Nelle ultime settimane diversi utenti ci hanno segnalato il proprio stupore, per non dire sbigottimento, dopo aver visto sulle maglie del Cagliari “Pecorino Romano”, consorzio che per 4 partite è figurato come sponsor principale del club rossoblù.
Devo ammettere che anche per me è risultato strano leggere “Romano” piuttosto che l’autoctono ed iconico Pecorino Sardo, ma come da comunicato diramato dal Cagliari Calcio, va precisato che:
“Il Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano, costituito nel novembre del 1979 riunisce al suo interno la quasi totalità dei produttori di Pecorino Romano presenti in Sardegna, Lazio e provincia di Grosseto. Per poter valutare l’importanza che il Pecorino Romano riveste per l’economia della Sardegna e, in particolare, per il settore zootecnico e caseario, bisogna considerare che oltre il 50% del latte ovino prodotto nell’isola è destinato alla produzione di questo straordinario formaggio.”
Questa notizia legata all’attualità costituisce un ottimo spunto per un tuffo nel passato, dunque per un Venerdì Vintage dedicato alle maglie più significative del Cagliari sponsorizzato Pecorino Sardo.
L’esordio sulle maglie avvenne nel 1992-1993, al posto dell’altrettanto autoctono sponsor FOS – Formaggi Ovini Sardi. Fu l’ultima stagione del legame con Umbro ed ahimè, anche l’ultima per lo stemma dei quattro mori in tutto il suo splendore, libero da qualsiasi cornice o scudo rossoblù a sminuirne la visibilità.
Interessante anche il discorso della maglia da trasferta, nelle due versioni Umbro che ospitarono il marchio Pecorino Sardo. La prima, provvisoria ed eredità delle stagioni precedenti, corrispondeva quasi in ogni dettaglio alla maglia della nazionale inglese utilizzata ai Mondiali di Italia ’90 e agli Europei di Svezia ’92.
Quella definitiva presentava invece uno straordinario colletto a polo blu con dettagli rossi chiuso dai laccetti. Anche i bordi manica erano rossoblù.
Dal 1993-1994 e nelle successive due stagioni il posto di Umbro fu preso da Erreà, ma soprattutto lo stemma dei quattro mori venne inglobato in uno scudo rossoblù stondato con un nastro tricolore nella parte bassa, in ricordo dello storico scudetto del 1970.
Nei tre anni con Erreà, la maglia a mio avviso più riuscita fu quella da trasferta del 1995-1996, bianca con colletto e bordi rossoblù, che presentava una suggestiva fantasia tono su tono recante la croce con i quattro mori.
Dopo Erreà, altre maglie decisamente degne di nota furono quelle prodotte dalla Reebok per il biennio 1996-1998. Se per quanto riguarda la Fiorentina, il giglio era stato messo in risalto come elemento decorativo, per il Cagliari il brand inglese scelse la sagoma della Sardegna, posta tono su tono al centro del petto con una fantasia a strisce diagonali sfumate e con tanto di indicazione topografica della città di Cagliari.
Furono notevoli anche le maglie da trasferta, tradizionalmente bianca la seconda e azzurro accesso la terza. Entrambe presentavano un’ampia fascia rossoblù a cingere le maniche e il disegno della Sardegna sul petto. Non furono rari i casi in cui alla maglia bianca vennero accostati i pantaloncini azzurri, abbondantemente fregiati di rossoblù.
Sul petto campeggiava per la prima volta quello che ancora oggi è lo stemma del club, con i quattro mori inscritti in uno scudo rossoblù a sua volta contenuto in un ovale a tinte invertite. Almeno in quelle stagioni la dimensione del logo era sufficientemente grande da far intuire la presenza dello stemma della Sardegna al centro.
Per quanto belle, le divise Reebok non furono molto fortunate. Il 1996-1997 terminò con la retrocessione in Serie B dopo sette stagioni nella massima serie, arrivata dopo lo spareggio di Napoli perso contro il Piacenza. Il riscatto arrivò l’anno successivo con la pronta risalita in A.
Pecorino Sardo restò sulle maglie del Cagliari, ma il posto di Reebok venne preso da Biemme e successivamente da Uhlsport. Dal 2001-2002 Terra Sarda divenne il main sponsor.
Quale di queste maglie del Cagliari anni ’90 vi piace di più?
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