Il 25 maggio è una data che da sempre ha segnato la storia del Club Atlético River Plate. Era il 25 maggio del 1901 quando un gruppo di ragazzi, figli di immigrati genovesi, fondarono i Millonarios; sempre un 25 maggio, stavolta del 1938, apriva i battenti per la prima volta l’Estadio Monumental di Buenos Aires, da allora la casa del club biancorosso.
Il 25 maggio 2013 sono trascorsi 75 anni esatti dalla sua inaugurazione, ricorrenza celebrata dalla squadra argentina con una speciale maglia dedicata al suo impianto casalingo.
Il seme del Monumental iniziò a germogliare nel 1934, quando l’allora giovane presidente del club, Antonio Vespucio Liberti, acquisì un appezzamento di terreno nei pressi del rio de la Plata, sito tra i quartieri di Nuñez e Belgrano.
L’anno successivo, ancora il 25 maggio, venne apposta la prima pietra dello stadio, ed esattamente tre anni dopo il nuovo impianto venne terminato e consegnato alla squadra, che lo bagnò nel migliore dei modi con un successo per 3-1 sugli uruguagi del Peñarol.
In precedenza, la casa del River Plate era stata per quindici anni esatti l’Estadio Alvear y Tagle, un impianto da 40.000 spettatori che venne demolito una volta ultimata la costruzione del nuovo Monumental.
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Dagli albori fino ai primi anni venti, invece, il club non aveva una casa fissa, giocando le sue partite in piccoli impianti siti nei pressi del quartiere portuale La Boca, oppure ospiti del Ferro Carril Oeste o a Sarandí.
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Alla sua inaugurazione, il Monumental differiva dal progetto originario – causa mancanza di fondi – per la presenza di tre sole tribune, facendo così assumere allo stadio una singolare forma a ferro di cavallo.
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Il completamento del catino avvenne solo vent’anni più tardi, nel 1958, sotto la presidenza di Enrique Pardo, con l’edificazione delle piccola tribuna ‘Colonia’.
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Tale opera fu possibile grazie ad inaspettati fondi provenienti dall’Italia; nello specifico, il tutto venne realizzato con i soldi ricavati dalla cessione, alla Juventus, del Cabezón Omar Sívori, stella del River di quel decennio (ironicamente, nella stessa sessione di calciomercato il club torinese “finanziò” a suo modo anche l’ampliamento dello stadio del Leeds, Elland Road, con l’acquisto di John Charles).
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Col passare dei decenni, i ciclici ampliamenti ed ammodernamenti – i più importanti dei quali, in occasione del controverso (sotto i più vari aspetti) Mondiale 1978, e della Copa América 1987 – hanno fatto assumere all’impianto l’attuale struttura, con una capienza di circa 68.000 spettatori.
Nelle sue configurazioni passate, il record assoluto di presenze al Monumental venne toccato nel 1975, quando alla sfida dell’allora Campeonato Metropolitano contro il Racing assistettero oltre 100.000 spettatori.
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Proprio la grande capienza dell’impianto generò purtroppo una delle più grandi disgrazie del calcio sudamericano: durante il Superclásico argentino River-Boca del 18 giugno 1968 ebbe luogo infatti la cosiddetta tragedia de la ‘Puerta 12’, in cui 71 tifosi trovarono la morte schiacciati dal cancello posto all’entrata n° 12 dello stadio; altre 150 persone rimasero ferite.
Da allora, i cancelli d’entrata al Monumental non sono più identificati da numeri, bensì da lettere.
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Da subito eletto come uno degli stadi più importanti d’Argentina, nella sua storia il Monumental – oltre alle finali dei due competizioni sopracitate – ha ospitato anche gli atti conclusivi del Sudamericano 1946 e della Copa América 2011.
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Ridenominato alla memoria del suo fautore nel 1986, da allora ha assunto ufficialmente il nome di Estadio Antonio Vespucio Liberti; ciò nonostante, il nuovo nome non ha mai davvero attecchito tra i tifosi del River Plate, che continuano colloquialmente ad identificarlo come ‘El Monumental’ (a ben vedere, è ciò che accade anche a Milano, a Rio e in tante altre parti del mondo).
Sfruttando questo importante anniversario, nel mese appena concluso il River Plate e Adidas hanno confezionato una speciale Camiseta Monumental dedicata allo storico impianto, diventato in questi decenni uno dei massimi punti di riferimento del club e della sua tifoseria.
L’azienda di abbigliamento tedesca ha proposto un template completamente differente rispetto alla classica maglia casalinga biancorossa della squadra.
La caratterizzazione più evidente di questa divisa risiede nella scelta dei colori, nero e grigio, solitamente associati all’eleganza e all’alta moda, il cui utilizzo in quest’occasione – virato nel tono su tono – vuol sottolineare il senso d’importanza insito in questa casacca.
Il kit sembra prendere molto dalle uniformi realizzate quest’anno da Adidas per i club nordamericani della Major League Soccer: a differenza della casacca solitamente utilizzata dal River, scompare il girocollo in favore di uno scollo a ‘V’ molto curato, così come sono presenti varie cuciture a vista.
Lo stadio Monumental, alla base di questa divisa , è protagonista sul petto, dov’è rappresentato a mo’ di grande effigie serigrafata.
Rispetto alla tradizionale maglia dei Millonarios, sul lato desto del petto è stato aggiunto un distintivo dedicato, recante al suo interno la dicitura “Estadio Monumental Argentina – 75° Aniversario 1938-2013”.
Nonostante la ricorrenza celebrativa, sul petto è stato mantenuto il logo dello sponsor commerciale BBVA, che comunque si “adatta” alla maglia utilizzando la stessa colorazione; esso è presente anche nel retro della casacca, quest’ultimo completamente nero – se si escludono le già citate cuciture a vista e, ovviamente, nomi e numeri.
Le prime 1000 casacche prodotte sono state rese disponibili in uno speciale pack celebrativo, recante sulla scatola il motto che ha accompagnato l’intera realizzazione delle stesse, e che ne racchiude simbolicamente l’essenza: “Una camiseta con alma”. Un concetto espresso e spiegato anche dalla bandiera ed attuale allenatore del club, Ramón Díaz, in un video correlato per l’occasione.
Il kit Monumental è completato da pantaloncini e calzettoni, anch’essi neri con dettagli in grigio. Questa particolare uniforme è stata sfoggiata unicamente nella partita casalinga contro l’Atlético de Rafaela, match del torneo Final caduto il 26 maggio 2013 e vinto dai padroni di casa per 3-0. Il tutto è stato contornato dai festeggiamenti per il 112° anniversario del club biancorosso.
Nonostante l’indubbio grande lavoro svolto, dobbiamo segnalare come la divisa non sia stata generalmente ben accolta dalla tifoseria dei Millonarios. Più che sul design o sui colori in sé, la critica maggiore rivolta alla maglia è nell’aver eliminato la canonica sbarra diagonale rossa, sia dal petto che dallo stemma societario.
Si tratta del più grande elemento distintivo dell’iconografia-River, presente sulle casacche fin dal 1905. Alla sua fondazione, nel 1901, la squadra vestiva infatti una semplice camicia bianca, più che altro per meri motivi economici; per meglio distinguersi rispetto alle formazioni che usavano anch’esse una divisa bianca, il River “macchiò” quindi il petto dei giocatori con una sbarra rossa, rendendo immediatamente iconica la camisa dei Millonarios.
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La sbarra rossa ebbe una fase di declino solo durante il ventennio che va dai primi anni ’10 ai ’30 del secolo scorso, nel pieno dell’era amatoriale del futbol argentino, quando il club di Buenos Aires vestì una altrettanto particolare maglia a righe verticali biancorosse, con queste a loro volta bordate da sottili strisce nere.
Abbandonata a metà anni ’30 in favore del ritorno alla vecchia casacca sbarrata, questa uniforme palata rimase comunque nel cuore di tifosi, tanto che nei decenni a venire è stata spesso ciclicamente riproposta come terza divisa della squadra.
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Per chi mastica lo spagnolo, concludiamo questo lungo excursus storico sul River Plate e sul suo stadio con un ultimo video, in cui alcuni giocatori dei Millonarios (tra cui una vecchia conoscenza del calcio italiano) ci spiegano cosa significa e quali emozioni si provano a calcare ogni volta il campo da gioco del Monumental.
Vi piace questa maglia speciale dedicata all’Estadio Monumental? E conoscevate la storia dell’impianto casalingo del River Plate?