Dodici mesi fa, molto probabilmente, neanche il più incrollabile tifoso del Siviglia avrebbe immaginato di vivere questi momenti…
Dopo aver concluso il campionato a un anonimo nono posto, i guai finanziari di Málaga e Rayo aprirono inaspettatamente loro le porte dell’Europa League dove, in un crescendo rossiniano, i biancorossi hanno scritto per la terza volta il loro nome nell’albo d’oro della seconda coppa europea.
Per Warrior è stato invece il primo grande successo nel mondo del calcio, che ha forse in parte lenito l’incredibile harakiri che ha visto protagonista il Liverpool nella Premier League.
L’asimmetria al potere
Nel suo primo anno di vita, questo binomio che ha unito le due sponde dell’Atlantico aveva subito fatto centro, almeno dal punto di vista dei risultati in campo. Per questo è diventata grande l’attesa circa la nuova divisa 2014-2015 dei Rojiblancos, presentata al pubblico e ai tifosi in occasione della giornata conclusiva della Liga.
Rispetto a quanto accaduto al debutto, stavolta l’azienda americana sembra aver parzialmente rigettato quella sperimentazione che, nel bene e nel male, l’ha presto portata alla ribalta tra gli appassionati europei, e che aveva pesantemente influenzato la realizzazione dell’ultima camiseta andalusa.
Tuttavia, pur se Warrior – almeno per questa divisa casalinga – pare aver improntato il suo approccio a qualcosa di più affine con la semplicità e la pulizia, non manca quella vena di “follia” stilistica che, di fatto, sembra essere il suo marchio di fabbrica nel mondo del calcio.
Anche quest’anno la filosofia alla base della casacca biancorossa viene riassunta nel motto “sigue la linea roja”, che tanto successo aveva già avuto la stagione passata tra la tifoseria del Siviglia; era presto diventata una moda, sugli spalti del Ramón Sánchez-Pizjuán, pittarsi il viso con quella banda verticale rossa che campeggiava sulle uniformi del calciatori.
Questa permane anche sopra la nuova muta casalinga del club dove, tuttavia, stavolta migra verso il lato destro del petto; la striscia assume allo stesso tempo un aspetto più dinamico per via del fatto di dipanarsi, obliqualmente, da due nuovi inserti rossi che attraversano la spalla destra.
Scompare, quindi, la globale simmetria che ritrovavamo nella maglia della scorsa stagione, poiché, quest’anno, alla “linea roja” fa da contraltare, sul lato sinistro della divisa, una semplice coda di topo rossa che cinge spalla e braccio: ecco che torna quel pizzico di “follia” made in Warrior.
Il colletto, bianco e con un modesto scollo a V, è ornato alla base da un’ulteriore coda di topo rossa, mentre all’interno vede una caratteristica finitura a scacchi biancorossi. A sfalsare ulteriormente la simmetria della maglia arriva un inserto rettangolare rosso, che marca la zona superiore del polsino sinistro; rimane lindo, invece, il bordino destro.
Sul petto, sempre pittati di rosso, al marchio Warrior riportato con logo e lettering fa da contraltare lo stemma societario che, come già avvenuto per le mute dell’anno passato, vede il ritorno in auge dello storico simbolo delle origini, un bollo recante il trigramma SFC.
La denominazione societaria per esteso, Sevilla Fútbol Club, è invece appannaggio della zona posteriore della divisa, circoscritta alla zona inferiore del collo e riportata con un font dal taglio vagamente “graffitaro”.
Molto più tradizionale il resto della tenuta da gioco casalinga, con dei pantaloncini bianchi macchiati unicamente da due lunghi e sottili graffi rossi che percorrono i lati esterni delle cosce; ancor più minimali i calzettoni, completamente neri.
Su ambedue i capi, sono riportati a contrasto stemma e logo del fornitore tecnico, che nel caso delle calze rappresentano peraltro l’unico tocco di colore.
Quelle strisce sulle spalle…
Quella che può sembrare una divisa moderna e originale, tuttavia, tradisce una forte – e, forse, insospettabile – componente nostalgica. A uno sguardo superficiale, sono probabilmente in pochi quelli che, sotto la pesante opera creativa di Warrior, potrebbero leggere e cogliere un omaggio a una delle casacche più famose della storia del Siviglia.
Era il 1992-93, una stagione decisamente dimenticabile per la compagine spagnola… se non fosse che fu l’unica in cui Diego Armando Maradona vestì la maglietta degli andalusi.
Per una squadra che, al fianco del Pibe de Oro, vide in campo anche il connazionale Diego Simeone e il croato Davor Šuker, l’allora fornitore tecnico Front Runner realizzò una tenuta da gioco dove, chiuse tra due code di topo, entrambe le spalle erano attraversate proprio da due strisce rosse.
Chissa… forse l’ormai sconosciuta azienda s’ispirò alla moda dilagante nei primi anni novanta, quando la ben più famosa adidas portò avanti una delle sue più rivoluzionarie idee in ambito calcistico.
A quel tempo, infatti, i tedeschi innovarono pesantemente la loro politica stilistica in fatto di divise, mandando nel cassetto le loro canoniche stripes in favore di una nuova versione extralarge, che andò a marchiare massicciamente le maglie dell’epoca.
Tale sperimentazione durò fino alla metà del decennio, quando gradualmente si assistette al ritorno in voga delle classiche stripes in formato mignon. Insomma, Warrior ha preso a piene mani dal passato del Siviglia, rielaborando il tutto secondo i canoni moderni per unire tradizione e innovazione. Al pubblico stabilire se tale percorso può dirsi riuscito.
Dal bianco al rosso
A fianco della muta casalinga dei Rojiblancos, Warrior ha svelato anche l’uniforme riservata agli estremi difensori del club. L’eroe di Torino, Beto, vestirà una tenuta da gioco che, globalmente, appare molto più curata rispetto a quello sfoggiata nella vittoriosa stagione appena conclusa.
La prima scelta dei portieri sarà completamente agli antipodi rispetto ai giocatori di movimento: un completo rosso, cinto lungo il petto da alcuni inserti “a saetta” pittati d’un intenso azzurro.
Gli stessi colorati li ritroviamo, in forma minore, nel retro delle spalle, dove peraltro mettono bene in evidenza la denominazione societaria. Il colletto opta invece per un elegante blu navy che lo isola in qualche modo dal contesto, facendolo emergere dall’insieme.
Come per la divisa dei giocatori di movimento, anche per i portieri c’è sul petto lo storico bollo bel passato, colorato di bianco come il logo dello sponsor tecnico.
L’uniforme si differenzia invece per quanto concerne il resto dei suoi capi, poiché i sopracitati inserti azzurri ricorrono anche su pantaloncini e calzettoni, col compito d’interrompere e altresì “alleggerire” la preponderante macchia rossa.
Tutti in campo!
Come ricordato, queste nuove mute hanno fatto il debutto nell’ultimo atto della Liga, bagnando il successo 3-1 sull’Elche e, soprattutto, la grande festa celebrativa attorno al trofeo sollevato pochi giorni prima allo Stadium.
L’occasione ha permesso di ammirare la maglia nella sua veste definitiva, mettendo in mostra ulteriori dettagli del lavoro dei designer Warrior.
Sul petto, ovviamente, c’è spazio per lo sponsor ufficiale, quello che è forse l’unico corpo estraneo all’opera: al di la dell’impatto del logo in sè, a lasciare maggiormente basiti è l’uso di una toppa bianca sopra una casacca… bianca!
Vedremo se nella stagione 2014-15 ci sarà la volontà di porre rimedio a questa brutta caduta di stile. Per il resto, è interessante notare anche al muta sfoggiata dal portiere Beto, di fatto il template sopracitato ma variato su base gialla.
L’altro particolare degno di nota risiede sulla schiena, col nuovo font riservato a nomi e numeri. Viene infatti abbandonato lo stile “pennellato” che aveva caratterizzato la stagione appena conclusa, in favore di una soluzione ancor più originale.
Quasi un effetto “pixelato”, col numero di maglia composto da tanti, piccoli, puntini rossi (qualcuno di voi farà forse un parallelo col font scelto, a suo tempo, da Puma per le sue nazionali a Euro 2008); inoltre, alla base, ogni numero reca (seminascosto) lo scudo societario del club, facendo riferimento stavolta all’odierna versione.
In definitiva, che il risultato finale di Warrior piaccia o no, eccoci di fronte a una maglia di cui tutto si può dire, tranne che non sia unica e originale.
Tutt’altro paio di maniche rispetto alla camiseta blanca – obiettivamente, tanto semplice quanto scialba – con cui il Siviglia ha sbattuto in faccia al Benfica, per l’ennesima volta, la “maledizione di Béla Guttmann”… una casacca che, probabilmente, passerà alla storia come tra le più discutibili con cui giocare una finale!
Buttandoci invece già ora a capofitto nella nuova stagione, tutti i tifosi andalusi confidano ovviamente nel fatto che la nuova “linea roja”sia degna erede della precedente, contribuendo a rimpolpare ulteriormente la bacheca dei Rojiblancos.
Chissà quindi che tale segno grafico, d’ora in avanti, non diventi definitivamente un tratto distintivo per il Siviglia e per la sua storica uniforme.
AGGIORNAMENTO: 12 AGOSTO 2014
Torniamo a occuparci nuovamente del club andaluso, a poche ore dal suo debutto ufficiale nella stagione 2014-2015, per quella Supercoppa UEFA che vedrà i biancorossi contrapposti, in un derby tutto spagnolo, al Real Madrid. Nelle scorse settimane il Siviglia ha infatti svelato le altre casacche che andrà a vestire nella nuova annata calcistica, anch’esse velate dall’ormai inconfondibile stile di Warrior.
Dobbiamo tuttavia tornare un attimo a soffermarci sulla maglia casalinga, la canonica biancorossa, per un’importante novità. Alla sua presentazione nel turno conclusivo dell’ultima Liga, vivaci erano state le critiche circa l’apposizione sul petto dello sponsor, una patch rettangolare e bianca di dubbio gusto, che mal s’integrava con l’uniforme.
Rimostranze cui evidentemente l’azienda americana si è mostrata sensibile, ponendovi presto rimedio. La stagione che andrà a incominciare vedrà in mezzo alla muta dei Rojiblancos il semplice lettering “Visit Malaysia”, pittato in casa d’un tenue blu, e posto sul tessuto in maniera molto più curata ed elegante.
Non di meno, la nuova soluzione rende ancor più evidente il marchio al pubblico, cosa che farà sicuramente piacere al governo malese… al di là di ciò, non possiamo che fare un plauso per aver risolto nel miglior modo possibile l’annosa coabitazione tra maglia e pubblicità.
Gialloblù in trasferta, rossoneri in Europa
In casa d’altri, almeno in Spagna, il Siviglia ha invece scelto di abbandonare il tradizionale rosso per sposare una dicotomia gialloblù. Il template scelto non mostra sorprese, di fatto quello già assegnato ai portieri andalusi.
A differenza di quest’ultimi, la divisa da trasferta vede una maglia composta da un corpo azzurro, bordato da inserti gialli e blu navy lungo fianchi e braccia. Il colletto è bianco, così come lo stemma che rimane quello degli albori.
Stessa proporzione tra tinte la rintracciamo nei calzettoni, azzurri con risvolto blu, mentre un’inversione di colori la troviamo sui pantaloncini, realizzati in blu scuro e cinti ai lati dall’azzurro e dalla “saetta” gialla.
Come accennato, il gialloblù è riservato unicamente ai confini nazionali. In campo continentale, gli andalusi andranno a caccia di una nuova affermazione europea potendo contare sullo storico rosso, rielaborato secondo un moderno design.
Warrior ha infatti concepito uno speciale “Euro kit” per il club iberico, da sfoggiare unicamente nelle trasferte di Europa League, e che farà il suo debutto proprio nella Supercoppa di Cardiff contro le Merengues.
Ai più attenti non sarà sfuggito il fatto che, di base, siamo di fronte alla rielaborazione d’un qualcosa di già visto, la terza maglia indossata dal Liverpool nel 2013-2014. Tuttavia, rispetto al lavoro approntato dodici mesi fa per gli inglesi, dobbiamo notare come questo template, coi colori rossoneri, guadagna non poco in stile e bellezza.
L’intera uniforme è appannaggio del rosso, interrotto da alcuni inserti in nero o tono su tono, come ben evidente sulle spalle e nel caratteristico pattern losangato che riveste a mo’ di armatura la parte bassa del busto.
Proprio in questo insolito disegno tripartito Warrior ha voluto trovare una “giustificazione”, parlando di un omaggio a Isidoro di Siviglia, Ferdinando III di Castiglia e Leandro, ovvero i tre santi della città spagnola.
Lascio a voi il giudizio circa l’aver “appioppato” (scusate il tecnicismo!) un legame del genere sopra una maglia realizzata in origine per un’altra squadra, di un altro paese… sta di fatto che la scelta è stata ben accolta dal tecnico dei Rojiblancos, Unai Emery:
I tre santi sono tenuti in grande considerazione da un’enorme parte di tutti i sivigliani, e ciò dimostra quanto Warrior tenga al club e a questa grande città. Abbiamo davanti una stagione che si prospetta entusiasmante, e Warrior ci ha fornito le armi giuste per andare a caccia di nuovi successi.
Il resto di quest’elaborata casacca si caratterizza per un colletto nero, chiuso nello scollo da un tassello biancorosso. Di contro, appaiono molto minimali i pantaloncini, rossi e con semplici inserti romboidali lungo le cosce, mentre i calzettoni emergono dalla banalità unicamente grazie al ricorso a delle hoops rosse tono su tono.
Come accennato, questo “Euro kit” scenderà in campo già stasera 12 agosto, scontrandosi con la camiseta blanca più famosa del mondo. Su questo vestito rosso, nel corso della stagione, ricadrà il non troppo velato obiettivo di arricchire ulteriormente la già grande bacheca del “piccolo” Siviglia.
Vi piace la nuova “linea roja” che colora la maglia 2014-2015 del Siviglia? E cosa ne pensate delle nuove divise da trasferta degli andalusi?