“The winters of my childhood were long, long seasons. We lived in three places: the school, the church and the skating rink, but our real life was on the skating rink.”
Una delle frasi più famose della letteratura canadese, tanto da apparire sul retro della banconota da 5 dollari, è tratta da un racconto che si chiama “The Hockey Sweater”, la maglia da hockey. È la storia di un bambino che, a causa di un errore del negozio, è costretto a giocare con la maglia dei Toronto Maple Leafs invece che con quella dei Montreal Canadiens.
Errore non di poco conto nel Quebec degli anni ’40, dove il tifo per gli Habs è un dogma semi religioso all’interno della comunità francofona. I Leafs, invece, sono i rivali sportivi di sempre, nonché rappresentanti del Canada anglofono. Il racconto mette in luce le tensioni tipiche del periodo e l’importanza primaria che l’hockey ha sempre rivestito in tutti gli aspetti della vita canadese. Ma è leggendo la storia illustrata che non possiamo fare a meno di notare un particolare ulteriore, o meglio due: la maglia e lo stemma di Montreal e Toronto sono praticamente uguali da più di 70 anni.
Questo preambolo ci permette di capire l’importanza che maglia, stemma e tradizione rivestono negli occhi dei tifosi di hockey su ghiaccio in Nord America, in particolare quando si parla di “Original Six” e Canada. Va da sé che tra gli appassionati più conservatori si diffuse il panico quando la NHL annunciò che a partire dalla stagione 2017/18 Adidas, che finora non aveva mai prodotto materiale tecnico da hockey a livelli professionistici, sarebbe subentrata a Reebok in qualità di fornitore tecnico. ù
Complice l’atavica diffidenza nei confronti di tutto ciò che proviene da un altro sport e fuori dai confini nordamericani, si affermò la convinzione che Adidas avrebbe introdotto le famigerate tre strisce e lo sponsor commerciale sulle maglie. Poco importava che Adidas avesse già dimostrato di saper rinunciare alle tre strisce sulle canotte NBA, oppure che ogni decisione riguardante gli sponsor spettasse esclusivamente alla lega. In ogni caso tutte le paure si sono rivelate infondate, come vedremo tra poco.
Il 20 giugno scorso, due anni dopo il suddetto annuncio, tutte le maglie home sono state lanciate in pompa magna in un evento firmato NHL, Adidas e Vegas Golden Knights, la nuova franchigia che debutterà nella prossima stagione. Le maglie da trasferta, invece, saranno presentate in maniera autonoma dai singoli team durante l’estate. Per questa stagione non ci saranno terze maglie, ma Adidas ha già garantito che torneranno a partire dalla prossima annata.
Prima di passare in rassegna le maglie delle diverse franchigie, fermiamoci per un attimo ad analizzare nel dettaglio il template proposto da Adidas. Il modello Adizero è accompagnato dallo slogan “lighter, cooler, stronger”. A detta del marchio tedesco il motto è giustificato dall’utilizzo di materiali innovativi e più performanti, che hanno permesso di ridurre il peso della maglia del 19%, di aumentare la traspirabilità del 133%, nonché di essere più resistente agli strappi e alle abrasioni, rispettivamente del 27% e del 72%.
Le novità che risaltano immediatamente riguardano il colletto e lo stemma NHL. Il vecchio colletto a v con lo stemma ricamato è stato sostituito da un girocollo composto da più segmenti, al centro del quale troviamo un esagono sul quale è applicato lo stemma della lega in materiale plastificato e iridescente. Colori a parte, l’unica differenza tra i vari colletti è la chiusura, a seconda che ci siano i lacci o meno. Va detto che su un girocollo tutti i tipi di lacci sono un vezzo puramente estetico. Inoltre spesso si tratta di lacci finti, cuciti direttamente sulla maglia. Il modello di base si declina in 6 modelli diversi, apprezzabili nella foto seguente.
Ma passiamo alle maglie dei singoli team. Per venire incontro a chi ha meno dimestichezza col mondo degli sport americani, le squadre sono in ordine alfabetico anziché quello convenzionale diviso in Conference e rispettive divisioni. Le maglie da trasferta sono generalmente una versione bianca della maglia home, quindi non ci soffermeremo più di tanto su di esse, eccetto casi particolari. Inoltre, dato che si tratta del primo articolo sulla NHL su questo sito, troverete alcuni cenni storici in merito a simboli, colori e maglie di ogni franchigia.
Anaheim Ducks
La franchigia fu fondata nel 1993 dalla Walt Disney Company con il nome di Mighty Ducks of Anaheim, agganciandosi all’omonimo film che aveva lanciato l’anno precedente. Inizialmente i colori del team erano verde-viola-bianco-grigio e lo stemma era una maschera da portiere in vecchio stile con le fattezze di un papero Disney, uno dei look più iconici degli anni ’90. Dal passaggio di proprietà del 2005 Anaheim veste di nero-arancione-bronzo e ha come stemma una D stilizzata e piuttosto anonima. L’arancione è un omaggio alla contea di Orange County, dove ha sede la franchigia.
Le nuove maglie sono un adattamento inalterato al nuovo template Adidas. Per rivedere il papero, i colori storici o un generale cambio di look bisognerà aspettare ancora. Per ora ci si deve accontentare dello stemma secondario sulla spalla, sul quale compare una rielaborazione del logo delle origini.
Arizona Coyotes
Un team dalla storia tribolata, fatta di traslochi, rischi di fallimento e cambi di identità, nonché di alcune delle maglie più folli della storia della NHL. I colori attuali richiamano l’arenaria e il deserto tipici dell’Arizona, mentre il logo è un coyote ululante piuttosto semplice ma di effetto e riconoscibilità immediati.
Anche in questo caso le maglie sono praticamente uguali a quelle dell’anno scorso. Sulle spalle della home troviamo uno stemma secondario recante l’impronta di un coyote con la “A” di Arizona all’interno. La away, invece, opta per una stilizzazione della bandiera dello stato. Purtroppo il particolare più interessante è nascosto all’interno del colletto: una serie di disegni in stile kachina tipico delle culture native della regione, omaggiate in maniera più appariscente sulle maglie degli anni ’90.
Boston Bruins
Fondato nel 1924, è uno degli Original Six, nonché il team più antico tra quelli degli Stati Uniti. In origine i colori erano giallo, bianco e marrone chiaro. Negli anni ’30 arrivò il nero a sostituire il marrone, ma sempre come colore secondario. Per vedere la prima maglia con base nera bisogna aspettare la soglia degli anni ’50.
La maglia dei Bruins è una delle più iconiche e classiche di tutta la lega e, in quanto tale, è stata riproposta pari pari nel nuovo template. Allo stemma circolare sul petto fanno da contraltare quelli secondari sulle spalle, raffiguranti una versione moderna del logo delle origini: un orso bruno accompagnato dalla scritta Boston Bruins.
Buffalo Sabres
Il nome della franchigia e della città sono gli elementi che spiccano sullo stemma particolarmente aggressivo, raffigurante un bisonte accompagnato da due sciabole incrociate. Lo stemma e i colori sono gli stessi delle origini, anche se il blu è di diverse tonalità più scuro. Tuttavia tra gli anni ’90 e il 2010 i Sabres hanno vissuto un periodo di sperimentazione grafica e cromatica: per 10 lunghi anni i colori furono nero, rosso e argento, mentre lo stemma venne sostituito da due versioni, entrambe considerate tra i peggiori loghi della storia della NHL.
Le nuove maglie sono una versione aggiornata e più pulita di quelle Reebok. Scomparsi gli inserti bianchi che facevano da contorno al corpo della maglia, rimangono invece i numeri frontali, caso unico in tutta la NHL. Non c’è traccia del ritorno al royal blue dei primi anni, auspicato da tifosi e addetti ai lavori, nonostante sia già utilizzato da sei altre squadre.
Calgary Flames
La prima franchigia canadese che incontriamo nel nostro percorso ha origine ad Atlanta. Il team traslocò dalla Georgia nel 1980, mantenendo gli stessi colori (rosso, giallo e bianco), la stessa maglia e praticamente lo stesso logo (la A rossa infuocata divenne una C). Dopo pochi anni fu introdotto il nero, inizialmente solo per i dettagli, per poi farsi via via più presente, fino a sostituire il giallo come colore secondario e il rosso della C sullo stemma, una scelta che non ha mai particolarmente convinto la fan base.
Anche in questo caso le maglie sono una versione aggiornata e più pulita del vecchio modello. I tifosi avrebbero preferito vedere qualcosa di nuovo, ma soprattutto ritrovare lo stemma con il riempimento bianco. Sulle spalle non ci sono loghi o stemmi secondari, ma la bandiera dell’Alberta e del Canada.
Carolina Hurricanes
La franchigia nacque nel 1997 in seguito alla ricollocazione dei compianti Hartford Whalers (anche 20 anni dopo la sua “morte”, lo stemma dei Whalers è considerato uno dei loghi più iconici della storia dello sport in generale). Al contrario di quanto successo con i Flames, il trasloco portò con sé un cambio di look totale, dai colori, presi dalla squadra universitaria locale, al nome, ispirato ai numerosi uragani che si abbattono sulla North Carolina. Lo stemma è un uragano stilizzato.
Quella dei Canes è la prima maglia visibilmente modificata e, a mio avviso, migliorata. L’aggiunta del nero in fondo a maniche e maglia ha reso il look più interessante e aggressivo. Mentre la striscia rossa tra le fasce bianche vede il gradito ritorno delle “storm flags” (le bandiere utilizzate negli USA per comunicare l’allarme uragano)
Chicago Blackhawks
Il nome della franchigia nata nel 1926 deriva dal soprannome della divisione dell’esercito nella quale prestò servizio il fondatore. Lo stemma è il semplice profilo di un nativo americano disegnato a matita da sua moglie, inizialmente bianco e nero, poi rosso-nero-crema e infine con i colori attuali a partire dal 1965.
Quella dei Blackhawks è considerata una delle maglie più belle e intoccabili di tutto il panorama sportivo. Infatti é assolutamente immutata da più di 60 anni e le maglie Adidas non fanno eccezione. Tuttavia ci sono voluti quasi 30 anni di sperimentazioni per arrivare al look definitivo. Durante questo periodo Chicago ha giocato in nero con pinstripes orizzontali bianche, in bianco con pinstripes nere, in nero con ampia fascia centrale bianca bordata di rosso, nonché in una serie di rivisitazioni del look “barber pole” a fasce orizzontali rosse, bianche e nere. Lo stemma secondario sulle spalle riprende la simbologia nativo-americana, con due tomahawk incrociati sulla C di Chicago.
Colorado Avalanche
La franchigia ha origine in Canada con il nome di Quebec Nordiques, ma in in seguito alla ricollocazione tra le montagne rocciose al lato opposto del continente il team ha cambiato nome, stemma e colori. Il logo è una A stilizzata a guisa di una montagna con la cima innevata e una valanga, mentre i colori riprendono quelli della bandiera del Colorado e della città di Denver.
Le maglie degli Avs sono tra quelle che hanno tratto maggior profitto dal cambio di fornitore tecnico. Scomparse le rifiniture ad arco che partivano dal fianco fino al colletto, ritorna in grande stile la grafica a forma di catena montuosa intorno alla vita e sulle spalle. A separare le sezioni bordeaux da quelle blu c’è una striscia bianca che diventa argento nella versione away, in omaggio alla tradizione mineraria del Colorado. Lo stemma secondario è una C con un puck ispirata alla bandiera dello stato.
Columbus Blue Jackets
Il nome, i colori, gli stemmi e la maglia omaggiano il ruolo fondamentale che l’Ohio ha svolto durante la Guerra Civile Americana. Oltre ad aver fornito il numero di combattenti proporzionalmente più alto di tutti gli stati dell’Unione, le uniformi dell’esercito (le famose giacche blu) venivano prodotte proprio a Columbus.
La maglia è quasi uguale a quella dell’anno scorso, a parte il colletto che ora è blu navy anziché bianco. Rimane il bordo rosso. Sulle spalle l’attuale stemma secondario, raffigurante un cannone della Guerra Civile. Curiosità: all’interno dello stadio c’è una replica di un cannone del 1857 che spara a salve ogni volta che i Blue Jackets segnano o vincono.
Dallas Stars
Gli Stars sono celebri per essere il primo team di una città subtropicale ad aver vinto la Stanley Cup, nel 1999. Negli anni successivi si aggiunsero Los Angeles, Anaheim e Tampa. Un record particolare per una franchigia nata molto più a nord con il nome di Minnesota North Stars. Naturalmente dopo la ricollocazione la denominazione “North” sparì. Durante i primi anni dopo il trasferimento il look rimase identico a quello precedente, stemma e maglia compresi. Qualche anno più tardi, per lanciare un’identità distinta da quella precedente, lo stemma venne completamente ridisegnato e i colori si fecero più scuri, passando dal verde-bianco-giallo al verde-nero-bianco. Anche il verde assunse una tonalità parecchio più scura, per la quale è stato coniato il nome “Victory Green”.
La maglia Adidas è uguale a quella precedente, nata dopo il redesign di 4 anni fa. La tonalità di verde raramente utilizzata da altri team combinata con il look molto classico ha dato vita a una delle maglie più apprezzate del panorama hockeystico contemporaneo. All’interno del colletto troviamo la scritta “Victory Green”.
Detroit Red Wings
Un’altra franchigia che fa parte degli Original Six, nonché uno dei team più seguiti e tradizionalisti della lega. Negli ambienti hockeystici l’area metropolitana di Detroit, altrimenti soprannominata “Motor Town”, è conosciuta come “Hockeytown” proprio a causa della forte tradizione del team rosso-bianco. Lo stemma è un omaggio al ruolo da protagonista che la città ha svolto nell’industria motoristica statunitense.
Il look è assolutamente immutato dagli anni ’30. Le maglie sono identiche in ogni minimo dettaglio e, come da tradizione, non ci sono stemmi alternativi sulle spalle. Tra road e home cambiano solamente i colori del corpo della maglia, mentre le maniche e il colletto rimangono uguali.
Edmonton Oilers
Il team con il quale ha debuttato e vinto quattro Stanley Cup il più grande giocatore di hockey della storia, Wayne Gretzky, che dall’anno scorso è tornato in veste di vice-presidente. Il nome e lo stemma omaggiano l’importanza primaria che la regione di Edmonton riveste per l’industria petrolifera canadese. Il colore principale è sempre stato il blu, accompagnato da dettagli arancioni e bianchi. Unica eccezione il periodo dal 1996 al 2010, quando il blu navy fu sostituito da un blu molto scuro e la maglia subì un restyling successivamente abbandonato.
La nuova maglia capovolge l’ordine cromatico tradizionale. L’arancione diventa il colore primario, mentre il blu, di una tonalità molto più scura, è relegato sulle spalle e sulle sottili fasce intorno alla vita e alle maniche. Una mossa che i più non hanno gradito anche se era nell’aria. Alla fine ha prevalso la volontà di distinguersi dalla maglia quasi uguale dei New York Islanders e dal vasto numero di team che veste di blu.
Florida Panthers
Il team più a sud del campionato debuttò nel 1993 con un look piuttosto accattivante e aggressivo, a partire dallo stemma, raffigurante il puma della Florida, fino allo schema cromatico rosso-blu-giallo-bianco dall’effetto particolarmente gradevole.
Questo fino al restyling totale dell’anno scorso. Il vecchio puma che balzava addosso allo spettatore è stato sostituito da uno stemma di ispirazione militare, al centro del quale svetta sempre il felino, ma dalla posa più fiera e matura, citando l’ufficio marketing della franchigia di Miami. Il giallo è stato sostituito dall’ocra e la maglia ha assunto un aspetto più classico, simile a quello dei Montreal Canadiens, grazie a una spessa fascia sul petto che fa da sfondo alla stemma. Anche lo stemma secondario si ispira al mondo militare, volendo rievocare i distintivi di grado tipici delle uniformi: una rivisitazione della bandiera della Florida sovrastata da una tacca recante la scritta Florida o Panthers, a seconda che si giochi in casa o in trasferta.
Sulla maglia del capitano troviamo una tacca aggiuntiva con la scritta Captain. La maglia è chiusa da finti lacci incrociati che alludono alla croce di Sant’Andrea della bandiera dello stato, dettaglio ancora più evidente nella versione da trasferta, dove la croce rossa spicca su sfondo bianco.
Los Angeles Kings
In 50 anni di storia i Kings hanno fondamentalmente sfoggiato tre versioni cromatiche della stessa maglia. Debuttarono con gli stessi colori dei concittadini Los Angeles Lakers (NBA), cioé il giallo e il viola. L’anno dell’arrivo di Wayne Gretzky adottarono il nero e l’argento, assumendo un’identità più sobria e regale. Il viola fece ritorno durante gli anni 2000, stavolta come elemento secondario rispetto al nero, mentre quattro anni fa venne riproposto il look degli anni di Gretzky.
Minnesota Wild
Dopo la partenza dei North Stars in direzione Texas, lo “State of Hockey” rimase senza una squadra di NHL. Lo stato con il più alto numero di giocatori di hockey di tutti gli USA dovette aspettare sette lunghi anni per riavere una squadra locale, fino alla nascita del nuovo team nel 2000. Il nome, lo stemma e i colori sono un omaggio alla natura selvaggia dello stato. Lo stemma è uno dei più apprezzati del campionato. Quello che a prima vista sembra il semplice profilo di un orso nasconde un paesaggio naturale con diversi particolari: l’orecchio dell’animale è in realtà la luna piena, l’occhio è la stella polare e la bocca rappresenta un fiume. I colori sono il verde delle foreste, il rosso dei giacimenti di minerali ferrosi, il giallo e il crema delle diverse fasi di maturazione del grano.
Minnesota è senza dubbio uno dei team che hanno approfittato di più dal passaggio ad Adidas. Dopo anni di rosso e maglie piuttosto anonime, il team è tornato a una maglia con base verde, stavolta accompagnata da una fascia centrale color crema che prosegue alla stessa altezza sulle maniche, dove è però impreziosita da una sottile striscia rossa. Lo stemma secondario sulle spalle è una M stilizzata con un font vintage, ripresa da uno stemma alternativo utilizzato fino all’anno scorso sulla terza maglia.
Montreal Canadiens
Più che di Original Six si potrebbe parlare di Original One. I “Canadiens de Montréal” sono il team di hockey su ghiaccio più antico del pianeta e l’unico degli attuali iscritti alla NHL a essere nato prima di essa. Allo stesso tempo è la franchigia che ha vinto la Stanley Cup più volte di tutte, anche se l’ultimo titolo risale al 1993. Lo stemma è composto da una H bianca all’interno di una C rossa, il tutto bordato di blu. Le lettere risalgono a quando la squadra si chiamava “Club de Hockey Canadien”.
Di quanto la maglia sia importante a queste latitudini abbiamo già parlato nell’introduzione ma per capirlo meglio è necessario aggiungere che il design è assolutamente identico dal 1925 e che in Quebec è conosciuta come “Le Sainte-Flanelle”, la santa maglia (che in origine era di flanella). Lo stemma della NHL utilizza l’acronimo francese per le maglie in casa, cioé LNH. La maglia è rossa con una spessa fascia centrale blu bordata di bianco che prosegue alla stessa altezza sulle maniche. Intorno alla vita c’è una fascia bianco-blu più sottile.
Nashville Predators
Freschi campioni della Western Conference e finalisti di Stanley Cup, persa contro Pittsburgh, i Predators sono un’altra franchigia piuttosto recente e collocata a latitudini non proprio ortodosse per quanto riguarda l’hockey ghiaccio. Lo stemma è una tigre dai denti a sciabola, omaggio al fossile rinvenuto proprio in centro città, mentre i colori sono quelli dello stemma cittadino.
La maglia proposta da Adidas ha eliminato i barocchismi di quella dell’anno scorso. Abbandonati il cordoncino bianco che componeva un arco introno al busto e gli inserti blu a forma di zanna sotto il colletto, il blu e il bianco sono rilegati ai bordi della maglia. I dettagli più interessanti sono i particolari che attingono profusamente dalla cultura musicale della città. Sul retro del colletto troviamo la scritta Nashville, mentre all’interno c’è una grafica che ritrae i tasti di un pianoforte. Lo stemma secondario è un plettro con all’interno un dettaglio della bandiera del Tennessee e i numeri sono attraversati da 6 sottili strisce gialle che ricordano le corde di una chitarra.
New Jersey Devils
I diavoli sono la terza franchigia con sede nell’area metropolitana di New York, anche se si trovano nello stato del New Jersey. Esordirono nel 1982 con un look rosso-verde-bianco, uno schema di colori piuttosto inusuale e che negli States è considerato prettamente natalizio. Lo stemma è un monogramma formato da una N e una J, stilizzato con le corna e la coda di un diavolo. Nel 1992 il verde fu sostituito dal nero, dando vita a un look più comune e consono al nome del team. Da lì in poi la maglia è rimasta uguale fino a quest’anno: rossa con spalle nere, fascia nera bordata di bianco attorno alla vita e a centro manica. Nell’anno del passaggio a Reebok, quando tutte le altre squadre organizzavano eventi per la presentazione delle nuove maglie, i Devils rilasciarono addirittura un comunicato stampa che recitava “Non organizzeremo nessun evento, dato che non abbiamo nulla di nuovo da far vedere”.
Il passaggio ad Adidas ha portato con sé un inaspettato e molto discusso aggiornamento della maglia dei Devils. In realtà circolavano voci in merito, ma i più pensavano a un ritorno del verde. Invece è scomparsa la fascia intorno alla vita, mentre quella sulla manica si è fatta più larga e di larghezza uguale per ogni colore. A essere sinceri il verde c’è, ma è relegato all’interno del colletto dove fa da sfondo all’elencazione degli anni di conquista delle tre Stanley Cup.
New York Islanders
Nonostante vantino lo stesso numero di Stanley Cup vinte ma allo stesso tempo 46 anni di storia in meno, in città gli Islanders vestono un ruolo secondario rispetto ai ben più popolari e storici Rangers. I colori sono quelli dello stemma ufficiale della città.
Lo stemma è composto da un cerchio con all’interno la silhouette di una parte dell’isola di Long Island, sopra la quale campeggiano le lettere NY che si allungano verso il basso a forma di stecca da hockey. Sotto troviamo la scritta Islanders, con la punta della I che indica l’esatto punto dove ha sede la franchigia.
Le maglie riprendono il modello dell’anno scorso, con un look molto classico con tanto di lacci.
New York Rangers
Uno degli Original Six e allo stesso tempo uno dei team più conosciuti anche al di fuori dei confini nordamericani e hockeystici, anche grazie al ruolo di prima linea che Manhattan e lo stadio di casa, il Madison Square Garden, rivestono nella cultura popolare globale e non solo sportiva.
Il look è quello delle origini: corpo blu con lettering RANGERS rosso ombreggiato di bianco in diagonale, fascia bianco-rosso-bianca sulle maniche e in fondo alla maglia. A parte un breve periodo di sperimentazione negli anni ’70 ci troviamo di fronte a un’altra maglia immutata da quasi 100 anni. Unica novità la scritta Est. 1926 all’interno del colletto, accompagnata dallo stemma.
Ottawa Senators
La franchigia attuale nasce nel 1982 ma riprende i colori e il nome dell’omonimo team che giocò nella capitale canadese dal 1917 al 1931. Il nome omaggia il Senato canadese che ha sede nella città, mentre il logo piuttosto blando dovrebbe rappresentare un generale e membro del Senato della Repubblica Romana. Lo stemma del team di inizio ‘900, invece, era una O nera con bordo bianco e rosso. Sulle maglie si sono alternati varie volte il rosso e il nero come colori primario e secondario, sempre accompagnati dal bianco e dall’oro per i dettagli.
Nonostante circolassero varie voci che dichiaravano il contrario, la maglia attuale riprende quella dall’anno scorso. In tanti auspicavano un restyling di qualche tipo, che fosse un nuovo logo, un ritorno al nero o addirittura al look a fasce orizzontali del primo team. Il design non è tra i più amati della NHL, nonostante il team sia uno tra quelli con maggior seguito. Il corpo è interamente rosso con il nero rilegato alla parte inferiore e finale della manica, accompagnato da un riquadro bianco al centro di quest’ultima. Sulle spalle troviamo uno stemma alternativo “throwback”, raffigurante lo stemma del team precedente su sfondo biancorosso.
Philadelphia Flyers
I Flyers nascono nel 1967 optando per un’identità disegnata da zero, nonostante la città avesse ospitato diversi team hockeystici in passato, anche in NHL. Il nome fu scelto sulla base di un concorso di idee aperto al pubblico, mentre i colori sono un mix tra quelli dell’università frequentata dal fondatore e quelli dei defunti Philadelphia Quakers. Il nome Flyers fu scelto per l’allitterazione con Philadelphia e per evocare la velocità del gioco. Lo stemma è astratto e minimalista: una P alata nera con un puck stilizzato arancione al centro.
Le maglie sono da sempre arancioni con una grossa striscia bianca che corre lungo la parte superiore della manica fino a chiudersi prima del bordo manica nero, con l’intenzione di rappresentare delle ali. Sotto lo stemma frontale troviamo un’altra fascia bianca. Philadelphia è l’unico team che utilizza colori a contrasto per la placca che contiene il nome del giocatore: placca bianca con scritta nera sulla maglia arancione e bianco su nero su quella bianca.
Pittsburgh Penguins
Il team nel quale gioca Sydney Crosby, considerato da buona parte degli esperti il miglior giocatore del momento, ha appena vinto la Stanley Cup per due anni di seguito. Allo stesso tempo è la franchigia, Original Six escluse, ad averne vinte di più. Il nome Penguins venne scelto nel 1967 per onorare lo stadio nel quale sarebbe andata a giocare la neonata franchigia, soprannominato igloo per via del suo aspetto esteriore. Lo stemma è un pinguino con i pattini e una stecca su un triangolo giallo (il centro di Philly è soprannominato “The Golden Triangle”). Le maglie dei primi anni riprendevano il tema “artico” utilizzando blu scuro, blu chiaro e bianco con il pinguino al centro (ma sempre su triangolo giallo). Unica eccezione la maglia della prima stagione, sulla quale campeggiava la scritta diagonale “Pittsburgh” in blu, perché l’allora amministratore generale riteneva ridicolo lo stemma del pinguino. Nel 1980 i colori della maglia diventarono il nero e il giallo della città per uniformare il look a quello delle altre squadre sportive di Pittsburgh. Una mossa mai perdonata dai giallo-neri originali, i Boston Bruins.
Dal 2002 in poi il giallo è diventato oro e la maglia ha sperimentato utilizzando look più moderni e tondeggianti, ma dall’ultima stagione è tornata la maglia nero-giallo-bianca con fasce dal look più tradizionale e lineare. Lo stesso disegno sarà utilizzato anche quest’anno.
San Jose Sharks
I finalisti dell’anno scorso sono conosciuti principalmente per due cose: la bocca dello squalo dalla quale escono i giocatori a inizio partita con le note di “Seek and Destroy” dei Metallica a fare da sfondo e il colore atipico ma molto apprezzato della loro maglia. L’azzurro/verde acqua richiama il colore dell’Oceano Pacifico nella baia di San Francisco e del cosiddetto triangolo rosso, densamente popolato da squali bianchi e ripreso nello stemma, uno dei più amati tra quelli non tradizionali. Le rifiniture sono nero-bianco-arancione.
Dal restyling del 2013 lo schema della maglia è rimasto uguale, paradossalmente semplice e tradizionale per un team così giovane: base color oceano e fascia con i colori secondari sulle maniche. Prima del 2013 c’erano un’ulteriore fascia intorno alla vita e le spalle erano colorate di nero. La decisione di togliere questi particolari fu giustificata col fatto che il colore e lo stemma sono talmente carichi di personalità da non aver bisogno di ulteriori dettagli, scelta che personalmente condivido in pieno. L’interno del colletto è impreziosito dalla scritta “This is sharks territory”, mentre sulle spalle troviamo per la prima volta il logo secondario nuovo, una versione ridotta di quello principale.
St. Louis Blues
Il nome della squadra è omonimo al titolo della canzone “Saint Louis Blues”, uno dei pezzi jazz più popolari di sempre e allo stesso tempo inno ufficiale della franchigia del Missouri. Nonostante sia il team più anziano tra quelli che non hanno mai vinto una Stanley Cup, è tra i più seguiti del campionato, con percentuali di presenze che in alcuni anni hanno sfiorato quelle dei mostri sacri del nord. Lo stemma riprende il tema musicale ed è un altro ottimo esempio di sintesi e identità: una nota musicale con la coda che ricorda allo stesso tempo un’ala piumata e un pentagramma. Il colore principale è naturalmente il blu del nome, accompagnato da dettagli blu navy, gialli e bianchi.
Il corpo della maglia è blu con al centro lo stemma in blu navy e bordo giallo. Tutte le estremità della maglia (colletto, spalla, fine manica, fondo) sono blu navy. In ognuna di queste sezioni le due tonalità di blu sono separate da una fascia bianca e una gialla. L’interno del colletto presenta una grafica ripresa dalla bandiera della città.
Tampa Bay Lightning
I Lightning sono poco fantasiosamente soprannominati col sinonimo Bolts . I nomi sono dovuti al fatto che durante l’estate la regione di Tampa è quella che registra il maggior numero di fulmini in tutti gli States. Lo stemma, blu o bianco a seconda che si giochi in casa o in trasferta, ritrae una saetta all’interno di un cerchio. Agli esordi i colori erano nero, blu, argento e bianco, una combinazione inedita e di grande effetto sul ghiaccio. Il restyling del 2011 ha completamente cancellato il nero e l’argento, anche se poi il nero è tornato, ma rilegato ai contorni dei numeri e dei nomi dei giocatori.
La maglia è blu con fascia bianca intorno alla vita e alle maniche. Se fosse l’unica maglia di questo genere nel campionato potrebbe essere considerata una perla di semplicità e design, ma questo non è possibile quando giochi nello stesso campionato e addirittura nella stessa divisione dei Toronto Maple Leafs, che hanno una maglia uguale da quasi un secolo. I Bolts sono sicuramente tra le squadre che avrebbero maggior bisogno di vivacizzare il loro look. L’aggiunta di un altro colore, come potrebbe essere il nero delle origini, aiuterebbe senza dubbio.
Toronto Maple Leafs
Veniamo all’ultimo degli Original Six, che quest’anno ha compiuto 100 anni. Il secondo team di maggior successo della storia della NHL dopo gli arcirivali di Montreal, pur non vincendo un titolo dal lontano 1967. Inizialmente erano i Toronto Arenas, ma dopo soli due anni diventarono i Toronto St. Patricks in onore della crescente comunità irlandese della città. Nel 1927 il team fu salvato sull’orlo del fallimento dal magnate Conn Smyth, che li rinominò in Maple Leafs. Lo stemma è appunto una classica foglia d’acero, simbolo canadese per antonomasia da ben prima che comparisse sulla bandiera di stato nel 1965. I colori sono ufficialmente il blu del cielo e il bianco della neve. L’unica incarnazione del team a giocare con una maglia di colori diversi fu quella dei St. Pats, i cui colori erano il verde d’Irlanda e il bianco, colori ripresi nella maglia throwback della scorsa stagione.
Da quando il team ha preso il nome di Maple Leafs la maglia è sempre stata blu con dettagli bianchi. Tuttavia, al contrario degli altri Original Six, la disposizione di strisce, fasce e dettagli ha subito numerose modifiche, ma senza mai discostarsi troppo da un look sobrio e tradizionale. Dall’anno scorso la maglia è molto simile a quella dell’esordio con il nuovo nome: una fascia bianca intorno alla vita e un’altra doppia fascia più sottile a centro manica. Il colletto blu con retro bianco è “chiuso” dai classici lacci bianchi, mentre l’interno è caratterizzato dalla scritta “Honour. Pride. Courage.”
Vancouver Canucks
Vancouver è forse la franchigia che ha sconvolto più spesso la propria identità estetica pur mantenendo sempre lo stesso nome. Il nome omaggia John Canuck, personaggio che rappresenta il Canada nelle personificazioni nazionali tipiche delle vignette politiche del diciannovesimo secolo (una sorta di Uncle Sam canadese). Il look originale riprendeva i colori ufficiali della città (bianco e verde) con uno stemma che rappresenta una pista di pattinaggio con una stecca all’interno. Seguirono gli anni del giallo, rosso e nero, tristemente famosi per quella che è unanimemente considerata una delle maglie più brutte della storia dello sport e per lo stemma conosciuto con gli appellativi poco affettuosi di “Flying Skate”, “Spaghetti plate” e “Star Wars Logo”. Nel 1997 si decise di rifare tutto quanto: stemma nuovo con un’orca in stile nativo Haida che esce da una C e colori blu, blu navy, granata e argento.
Dall’anno del passaggio a Reebok sono tornati i colori e il design tradizionale della maglia delle origini, tuttavia con il nuovo stemma a forma di orca adattato al cambio cromatico. Lo stemma originale torna ma solo sotto forma di logo secondario sulle spalle.
Vegas Golden Knights
La neonata franchigia di Las Vegas debutterà sul ghiaccio quest’autunno con un inedito look medievaleggiante. Lo stemma ritrae l’elmo di un cavaliere, la cui apertura forma una V, su uno scudo nero. Sullo stemma secondario troviamo due spade incrociate con al centro la stella del celebre cartello di benvenuto “Welcome to Fabulous Las Vegas”. La scelta dei colori inusuali è giustificata dalla volontà di distinguersi nettamente dagli altri team.
La maglia è grigio acciaio con dettagli in oro, nero e rosso. Ai colori inconsueti si contrappone un design della maglia piuttosto tradizionalista, con grosse fasce sul fondo maglia e sulla parte superiore delle maniche. Lo scudo dello stemma e le fasce dorate sono impreziositi da decorazioni in rilievo che ricordano gli stemmi araldici medievali.
Washington Capitals
Come suggerito dal nome, i Capitals sono il team della capitale degli Stati Uniti. Tutta l’estetica del team è improntata su temi patriottici, a partire dai colori che riprendono quelli della bandiera americana. Lo stemma è composto dalla scritta Capitals in blu navy, con la t che forma una stecca da hockey. Sopra la scritta ci sono tre stelle rosse come nella bandiera del District of Columbia.
La maglia attuale presenta un look tipico degli anni 2000, moderno ma lontano dalle stravaganze del decennio precedente. Il corpo è rosso con dettagli blu e bianchi sparsi: fianchi blu, sottomanica bianco, strisce sottili blu intorno alla vita e lungo la manica. L’ingegnoso stemma secondario sulle spalle ritrae un’aquila con le ali spiegate a forma di W, con gli spazi vuoti sotto di essa che formano la silhouette del Campidoglio. In generale la maglia di Washington sembra aver fatto il suo tempo e un restyling sarebbe ben gradito da buona parte dei tifosi, che vedrebbero volentieri almeno il ritorno delle stelle sul petto come nelle maglie dei primi anni.
Winnipeg Jets
I Jets nacquero nella stagione 2011-12 in seguito al trasferimento degli Atlanta Thrashers. In realtà un team dal nome uguale militò in NHL già in precedenza, dal 1972 al 1996, e il nome fu scelto proprio per omaggiare questa squadra. L’immagine è completamente ispirata al tema dell’aeronautica militare canadese, che ha una base nella città del Manitoba. Lo stemma è praticamente la coccarda della Royal Canadian Air Force sovrastato dal modello canadese del cacciabombardiere americano F/A-18 Hornet.
La maglia è blu notte, celeste, argento e bianco ed è costruita in modo da richiamare le uniformi di servizio della RCAF, che hanno gli stessi colori. In particolare le due fasce bianche bordate di celeste rimandano ai distintivi di grado sulle maniche delle suddette uniformi. Lo stemma alternativo sulle spalle è ispirato agli stemmi tipici dell’aeronautica, con l’aggiunta di due stecche incrociate e una foglia d’acero.