Tutto il mondo sembra remar contro il Brasile, calcisticamente parlando…
Non è un mistero che le più accreditate formazioni del pianeta già stanno sognando il colpaccio: andare a prendersi la prossima estate, nella terra del futbol, quel titolo mondiale che i padroni di casa − coloro che venerano il calcio alla stregua d’una religione – sentono già nelle loro mani. In poche parole, una sorta di “Maracanaço 2.0”.
In questo senso, Brasile 2014 sta indubbiamente scatenando la fantasia delle agenzie pubblicitarie, le quali in questi mesi hanno dato il là a varie campagne a tema inerenti lo sfottò e l’ironia.
Una delle chiavi di lettura predilette sembra essere quella di puntare, più che sui successi del calcio verdeoro, sulle sue più cocenti sconfitte; le più inattese e per questo più dure da digerire, rimaste nella memoria tanto delle vittime quanto (soprattutto) dei carnefici.
La strada era stata tracciata da Puma col suo divertente “fantasma del ’50”, l’ormai mitico successo uruguagio d’oltre mezzo secolo fa, che inversamente per i carioca è da allora noto come il “disastro del Maracanã”.
Lo stesso percorso è ora seguito da Visa, tra i maggiori sponsor della manifestazione mondiale, che con la sua nuova campagna mette i brasiliani di fronte a un altro, doloroso, momento di storia calcistica: la “tragedia del Sarriá”, ovvero l’apoteosi della carriera dell’azzurro Paolo Rossi.
Era il 5 luglio del 1982 quando, all’Estadi de Sarriá di Barcellona, i brasiliani videro materializzarsi una delle maggiori disfatte sportive della loro quasi invincibile Seleçao.
Erano i mondiali di Spagna ’82, ed era soprattutto il palcoscenico della squadra dei sogni: Falcão, Júnior, Sócrates e Zico erano solo la punta di quell’iceberg di fuoriclasse che andavano a comporre l’undici verdeoro, a caccia sul suolo iberico del loro quarto titolo planetario.
Una nazionale ancora oggi ritenuta tra le più forti della storia, che sembrava aver tutto per sollevare in scioltezza al cielo di Madrid la Coppa del Mondo… ma che non aveva fatto i conti con l’orgoglio italiano, e soprattutto con quell’attaccante col n. 20 sulle spalle.
Nell’arco di novanta lancette d’orologio Pablito passò da capro espiatorio della (fin lì deludente) spedizione azzurra a eroe nazionale, con una storica tripletta che da una parte esaltò gl’italiani, e dall’altra gettò nel baratro i brasiliani.
Qualcosa d’inimmaginabile anche solo pochi minuti prima del fischio d’inizio della partita, e che per tale motivo è tuttora tra i peggiori incubi dei tifosi verdeoro.
La celebre carta di credito ha ironicamente giocato su quello psicodramma calcistico, ribaltandone i significati e sfruttandolo oggi per mostrare il rinnovato spirito d’amicizia con cui il paese sudamericano s’appresta ad accogliere i tifosi stranieri.
Nella divertente campagna, l’ex attaccante azzurro è in Brasile, cliente d’un barbiere del luogo… solo al momento di saldare il conto, l’uomo si rende conto di trovarsi di fronte a colui che, trent’anni prima, spezzò i suoi sogni iridati di bambino assieme a quelli d’una nazione intera.
Tre decenni son passati, ma ciò non ha minimamente lenito le ferite del popolo brasiliano: la rabbia mista a delusione è la stessa di quell’estate dell’82, e il desiderio di vendetta sembra impossibile da soffocare… ma, in ossequio al claim Todos são bem-vindos («tutti sono i benvenuti»), anche il peggior nemico diventa un amico da accogliere – nonostante tutto – a braccia aperte.
…o quasi, dato che in negozio si presenta subito un nuovo cliente: nientemeno che Zinedine Zidane, altro campione straniero che fece piangere lacrime amare al popolo brasiliano. Decisamente una giornata difficile per il povero barbiere!
La prossima estate Neymar e compagni dovranno quindi guardarsi le spalle da mille pericoli; non solo dalle sfide avversarie all’interno del rettangolo di gioco, ma anche dai fantasmi del passato che già adesso son tornati a turbare il sonno – e i sogni – d’un intero paese.
Vi piace quest’approccio «da incubo» scelto da Visa per lanciare i Mondiali 2014?