Manca ancora qualche mese prima del via a quel torpedone rosa che ogni anno, dal 1909, attraversa in lungo e in largo il nostro paese. Quella del 2018 sarà un’edizione speciale per il Giro d’Italia, quella che darà il là a un nuovo secolo di mito, sudore e vittorie.
Un’edizione da tenere d’occhio sia sul lato sportivo, con l’insolita partenza del 4 maggio dalla lontana Gerusalemme, sia su quello stilistico: chiusa la lunga epoca Santini, che dal 1993 aveva vestito pressoché stabilmente (salvo le fugaci parentesi Fila e Asics) i vincitori della Corsa Rosa, il 2018 segna l’arrivo di un altro storico marchio del ciclismo nostrano, Castelli, come sarto delle insegne del primato.
La settimana della moda di Milano ha fatto da sfondo, lo scorso 15 gennaio, alla presentazione del rinnovato dress code del Giro; nuovo fino a un certo punto, poiché quello di Castelli (oggi già partner, tra gli altri, dello squadrone Sky e della nazionale italiana) non è certo un debutto per la Corsa Rosa, bensì un romantico ritorno che si è fatto attendere ben ventisei anni, riportandoci di colpo ai gloriosi anni Ottanta, forse gli ultimi di un ciclismo ancora umano.
È toccato alla madrina della prossima edizione, ovvero Miss Italia 2017 Alice Rachele Arlanch, il compito di tenere a battesimo le quattro maglie realizzate da Castelli per le tre settimane più dure dello sport italiano. Proposte che si mantengono nel solco del più recente passato, facendone tesoro ma senza per questo negarsi qua e la dei decisi sprazzi di novità: su tutti spicca il rosa che quest’anno trova spazio sopra ogni casacca, «perché è un colore che rappresenta la vittoria al Giro, anche se stai lottando sulle montagne o per lo sprint».
Maglia rosa Giro d’Italia 2018
Più che una maglia, uno dei simboli più famosi del ciclismo, dello sport mondiale. L’iconica maglia rosa del Giro rimane anche nel 2018 fedele a se stessa, riconoscibile al primo sguardo grazie alla storica tinta che la contraddistingue fin dal 1931.
Rispetto alla versione basic ammirata nell’edizione del centenario, tuttavia, quest’anno è impossibile non notare un più invasivo utilizzo del bianco, che abbraccia dei corposi bordo manica: questi inglobano il logo della corsa, applicato sul tessuto con una elegante soluzione a gommino.
Bianco anche il tradizionale logo della Gazzetta dello Sport sul petto, così come quello dello sponsor Enel, mentre tra le personalizzazioni ideate da Castelli — e comuni a tutte le maglie del primato — ci sono una banda rosa nella parte posteriore-interna, indicante tramite stampa a rilievo la classifica di riferimento, e il colletto su cui trovano posto l’hashtag #Giro101 da una parte, e il motto della corsa «Amore infinito» dall’altra.
Quest’ultimo tema viene ripreso nella parte interna del colletto, dov’è presente una fettuccia il cui pattern consiste nella ripetizione del simbolo matematico «∞» — per l’appunto, l’infinito. Più ricercati appaiono altri stilosi dettagli, sulla schiena e nella zip, ispirati al design di quel Trofeo senza fine che dal 1999 premia i vincitori della classifica generale.
Maglia ciclamino Giro d’Italia 2018
Per la classifica a punti trova conferma la storica maglia ciclamino, l’unica del lotto forse capace di rivaleggiare per impatto con la mitica rosa, e dalla scorsa edizione tornata a vestire gli sprinter dopo la non memorabile epoca in rosso vissuta nella prima metà degli anni Duemiladieci — seppur alla sua creazione, nel 1966, proprio questa era la tinta di riferimento per i velocisti del Giro.
Rispetto alla maglia della classifica generale, cambia solo la tinta di base nonché lo sponsor di riferimento, Segafredo Zanetti, mentre permane il medesimo template così come i vari dettagli in rosa.
Maglia azzurra Giro d’Italia 2018
Con la classifica scalatori si arriva alle dolenti note… o meglio, ci si ritrova di fronte a quella maglia azzurra che ormai dal 2012 premia i migliori grimpeur della Corsa Rosa. Basta uno sguardo allo sponsor, Banca Mediolanum, per capire a cosa si deve la presenza di questa tinta, capace di scalzare lo storico verde che vestiva i più bravi interpreti delle salite.
Nonostante la sua introduzione risalga appena al 1974, fin dal 1933 la classifica scalatori trovava compilazione al Giro, divenendo in breve il traguardo secondario — se non paritario — rispetto a quello in rosa; di conseguenza il mitico verde era presto assurto a moderno simbolo del ciclismo, italiano e non, di fatto una seconda pelle per specialisti quali Chiappucci e Pantani.
E vedendo di quale considerazione — e conservazione — al contrario gode oltralpe la similare maillot à pois, giocoforza emerge la delusione nel vedere anche quest’anno svilito un pezzo di storia dello sport italiano. Peccato.
Maglia bianca Giro d’Italia 2018
La più giovane maglia del Giro, nata nel 1976, è appunto dedicata agli Under-25 del gruppo. La maglia bianca, sponsorizzata Eurospin, è l’unica che in qualche misura si discosta dalle precedenti: di fatto l’esatto opposto della maglia rosa, col bianco a farla da padrone.
Ne consegue che il rosa è qui deputato a tingere i massicci bordo manica, al cui interno il logo del Giro viene stavolta virato in negativo. Da notare come questa divisa, infine, è quella sopra cui meglio delle altre emerge il logo Castelli, con l’iconico scorpione circoscritto in un bollo rosso.
Castelli e il Giro d’Italia
Castelli è un marchio che ben conosce la storia del Giro. L’azienda veneta aveva infatti già marchiato la maglia rosa più famosa del mondo dal 1981 al 1992: un’epoca di gloria, aperta da Battaglin e chiusa da Indurain, e che in dodici edizioni aveva visto legare il suo nome a quello di altri campionissimi quali Hinault, Moser, Roche e Bugno.
Per il suo ritorno nella Corsa Rosa, Castelli non si è limitata allo stile ma ha spinto forte anche sull’aspetto tecnico: in questo senso vanno visti il radio pocket nel colletto, e tessuti più leggeri, aderenti e traspiranti, tagliati al laser e realizzati secondo un particolare intreccio di fibre, onde offrire una migliore vestibilità e ridurre la resistenza all’aria.
Maglie dal design essenziale, tecnologicamente avanzate, ma saldamente ancorate all’epica del Giro, alle sue festose passerelle, al suo storico connubio con l’Italia tutta. Il modo migliore per dare inizio a un nuovo capitolo, ovviamente scritto in rosa.