a chiusura ermetica. Non le tiro fuori quasi mai, se voglio ammirarle lo faccio dal sito.
7) Come giudichi le maglie della Juventus realizzate da Nike per la stagione in corso?
Mi hanno lasciato più di un dubbio. Non tanto il criticatissimo colore rosa della seconda maglia, che può essere giustificato in quanto richiama il colore originario delle maglie juventine, quanto per l’effetto sfuocato nelle strisce della prima divisa da gioco. Sono una purista, per me le strisce devono avere i bordi lisci e ben delineati, non sfrangiati, a zig-zag o con merlature.
E poi mi piace la cura dei particolari. Questa livrea con le cuciture in vista, col collo a giro tipo “magliette della salute” mi sembra più adatta ad una maglia da allenamento piuttosto che ad una divisa da gara.
8 ) Parliamo sempre di Juventus, le divise da trasferta degli ultimi anni sono state di vari colori, alcuni discutibili: rosa, bianco, argento, oro. Secondo te c’è un colore tradizionale che la società dovrebbe adottare?
Sono tradizionalista e dico giallo e blu, i colori di Turin.
9) Dai un’occhiata alle maglie della Serie A 2011-2012, quali sono le tue preferite escludendo quelle juventine?
Le mie preferite stanno in Inghilterra, Chelsea e Liverpool. Però, visto che apprezzo le maglie disegnate dalla Adidas, per l’Italia dico Milan.
10) Spesso i collezionisti sono visti come dei matti, cosa pensano i tuoi amici/parenti della tua passione?
Mi ritengo una donna fortunata perché ho un compagno che pur non condividendo questa passione non mi critica, né mi osteggia, anzi lui per primo quando capita l’occasione mi regala qualche maglia. Paradossalmente, nonostante abbia 37 anni, un reddito mio e sia fuori di casa da un bel pezzo, sono i miei genitori che mi fanno delle menate incredibili perché “alla mia età butto via i soldi per queste cretinate”. Ho imparato a fare come l’anguilla: lascio che le loro parole scivolino via come l’acqua 🙂
Ringraziamo Alessandra per il tempo che ci ha concesso, vi invitiamo a visitare il suo sito Gobbadentro.it e le auguriamo di far crescere sempre di più la sua collezione. E chissà che un giorno non si ritrovi una certa “Platini” nell’armadio.