Le maggiori testate giornalistiche, italiane e straniere, hanno pubblicato in questi giorni un test della BEUC (organizzazione europea dei consumatori) sulle maglie da calcio degli Europei 2012. La ricerca è stata condotta da tre membri dell’organizzazione: Altroconsumo (Italia), DECO (Portogallo) e OCU (Spagna).
Secondo la BEUC alcune maglie contengono sostanze chimiche nocive per l’uomo. Le casacche analizzate sono quelle di Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Russia, Spagna e Ucraina.
6 su 9 contengono tracce di piombo, specialmente su colletto e maniche, ma tutte rientrano nei limiti previsti dalla legge. Sono quelle di Francia (Nike), Germania (adidas), Italia (Puma), Spagna (adidas), Russia (adidas) e Ucraina (adidas). In particolare quelle di Germania e Spagna contengono piombo in quantità maggiore sulla stampa all’interno del collo, un livello che supera quello consentito per i prodotti da bambini.
Le divise di Portogallo (Nike) e Olanda (Nike) contengono tracce di nichel, anche queste però rispettano la normativa.
L’unica bocciata è la maglia della Polonia (Nike), uno dei paesi ospitanti. Contiene un composto organostannico, usato per prevenire l’odore del sudore, in quantità oltre i limiti di legge e potrebbe creare problemi al sistema nervoso. Altroconsumo ha inviato una segnalazione al Ministero per lo Sviluppo Economico.
L’OCU (Organización de Consumidores y Usuarios) consiglia di lavare sempre i capi prima di utilizzarli in modo da eliminare eventuali residui di lavorazione. Inoltre, in caso di irritazioni durante l’uso si deve pretendere la sostituzione.
In tutto questo cosa ne pensano le aziende nominate?
La prima a rispondere è stata Puma, sponsor della nazionale italiana. La maglia dell’Italia è accompagnata da un certificato Oeko-Tex 100, che attesta la piena conformità agli standard Oeko-Tex, secondo i quali i prodotti non sono nocivi per la salute. Nonostante questo Puma ha avviato un test sulla casacca azzurra presso un laboratorio indipendente.
I prodotti Puma rispettano le severe norme locali e internazionali e non contengono sostanze chimiche dannose per la salute o l’ambiente, come definito dalla loro Restricted Substances List, costantemente aggiornata per garantire la conformità a tutti gli standard.
Successivamente anche adidas ha rilasciato una dichiarazione: “Le maglie adidas testate rispondono ai requisiti di legge. Attraverso test che vengono condotti regolarmente da istituti indipendenti possiamo assicurare che tutti i materiali usati nei nostri prodotti seguono gli standard globali più restrittivi“.
Speriamo di leggere presto un comunicato rassicurante di Nike, produttore dell’unica maglia bocciata dai test della BEUC.
Nel frattempo è inutile creare allarmismi, 8 maglie su 9 rispettano le normative in vigore.