“Be the king, wear Lugano on your skin!”
È con questo motto e con gli hashtag #betheking e #wearlugano che sono state presentate le nuove maglie del Lugano firmate Acerbis per la stagione 2020-2021.
Testimonial d’eccezione il rapper Guè Pequeno, residente nella città sul lago Ceresio. Cornice e tema della campagna marketing, il Casinò di Lugano, sponsor dei bianconeri.
Prima maglia Lugano 2020-2021
La maglia casalinga si presenta con il classico colore nero e la caratteristica V bianca sul petto. Sulla parte anteriore e posteriore è visibile una scossa di energia pronta a caricare i ragazzi quando scendono in campo.
Indossata dall’attaccante svedese Alexander Gerndt, ha un design pulito e presenta i bordi su colletto e maniche a contrasto. Anche pantaloncini e calzettoni saranno di colore nero per un look total black.
Seconda maglia Lugano 2020-2021
Definita come pure white sulle pagine social dei sottocenerini, presenta lo stesso template della prima divisa ma a colori invertiti. Il colletto è nero e bordato di bianco nella parte superiore. Pantaloncini e calzettoni saranno bianchi.
Fiches in mano e sguardo da star anche per il prodotto del vivaio ticinese Stefano Guidotti, classe 1999. Gli sponsor Casinò Lugano e AIL mantengono i colori originali.
Terza maglia Lugano 2020-2021
Il pezzo forte di quest’anno. Viene descritta come una bomba di colore, con una tonalità rosso-tramonto che cambia a seconda della luce e dell’umidità presente. La tinta ricorda la seconda maglia cremisi del Barcellona 2014-2015.
La V nera sul petto, al contrario delle versioni home e away è pennellata. Per la prima volta nella storia del club anche lo stemma della società prende i colori della terza maglia. All’altezza della spalla sinistra sono presenti due strisce parallele.
Presentata da Guè Pequeno, gli sponsor, tutti declinati nel colore nero, creano un effetto armonioso sulla divisa. Anche i pantaloncini e i calzettoni saranno di color rosso-tramonto.
Il nuovo logo del Lugano per i 110 anni
Facciamo un piccolo passo indietro per ripercorrere le ultime due stagioni del Lugano FC. Nel 2018, in occasione dei 110 anni del sodalizio, i ticinesi decisero di rinnovare il proprio marchio, liberandolo finalmente dall’ingombrante esagono in cui era incastonato.
Il nuovo logo venne leggermente rivisto per adattarlo alle esigenze della comunicazione moderna e si focalizza sui colori del club e sulle lettere FCL.
Nella stessa stagione fu realizzata e messa in vendita una maglia celebrativa per i 110 anni, senza sponsor, ispirata a quella del campionato 1948-1949.
Prodotta in 110 esemplari numerati e disponibile per l’acquisto per sole 24 ore, venne utilizzata unicamente in occasione della prima partita della stagione 2018-2019 contro i campioni svizzeri dello Young Boys.
L’intervista al resp. marketing Luca Pedroni
Con il lancio delle nuove maglie cogliamo l’occasione per scambiare due chiacchiere con Luca Pedroni, responsabile marketing e business development dei ticinesi dal 2017.
Si può dire che il matrimonio tra Lugano e Acerbis, che dura dalla stagione 2014-2015, sia baciato dalla fortuna? Promozione nel massimo campionato svizzero al primo anno e due partecipazioni ai gironi di Europa League nel giro di 3 anni.
Sì, puoi decisamente dirlo. Il matrimonio è nato un po’ per caso, quando pochi credevano nel progetto Lugano e invece Acerbis ci ha messo anima e corpo. Ora l’azienda di Bergamo è per noi un partner importante. Da loro riceviamo un trattamento da top club che difficilmente avremmo da altri brand più grandi. Siamo stati la loro prima squadra nella fase a gironi di una competizione europea e… pure la seconda se non sbaglio.
Dal tuo arrivo al Lugano cosa è cambiato nella strategia di marketing?
Stiamo curando ogni dettaglio. Cerchiamo di promuovere un’immagine aziendale coordinata. Non si fa più nulla per caso, mentre prima questo era purtroppo la regola. Promuoviamo e condividiamo regolarmente cosa significa essere l’FC Lugano: un mix di tradizione e modernità che si basa su due colori strepitosi ed eleganti come il bianco e il nero.
A inizio 2018 abbiamo iniziato a lavorare sul marchio che abbiamo infatti cambiato, tornando al passato e rendendolo più leggero e poi è stato un crescendo. La valorizzazione del marchio ha portato ad un grande aumento delle entrate dalle sponsorizzazioni.
Il piano marketing fatto nell’autunno del 2019 prevedeva una strategia triennale per aumentare il pubblico e i servizi allo stadio. Ora abbiamo dovuto rivedere il tutto a causa del Covid che molto probabilmente permetterà solo agli abbonati di vedere la stagione 2020-21 allo stadio.
Lavoreremo molto sul digitale (abbiamo creato una piccola FC Lugano Media House) e cercheremo di migliorare i servizi allo stadio nonostante l’avvio imminente della costruzione di quello nuovo.
Come e quando nasce la scelta delle maglie per la stagione successiva?
Nell’autunno dell’anno precedente. Di solito prima di Natale è già tutto deciso e confermato.
Nell’ultimo decennio la terza maglia è sempre stata gialla. Nelle tre stagioni successive di colore rosso. In seguito per un paio d’anni non è più stata proposta. Nel 2019 invece un taglio netto con il passato con la maglia color verde militare. Anche quest’anno avete scelto un colore mai visto prima per i bianconeri. Come mai questo cambiamento di strategia?
Lo scorso anno abbiamo voluto dire che qualcosa era cambiato nel club. Abbiamo voluto creare discussione e fare una scelta coraggiosa. Per fortuna (ma a volte anche purtroppo) la tradizione del Lugano prevede che le maglie principali siano con la tipica V frontale. Questo ci lascia poco spazio per l’innovazione radicale.
È importantissimo rispettare la tradizione e quindi a partire dallo scorso anno abbiamo deciso di iniziare a sperimentare con la terza maglia. Chissà che poi dopo un po’ questo non stimoli i nostri tifosi a voler vedere qualcosa di diverso anche sulle altre. La strategia si è rivelata un successo.
Ora la presentazione delle nuove maglie crea curiosità già a partire dalla tarda primavera, con molte domande da parte dei tifosi. Prima si iniziava la stagione e i tifosi scoprivano le nuove maglie sul campo. Abbiamo creato un piccolo evento.
Come è stata possibile la collaborazione con Guè Pequeno? È stato scelto come testimonial per strizzare l’occhio ai più giovani?
Guè vive da anni in Svizzera vicino a Lugano e una volta che lo abbiamo contattato si è dimostrato subito disponibile. È stato scelto perché per una maglia così eccentrica volevamo un personaggio fotograficamente forte ed espressivo.
A questo si aggiunge anche il fatto che lui ha un grande seguito sui social media e ci permette di raggiungere un target decisamente giovane. In futuro diciamo che la strada per le maglie le porterà sempre di più ad essere elementi e prodotti di moda o alta moda e meno prodotti solo dedicati allo stadio e all’attività sportiva.
Non mi stupirei di vedere ragazzini a passeggio a Lugano con le nostre maglie in futuro. Questo è quello che vogliamo: diventare un brand e uno stile di vita adatto a loro.
Pensi che i tifosi della Curva Nord storceranno il naso quando vedranno lo stemma del Lugano colorato di rosso nella terza maglia? Nella prima partita della scorsa stagione dedicarono uno striscione poco lusinghiero nei confronti della terza divisa.
Questa scelta è stata fatta anche da tantissimi altri club (Barcellona e City sono gli esempi più recenti di questi giorni). Lo può fare anche il Lugano. È giusto che il tifo più fedele sia una sorta di cane da guardia dei club. Il loro parere è importante. Siamo noi i primi protettori del marchio del Lugano, tuttavia il club è qualcosa che va ben oltre lo stadio e le partite.
Uscire dallo stadio e avvicinare pubblico nuovo è un passo obbligato per garantirne la sopravvivenza e l’equilibrio economico futuro. Vogliamo che la città, i ragazzini e le loro famiglie vivano il Lugano come un elemento del loro stile di vita che li accompagna ogni singolo giorno, nelle modalità che più preferiscono. La Juventus sta adottando questa stessa strategia ed ora propone il proprio logo in qualsiasi colore sotto la dicitura #liveahead.
In percentuale quali sono state le maglie più vendute nel campionato appena concluso?
Nera: 35% – Bianca: 20% – Terza: 45%
Verranno proposte maglie storiche o vintage per i prossimi campionati?
È probabile, ma al momento non abbiamo in corso alcun progetto.
Perché il Lugano, da quando è tornato in Super League, non utilizza più i pantaloncini bianchi e si presenta in campo con una divisa monocromatica?
Questa è una domanda alla quale non so rispondere. È una scelta fatta prima del mio arrivo. Tuttavia posso dire che niente ci impedisce di tornare a giocare con i pantaloncini a contrasto.
Perché negli scorsi anni, in occasione delle partite in casa e in trasferta, contro i biancoverdi del San Gallo è stata utilizzata la maglia rossa?
Per una questione cromatica. Già in primavera i club annunciano alla Swiss Football League i colori delle proprie divise dell’anno successivo e la SFL sceglie gli abbinamenti in base agli avversari. Poi in accordo con la SFL, se anche un altro abbinamento è possibile, si possono ancora apportare altri cambiamenti. Diciamo che avendo la terza maglia rossa, negli scorsi anni la scelta di usarla con il San Gallo era quasi obbligata.
Avete in programma di tornare alla maglia bianca come divisa home come accaduto ad inizio anni 2000?
Alcuni giocatori ce lo chiedono perché il nero con il caldo non aiuta, e siamo nella regione più a Sud della Svizzera. Al momento non è un tema.
Per la terza maglia avete mai pensato di abbandonare la caratteristica V sul petto e creare qualcosa di diverso? Magari un richiamo ai colori rosso e blu del Canton Ticino, come già avvenuto all’inizio del nuovo millennio.
Lo scorso anno il disegno base della terza maglia era quasi identico alle prime due, quest’anno invece propone una V completamente diversa e un piccolo omaggio sulla spalla sinistra. Diciamo che in futuro potremmo pensare di toccare anche la V. Credo che proponendo dei prodotti belli, il nostro pubblico apprezzerebbe.
In futuro pensate di mettere in vendita anche la maglia da portiere o i mini kit per neonati?
Non metteremo in vendita le maglie da portiere perché a Lugano non hanno mercato. Venderemmo meno di 10 esemplari all’anno. I mini kit per neonati non sono previsti. In futuro però mi piacerebbe collaborare con l’Ente Ospedaliero Cantonale per arrivare a tutti i nuovi nati in città. Abbiamo lanciato le maglie da bambino (fino alla minuscola 5XS) nelle ultime due stagioni e sono state un successo.
Adesso vogliamo sapere la vostra opinione:
- per il Lugano preferite una divisa a tinta unita o con i pantaloncini a contrasto?
- Sarebbe meglio la maglia bianca per le partite in casa?
- Per la terza divisa pensate che si possa osare oppure si debbano seguire i colori del club?