Cavalcata nel classico per feticisti delle casacche: il cambio all’ultimo minuto per i colori che si somigliano troppo. È accaduto anche ai Mondiali, fin dal 1934.
Da sempre considerati l’apice organizzativo del football a livello internazionale, i campionati del mondo hanno fatto la storia anche grazie al folclore e ai colori che sprigionano ogni quattro anni. Protagoniste sicure di questo caleidoscopio sono le casacche con cui i calciatori scendono in campo. Non sempre però le nazionali hanno giocato con le loro maglie abituali, dovendo spesso ricorrere a soluzioni improvvisate.
Viva Uruguay!
Partiamo dai mondiali del 1930, siamo allo stadio Gran Parque Central di Montevideo, scendono in campo la Bolivia e la Jugoslavia. I giocatori sudamericani indossano una maglia bianca con una lettera sul petto che suscita molta curiosità sugli spalti. Il mistero viene svelato pochi minuti durante lo schieramento per la foto di rito, le lettere formano la scritta “Viva Uruguay” in omaggio al paese ospitante della manifestazione.
L’Austria in azzurro Napoli
Il secondo caso si registra in Italia nel 1934, quando Austria e Germania si affrontano nella finale di consolazione per il terzo posto. Entrambe le formazioni indossano una maglia bianca, e mettono in difficoltà l’arbitro Carraro che non può fischiare il calcio d’inizio. Dopo qualche minuto di incertezza, gli austriaci decidono di utilizzare le maglie azzurre della squadra locale, il Napoli. Non porteranno fortuna, poichè sarà la Germania a imporsi per 3-2.
Mai più il Brasile in bianco
Nel 1950 tocca a Svizzera e Messico affrontarsi nell’ultima partita del gruppo di qualificazione. Entrambe indossano una maglia rossa, così si è costretti a effettuare un sorteggio per decretare chi avesse potuto indossarla. La sorte decide per i messicani, che comunque declinano l’invito e utilizzano delle divise del Cruzeiro di colore blu e bianco.
Questo mondiale sarà ricordato anche per l’abbandono della casacca bianca da parte del Brasile; la decisione arrivò dopo la sconfitta in finale per 2-1 contro l’Uruguay al Maracanà, con 200.000 spettatori in lacrime: un dramma nazionale ricordato ancora oggi. A sostituirla fu quella che ora vediamo abitualmente come prima maglia, la superclassica gialla con colletto verde.
Se il giallo porta male
Otto anni più tardi, nel mondiale svedese del 1958, è l’Argentina a cambiare la sua maglia tradizionale. Nella partita inaugurale con la Germania i colori non sono distinguibili, ma i tedeschi si rifiutano di cambiare casacca.
Viene così utilizzata una maglia gialla dell’IFK Malmo, con la quale gli argentini perdono 3-1. Curioso notare come nel corso della storia l’Argentina non abbia mai battuto la Germania indossando maglie differenti dalla classica camiseta biancoceleste.
Una Francia in biancoverde
Uno dei casi di cambio maglia più noti è certamente quello del 1978, protagonista la Francia di ‘Roi’ Michel Platini. È il 10 Giugno e l’avversaria è l’Ungheria, anch’essa a zero punti nel girone. Durante il riscaldamento i francesi notano che i magiari indossano una divisa bianca, proprio come la loro. Alla richiesta di spiegazioni si scopre che doveva essere la Francia a portare la maglia colorata, così i calciatori si recano negli spogliatoi per cambiarla, ignari del fatto che il magazziniere avesse lasciato il kit blu a Buenos Aires.
I dirigenti transalpini, aiutati dalla polizia, recuperano le divise del Kimberley, la squadra locale di Mar del Plata. I colori (bianco e verde a strisce verticali) poco si abbinano con i calzoncini blu e i calzettoni rossi, ma in quel contesto a nessuno viene in mente di sottilizzare. La Francia vince 3-1, e saluta il mondiale con quest’unica vittoria.
Forza Juve?
Chiudiamo con il Costa Rica, grande protagonista del Mondiale organizzato in Italia nel 1990. La squadra centroamericana indossò in due partite la maglia del Club Sport La Libertad, a strisce verticali bianconere. I più smaliziati dissero che fu una mossa del CT Milutinovic per ingraziarsi il pubblico di Torino. Il primo dei due match giocati con questa divisa, infatti, andò in scena allo stadio Delle Alpi. Il Costa Rica perse per 1-0, ma si rifece nel turno successivo battendo la Svezia e qualificandosi per gli ottavi di finale.
In tempi recenti non si hanno più notizie di disguidi del genere: la FIFA ha imposto regole ferree per combattere i colori che in campo si possono confondere, e le nazionali hanno a disposizione decine di mute fornite dagli sponsor tecnici. Per alcune squadre di club poco conosciute è così finita -purtroppo- l’opportunità di “partecipare” a un Campionato del Mondo.
Ricordate altri episodi curiosi durante i mondiali di calcio?