Due anni fa ci siamo occupati della divisa di una squadra di Lega Pro che fece scalpore: era quella del Cosenza, rossa nella parte frontale e blu in quella posteriore, realizzata su progetto dell’agenzia di comunicazione e marketing sportivo Vircillo&Succurro, che aveva avviato un rapporto unico a livello nazionale di cura dell’immagine della società calabrese.
Il primo risultato di questa sinergia fu la divisa celebrativa del 95° anniversario del club, che nel 2009-2010 battè il record di vendite della storia del Cosenza, la cui versione finale arrivò dopo ben otto prototipi diversi.
L’anno successivo fu quello delle famose maglie bicolore fronte-retro. Una stagione purtroppo sfortunata per i rossoblù che furono retrocessi in Seconda Divisione con conseguente fallimento della società.
Nel 2011-2012, con il nome Nuova Cosenza, si è ripartiti dalla Serie D arrivando a vincere i playoff dopo un avvio stentato. L’agenzia Vircillo&Succurro ha continuato a curare l’immagine e la comunicazione con buoni risultati anche sui social network.
Per la prossima stagione era già pronta anche la nuova divisa, ispirata al passato e alla figura di Denis Bergamini, indimenticato calciatore del Cosenza scomparso in circostanze non ancora chiarite nel 1989. La casacca sarebbe stata rossa con la parte superiore e le maniche in blu, arricchita da un colletto a polo. In blu i pantaloncini.
Purtroppo la sopraggiunta rottura del rapporto tra la società e V&S, comunicato in una nota online, difficilmente permetterà a questo bozzetto di diventare realtà.
Abbiamo contattato Luigi Vircillo, direttore creativo della V&S, per farci illustrare il suo progetto. Ecco le risposte alle nostre domande:
Da dove nasce l’ispirazione di questa divisa?
Si chiama heart design, quindi nasce dal cuore. Sono tra gli ultimi nostalgici che reputano la divisa un cimelio di appartenenza e quindi cerco sempre qualcosa che possa impreziosire un design ultimamente troppo omologato e povero di idee, quelle idee che fanno sbattere il cuore. Ho scavato nella storia e nelle storie. Ed una sera mentre guardavo in tv una intervista a Donata Bergamini, sorella del compianto calciatore, ho avuto l’idea che cercavo, realizzare una divisa strettamente legata a Denis, a mio parere molto bella e storica, diversa dalle altre, direi unica nella storia rossoblù ed utilizzare la stessa per una grande operazione di solidarietà a favore dell’associazione verità per Denis. Ho preso matita e foglio ed ho disegnato una bozza riveduta con soluzioni contemporanee ed ho subito scritto a Donata Bergamini per informarla di una grande iniziativa in cui volevo coinvolgerla. Da qui l’idea di progettare una divisa che avrebbe puntato dritto al cuore di tutti i tifosi del Cosenza che oltre a sentimenti di appartenenza storica potevano acquistare qualcosa di prezioso, unico e piena di contenuti, contribuendo direttamente ad una causa che sta a cuore a tutti gli sportivi cosentini e non.
Quale fornitore tecnico l’avrebbe realizzata?
Noi siamo consulenti e cerchiamo di creare valore di marca, in questo caso di brand. Sapevamo che la società stava trattando con varie aziende ma non hanno ritenuto opportuno chiedere un nostro parere o altro. Anni fa accadeva addirittura che partecipavamo alle riunioni contrattuali, purtroppo in questo caso neppure a quella della scelta del materiale da catalogo. Quindi il nostro progetto era pronto con tanto di carta modello (i vari pezzi, non cuciti, che compongono una divisa) ma il tutto è rimasto nel cassetto fino alle nostre dimissioni per incompatibilità di modus operandi.
Era prevista qualche iniziativa di contorno legata a questa divisa storica?
L’idea era emotivamente forte. Organizzare una presentazione ufficiale coinvolgendo Donata Bergamini e l’associazione verità per Denis convincendo la società a donare una percentuale sulla vendita della stessa. L’idea di base era trovare un grande spazio cittadino, riempirlo, aprire con una premessa di Stefano Fiore che ricordo è il direttore sportivo del Cosenza Calcio, abbassare le luci, far partire un video motivazionale che chiudeva sul nero lasciando la sala buia e far apparire tutta la squadra con le nuove divise mentre sul monitor appariva la gigantografia di Denis con la divisa da cui abbiamo preso ispirazione. Sarebbe stato un progetto entusiasmante che sarebbe finito in un grande abbraccio rossoblù.
Da quanto lavoravate su questo progetto e quali difficoltà hanno portato alla rottura con la società Cosenza?
L’idea è di 4 mesi ma da allora abbiamo lavorato anche su altri aspetti che riguardano il brand societario che purtroppo non naviga in buona acque.
Le difficoltà dopo 5/6 anni si superano tutte se alla base c’è il rispetto della persona e dei professionisti che giornalmente si adoperano per la causa.
È venuto a mancare questo e tanto altro che in questa sede magari non è argomento interessante. Approfitto di questo spazio nazionale per dire ai lettori che Cosenza è una piazza più volte ferita e delusa, che da anni nonostante la grande passione ed il grande attaccamento ai colori dei suoi tifosi si è vista violentare da gestioni non adatte al suo blasone ed alla sua tifoseria capace di non abbandonare mai la sua passione anche nei dilettanti e credetemi, sono merce rara ed a loro è dedicata la mia presa di posizione. Spero servi a sensibilizzare chi può ridare ad una grande città e ad una grande tifoseria la dignità che merita.
Questa società non è pronta x fare del proprio marchio un brand. Più basata sull’obsoleta tecnica della “vendita del tabellone” ma su una piazza come Cosenza che ha una delle province più grandi d’Italia anche nei dilettanti bisogna investire nel brand per avere un profitto maggiore dei tabelloni in termini di pubblico, appeal, merchandising e ritorno pubblicitario.
Avete avuto richieste da altre società?
Abbiamo avuto richieste e contatti con la Lega per l’immagine della fase finale del campionato Primavera, con il Barletta Calcio ed altre società a cui per etica professionale e contemporaneitá degli impegni non avevamo dato seguito.
Prima di salutarci Luigi Vircillo ci ha segnalato il commento di Donata Bergamini su Facebook che riportiamo integralmente: “Grazie infinite, mi hai commosso, per me sarebbe stato bellissimo, e credo che questo tuo gesto nobile sarebbe stato l’orgoglio della Calabria. L’altra cosa, a mio avviso, avrebbe dato un input ai tifosi, ritornare allo stadio, sognare, nella speranza che questa mitica divisa… ripercorra i sucessi di allora. La divisa è talmente bella e significativa che come Associazione non vorremmo restasse in un cassetto. Un abbraccio forte e sincero.”
Esprimiamo rammarico per l’interruzione di questo rapporto, esempio virtuoso nel calcio italiano a tutti i livelli, sperando che l’intervento della sorella del calciatore rossoblù porti prima o poi alla realizzazione di una divisa così carica di significati.