La spettacolare amichevole del 5 marzo andata in scena a Bruxelles tra Belgio e Costa d’Avorio, è stata l’occasione per scoprire le maglie che accompagneranno gli elefanti al terzo Mondiale della loro storia, probabilmente l’ultimo per la stella del calcio ivoriano e mondiale Didier Drogba.
Esiste una specie di maleficio che accompagna la nazionale della Costa d’Avorio nelle avventure mondiali; la sfortuna sistematicamente si abbatte sugli ivoriani spingendoli nei gironi più diabolici che l’urna della FIFA possa concepire e tirandogli addosso squadroni imbattibili formati dai campioni più formidabili del pianeta. L’ovvio risultato di questo “maleficio dell’urna” è che nelle due uniche e consecutive edizioni disputate fino a questo momento, gli elefanti non sono mai riusciti a superare il primo turno eliminatorio.
Al suo esordio mondiale, avvenuto durante l’edizione tedesca del 2006, la squadra capitanata da Drogba finì nel “gruppo della morte” assieme alle quotatissime Argentina e Olanda, oltre la temibile matricola Serbia e Montenegro; e come prevedibile la qualificazione fu disattesa.
Ma dopo quattro lunghi anni ecco la grande occasione per la Costa d’Avorio che poté disputare, con la sua migliore formazione di sempre, il primo Mondiale mai organizzato nel continente nero. Nonostante i buoni auspici, tuttavia, anche l’edizione sudafricana del 2010 si rivelò da subito in salita e gli elefanti furono inseriti in un girone folle, costringendoli a fare i conti con i cinque volte campioni del Brasile e il lanciatissimo Portogallo di Cristiano Ronaldo; a fare la parte del capro sacrificale l’eliminata in partenza Corea del Nord. Ancora un terzo posto per Drogba e compagni che chiusero il girone con quattro punti.
A otto anni dall’esordio iridato, il “maleficio dell’urna” sembra essere svanito e la nazionale ivoriana è stata inserita nel Gruppo C, assieme a Giappone, Colombia e Grecia, un raggruppamento tutt’altro che proibitivo finalmente, che potrebbe permettere alla Costa d’Avorio di staccare per la prima volta il biglietto per gli ottavi di finale. Per riuscire in questa impresa, gli elefanti hanno rinnovato il loro guardaroba firmato Puma, dotandosi di due divise nuove di zecca e fregiandosi del terzo stemma federale in altrettante partecipazioni alla fase finale del Mondiale. Andiamo a vedere di che cosa si tratta.
La prima divisa è un completo arancione che non si discosta molto dalle ultime versioni proposte da Puma per gli ivoriani; il design scelto è molto semplice, e a caratterizzare la maglia è soprattutto la sua vestibilità, estremamente aderente. Tutt’altro che elaborato anche il colletto, costituito da un normale girocollo senza dettagli o colori a contrasto.
Come unico elemento ornamentale è previsto un inserto sulle spalle, riportato anche nel sotto-manica raffigurante dei disegni stilizzati, simili a quelli delle pitture rupestri, ispirati al paese africano; la stampa grafica rappresenta il nome della Nazione scritto in lingua francese e il simbolo per eccellenza della Costa d’Avorio, l’elefante a cui i calciatori ivoriani devono il soprannome.
Come tutte le divise realizzate da Puma per le rappresentative nazionali, anche le casacche della Costa d’Avorio racchiudono una grande componente tecnologica che consiste nel PWR ACTV, un nastro inserito all’interno dell’indumento capace di esercitare un micro-massaggio sulla pelle dei calciatori con l’intento di massimizzare le performance sul campo. Questa novità, assieme agli inserti in mesh sotto le maniche ideati per favorire una migliore traspirabilità è pensata per fornire un vantaggio competitivo a Drogba e compagni.
Entusiasta di queste novità il centrocampista e leader del Manchester City Yaya Touré: “Sono impressionato dalla nuova tecnologia presente nei kit Puma, è una grande novità per noi indossare una maglia che favorisce le performance sul terreno di gioco. Mi piace molto anche il disegno, è semplice ed è incentrato sull’elefante, il simbolo più importante nel nostro Paese. Esso rappresenta la forza e la determinazione, gli stessi sentimenti con cui io e i miei compagni partiremo per il Brasile. Siamo pronti ad affrontare la sfida della Coppa del Mondo”.
La divisa si completa con pantaloncini e calzettoni arancioni senza particolari dettagli mentre le personalizzazioni sono bianche.
La seconda divisa è già stata sfoggiata in campo nella gara amichevole pareggiata per due a due contro i Diavoli Rossi del Belgio. Come colore “da trasferta” è stato confermato il verde smeraldo, che assieme all’arancione e al bianco, da vita al tricolore nazionale. La divisa away verde succede alla maglia a righe orizzontali bianco-verdi del Mondiale sudafricano del 2010 e alla divisa completamente bianca dell’edizione tedesca del 2006.
Non ci sono variazioni dal punto di vista del design rispetto alla versione home, infatti il modello scelto per le divise da trasferta è lo stesso precedentemente descritto con la sola variante del colore. Confermati quindi gli inserti sulle spalle e nel sotto-manica ornati con i disegni tradizionali africani che rappresentano la figura stilizzata dell’elefante e il nome della nazione in lingua francese.
La tenuta da trasferta si completa con pantaloncini e calzettoni dello stesso colore della maglia, bianche anche in questo caso le personalizzazioni.
La divisa prevista per i portieri non si distingue, almeno per quel che riguarda il modello scelto, da quella in dotazione a tutte le Nazionali della scuderia Puma e con la quale è sceso in campo Buffon nell’amichevole contro la Spagna. Il modello in questione ha già scatenato le critiche e l’ironia dei nostri appassionati nei precedenti articoli su Italia e Svizzera a causa della bizzarra trama a “labirinto” che occupa il pannello frontale della maglia, oltre che per i colori tutt’altro che sobri. Questa scelta, costituisce a mio avviso un pesante passo indietro di Puma rispetto al Mondiale sudafricano di quattro anni fa, per il quale il brand teutonico aveva sfornato due diversi modelli.
Un template futuristico e dai colori sgargianti era stato riservato agli estremi difensori europei e sudamericani di Italia, Svizzera e Uruguay; mentre un secondo completo, anch’esso molto particolare prodotto in tonalità diverse di marrone, violetto e azzurro era stato riservato ai numero uno africani di Algeria, Camerun, Costa d’Avorio e Ghana.
Ci sembra a questo punto interessante approfondire la questione legata allo stemma della Fédération Ivorienne de Football, proposto in tre differenti versioni in altrettante e consecutive partecipazioni al Mondiale.
All’edizione del 2006, disputata in Germania, gli ivoriani già sponsorizzati da Puma, si presentavano al primo mondiale della loro storia sfoggiando uno stemma federale piuttosto curioso, costituito dal perimetro geografico della nazione che faceva da sfondo ad un pallone in cuoio contenente a sua volta la testa dell’elefante e la sigla della federazione.
Nel 2010 gli elefanti erano rappresentati da un diverso stemma federale molto più elaborato del precedente. Una convenzionale forma a scudo bordata di arancio conteneva la figura di un elefante imbizzarrito, la cui proboscide formava la lettera iniziale del nome “Cotè d’Ivoire”. Il pachiderma stringeva a sé un pallone arancione contenente anche in questo caso le iniziali della federazione.
Le nuove divise prodotte da Puma, con cui gli elefanti si apprestano a disputare i mondiali brasiliani, hanno visto un’altra metamorfosi per quel che riguarda lo stemma e l’attuale vessillo ivoriano appare come una fusione delle due versioni precedenti. La figura dell’elefante imbizzarrito rimane infatti invariata al 2010, ma anziché la forma a scudo, a racchiudere la figura dell’animale è il perimetro geografico della Costa d’Avorio.
Prima di lasciare la Costa d’Avorio ci appare opportuno spendere due parole sul vero protagonista delle maglie ivoriane, presente su tutte e tre le divise “mondiali” della formazione africana; si tratta dell’elefante. La figura del mammifero terrestre più grande del pianeta, infonde la sua fierezza e la sua forza alle casacche degli ivoriani ormai dal lontano 2006, quando appariva in tutta la sua maestosità su tutto il pannello frontale della maglia.
All’edizione successiva, l’immagine del pachiderma ornava invece la spalla dei calciatori ivoriani; in questa versione rappresentato con un aria più aggressiva e minacciosa. Ricordiamo infine la stampa stilizzata dell’animale presente sulle attuali divise, nell’inserto posto lungo le spalle.
Nel bene e nel male quindi, la figura dell’elefante ha fin’ora accompagnato la squadra durante tutte le edizioni dei mondiali disputate e chissà se riuscirà a portare finalmente un po’ di fortuna alla Costa d’Avorio tra pochi mesi in Brasile. Questa volta, gli elefanti non avranno l’attenuante di un girone impossibile e il peso della responsabilità per un eventuale insuccesso si farà sentire parecchio in campo; per i campioni Tourè e Drogba questo potrebbe essere l’ultimo squillo mondiale e l’ultima occasione per consegnare alla storia della loro nazionale la qualificazione agli ottavi di finale. Ma gli ivoriani non dovranno abbassare la guardia e sottovalutare gli avversari, dopotutto si sa che l’elefante non fugge nemmeno davanti al leone, ma davanti a un topolino sì!
Quali sono le vostre impressioni sulle nuove divise degli ivoriani? Quale delle tre versioni proposte per lo stemma federale preferite?