Man mano che ci avviciniamo all’inizio dei mondiali in Brasile, iniziano a delinearsi i guardaroba delle varie nazionali ammesse alla fase finale.
Oggi tocca alla Repubblica di Corea, calcisticamente più conosciuta come Corea del Sud, presentare la prima divisa, realizzata da Nike, con la quale affronterà il gruppo H in compagnia di Belgio, Algeria e Russia. Nella cornice della Gwanghwamun Square di Seoul, il marchio dello Swoosh ha presentato la divisa casalinga dai toni semplici nati dall’utilizzo di una grafica snella e, in particolare, da un disegno della maglia elegante.
Il concept da cui è nata questa divisa parte dalla volontà di creare un’uniforme che rappresentasse al meglio le aspirazioni della nazionale attraverso la peculiare simbologia della cultura coreana, in modo da sottolineare l’aspetto aggressivo ed equilibrato del team. Sulla maglia, infatti, sono riportati i colori rappresentativi della Corea, il rosso e il blu, che riempiono il simbolo del Tae-Geuk, il simbolo di yin e yang posto al centro della bandiera coreana.
Mentre all’interno del Tae-Geuk rosso e blu sono in equilibrio perfetto, nel bilancio cromatico della divisa coreana c’è un propensione a valorizzare il rosso, colore che simboleggia la positività della vita.
Il rosso acceso e vibrante predomina sulla maglia esprimendo al meglio la passione, il carattere e la volontà dei coreani di emergere nel prossimo campionato mondiale. Questo colore, infatti, all’interno del Tae-Geuk rappresenta gli aspetti positivi della vita, bilanciati da da quelli negativi espressi con il colore blu. Quest’ultimo nella geografia della maglia va a cingere le maniche nella parte superiore e a rifinire i bordi superiori di un collo alla coreana, non inaspettato ma certamente raffinato.
A sottolineare ancora di più le aspirazioni e lo spirito condottiero dei coreani ci pensa l’inserimento all’interno del collo di un simbolo Tohun realizzato con la calligrafia tradizionale coreana e che significa “spirito combattivo”, a rappresentare la qualità essenziale del calcio coreano. Sul petto, infine, spiccano il baffo Nike in opposizione allo stemma della Korea Football Association che sovrasta la scritta Korea, entrambi bordati sottilmente in oro.
A bilanciare in qualche modo il rosso della maglia, nell’ottica di un equilibrio tra yin e yang, ci pensa il blu dei pantaloncini, realizzati senza alcun inserto grafico supplementare rispetto allo stemma della nazionale e al marchio Nike. Seguono, infine, i calzettoni rossi che chiudono il kit.
All’aspetto stilistico corrisponde ovviamente anche la controparte tecnologica e la sostenibilità ambientale in fase di realizzazione. Tutta la divisa, calzettoni compresi (prima volta per i coreani), è stata ricavata dal riciclo della plastica senza tuttavia porre limiti al livello di vestibilità e prestazionale dei giocatori: la tecnologia Dri-Fit permette, infatti, una ventilazione e un assorbimento di umidità elevati in condizioni di eccessiva sudorazione.
“Oltre a fornire il meglio in termini di innovazione e prestazione, il nostro obiettivo è quello di celebrare anche lo spirito e l’orgoglio del paese“, ha sottolineato il direttore creativo di Nike, Martin Lotti. Il risultato è quindi una divisa che ricalca lo stile Nike in termini sia tecnologici che stilistici e che è intrisa di una simbologia molto sottile ma al contempo molto forte e peculiare della cultura coreana. Il centrocampista della nazionale asiatica, Sung-Yueng Ki, ha sottolineato come la nuova maglia, che probabilmente debutterà il prossimo 5 marzo contro la Grecia, corrisponda perfettamente alle aspirazioni della squadra: “Quest’anno in Brasile, con una casacca che esprime yin e yang, si cercherà di raggiungere nuovi traguardi a livello mondiale”.
Il quarto posto conquistato nel mondiale nippo-coreano del 2002 è il record da superare e magari la leggera predominanza del rosso sulla divisa farà si che yin e yang non gireranno all’infinito all’insegna dell’equilibrio eterno, ma magari aiuterà le tigri asiatiche a fare meglio. Soprattutto autonomamente.