Nonostante la stagione calcistica, in molti Paesi, sia ancora agli inizi, l’attenzione della platea internazionale è già rivolta fin d’ora alla prossima estate: dal 12 giugno al 13 luglio 2014, il Brasile ospiterà il più importante appuntamento dell’ultimo quadriennio, ovvero la ventesima edizione del campionato mondiale di calcio.
Tante cose sono cambiate da quel 13 luglio 1930 quando, allo stadio Pocitos di Montevideo, Francia e Messico scesero in campo per disputare la prima sfida assoluta della neonata Coppa Jules Rimet.
Da torneo pionieristico organizzato con pochi mezzi e quasi con intenti sperimentali, nei suoi oltre ottant’anni di vita la Coppa del Mondo FIFA – così chiamata dal 1974 – è continuamente cresciuta per importanza e interesse fino a divenire l’odierna manifestazione, un congegno perfettamente oliato che, a livello planetario, è secondo soltanto ai Giochi Olimpici.
Il ruolo della TV
A ciò ha indubbiamento contribuito la televisione, medium che ne ha amplificato le gesta ai quattro angoli del globo, facendo conoscere ed appassionare al calcio anche le popolazioni, fino a pochi decenni fa, più impensabili.
L’edizione elvetica del 1954 fu la prima a godere di una completa copertura televisiva; da allora, l’occhio della TV non ha mai più abbandonato il torneo e – passando dal tubo catodico ai cristalli liquidi, dal satellite alla fibra ottica – l’ha accompagnato lungo un costante sviluppo culminato nell’attuale “macchina da guerra”, capace di raggiungere una platea composta da oltre 3 miliardi di spettatori.
A fronte di questi dati, DirecTV ha evidentemente ritenuto doveroso affidare il lancio della sua offerta televisiva relativa i prossimi mondiali, ad un personaggio dall’identico spessore. L’emittente satellitare (attiva negli Stati Uniti e in America Latina) ha quindi chiamato in causa uno dei più grandi cineasti del panorama internazionale, che risponde al nome di Oliver Stone.
Nel connubio tra arte – in questo caso, settima arte – e pubblicità, non tutto fila sempre per il verso giusto. Un grande regista non è affatto sinonimo di successo: vuoi per l’innata frizione tra gli “alti” ideali del cinema e i “bassi” intenti commerciali di una réclame, vuoi perché sovente il cineasta “di grido” finisce per prevalicare il suo ruolo, e conferire più importanza a sé stesso che non al prodotto; se ciò non bastasse, aggiungiamoci il fatto che il cinema ha storicamente trovato fatica nel cimentarsi col racconto di vicende prettamente sportive, generando risultati a dir poco altalenanti.
Con (felice) sorpresa, dobbiamo ammettere che tutte queste remore non trovano ragion d’essere davanti all’opera finale di Stone; d’altronde, stiamo parlando di colui che, con Ogni maledetta domenica, ha probabilmente realizzato uno dei migliori affreschi sportivi che la cinematografia moderna ricordi.
Uno spot d’autore, un regista protagonista
Al grido di Nada Más Importa («nient’altro ha importanza»), il network e il regista hanno ideato uno spot assolutamente originale, che in 90 secondi cerca di condensare tutta l’emozione e la passione trasmessa dai 90 minuti di una sfida calcistica.
Abbiamo scoperto che il modo migliore per inquadrare la Coppa del Mondo FIFA come un’esperienza superiore – queste le parole del vicepresidente di DirecTV -, era di raccogliere tutte le emozioni generate dal calcio attraverso la lente dell’eccezionale e rinomato regista Oliver Stone, la cui carriera è caratterizzata da una filmografia impegnata, passionale e tremendamente realistica. Che una leggenda del cinema come Oliver ci aiuti a tradurre tutto questo su celluloide, è la massima espressione della nostra visione: portare sullo schermo un’esperienza unica.
La campagna di lancio congeniata dal binomio sopracitato, risulta ancor più particolare in virtù del doppio ruolo assunto da Stone: il tre volte premio Oscar non si è infatti limitato a sedersi dietro la cinepresa, ma è diventato egli stesso l’interprete principale dello spot – una scelta che, come abbiamo accennato in precedenza, non è comunque andata a discapito del “vero” protagonista, ovvero il calcio.
Mi è piaciuto molto lavorare a questa campagna. Si è rivelata essere la mia prima esperienza in uno sport esigente come il calcio – oltretutto al suo più alto livello di prestazioni, la Coppa del Mondo. DirecTV è stata molto disponibile – ha dichiarato il cineasta -, e insieme siamo riusciti a far sì che i miei due ruoli, come attore e regista, fossero artisticamente coerenti e interessanti.
Tutte le emozioni del calcio
Con uno stratagemma narrativo all’apparenza molto semplice, durante la realizzazione dello short pubblicitario Oliver Stone interrompe bruscamente le riprese: insoddisfatto del risultato, non esita a scendere sul manto erboso per cercare di spiegare, a tutte le persone presenti sul set, le grandi emozioni che solamente un campionato mondiale riesce a trasmettere… emozioni capaci di unire le persone più diverse, provenienti dai luoghi più lontani.
Lanciandosi in un accorato monologo (che ai cinefili ricorderà forse quello di Al Pacino/Tony D’Amato nel già citato Any Given Sunday), e sullo sfondo di un crescendo musicale dal sapore vagamente epico, il regista chiede ed ottiene tutto quel caleidoscopio d’eccitazione che prende vita all’interno d’uno stadio: la tensione di un calcio di rigore, la ruvidezza di un contrasto di gioco, le giocate delle grandi stelle, la paura della sconfitta e la gioia del successo, nonché tutta la colorata passione dei tifosi sugli spalti.
In suo aiuto, arrivano inoltre tre future stelle dell’evento brasiliano: l’argentino Sergio Agüero, il brasiliano David Luiz, e il colombiano Radamel Falcao.
Lo spot, ambientato al rinnovato Maracanã di Rio de Janeiro, è stato in realtà girato nel settembre scorso all’Estadi Cornellà-El Prat di Barcellona, la moderna casa dell’Espanyol (da cui Stone è stato peraltro omaggiato con una casacca 2013-2014 personalizzata).
Alla realizzazione di questi 90 secondi, hanno contribuito 50 giocatori (di cui alcuni proprio dalla squadra catalana), oltre 800 comparse, e un cast tecnico composto da 140 elementi: tra di loro, nomi di prim’ordine come il direttore della fotografia Rodrigo Prieto (già al lavoro con Spike Lee e Alejandro González Iñárritu), il costumista Paco Delgado (fresco di candidatura all’Oscar per Les Misérables), il coreografo Andy Ansah e lo scenografo Antxon Gomez (già all’opera con Pedro Almodóvar e Bigas Luna).
Insomma, più che uno spot, un vero e proprio kolossal a sfondo calcistico, che in pochi giorni è già diventato uno dei video più cliccati e discussi della rete.
Ad Oliver Stone va dato atto di aver centrato l’obiettivo con uno short pubblicitario che – pur non rinnegando la sua mera funzione commerciale -, risulta originale e coinvolgente, nonché capace di cogliere tutti quegli elementi e sfumature alla base della “febbre” calcistica. Per dirla con le sue parole:
Ladies and gentleman, this is the World Cup. Action!
Vi piace l’approccio scelto da Oliver Stone per lanciare i prossimi Mondiali 2014?