Partiamo ad analizzare e confrontare i modelli del pacchetto Nike Tech Craft dall’ultima nata in casa Nike Football, la nuovissima Hypervenom II. Se ci siamo abituati ormai da un po’ di mesi a Magista e Superfly, stiamo scoprendo l’ultima Hypervenom soltanto da pochissime settimane.
Il lancio del Tech Craft ha colpito per l’unione tra innovazione e tecnologie al limite, come Flyknit e Nike Skin di nuovissima generazione. Noi abbiamo cercato di scoprire, sia paragonandole che calzandole entrambe, in che modo si differenzino e per quale motivo scegliere una invece dell’altra e quali benefici trarne. È chiaro che il presupposto di base è sempre lo stesso, siete di fronte a due prodotti di livello assoluto e le differenze sono minime in termini di qualità, ma la possibilità di scegliersi una Nike in pelle di canguro ha comunque un fascino speciale.
Per analizzare due scarpe così vicine, ma così complesse allo stesso tempo abbiamo deciso appunto di semplificarvi (e semplificarci) la vita. Non potevamo di certo analizzare la costruzione di uno e dell’altro, perchè avremmo commesso il grave errore di giudicare le due strutture, invece noi utilizziamo questi scarpini per giocare, allenarci, quindi quello che conta sono le sensazioni che ci danno indossandole e toccandole.
Hypervenom II in sintetico già ci aveva sorpreso per la struttura del Nike Skin, molto più robusto e resistente; il rovescio della medaglia è un prodotto più difficile da sformare e sicuramente con una calzata più stretta, cosa che il flywire accentua e non poco. Consigliamo infatti a tutti una mezza misura superiore rispetto alle Hypervenom I precedenti. La calzata è comoda, al tempo stesso si percepisce di avere un prodotto ben più strutturato e molto interessante è l’impatto con il pallone; infatti questo scarpino ricorda un po’ le T90 per il modo di impattare il pallone, ma al tempo stesso dona un grande controllo di palla anche se siete in corsa o su controlli aerei.
Perchè dovreste sceglierlo? Perchè è uno scarpino completo, leggero e robusto al tempo stesso, ha una zona di impatto del pallone ampia e davvero perfetta ed in più regala un gran controllo di palla. Perchè non doveste? Se cercate comfort immediato e siete troppo ancorati alle Hypervenom I forse potrebbero risultare troppo rigide e un po’ diverso l’impatto con il pallone ed il tocco, sicuramente meno simili al pellame (con le prime Hypervenom il pallone ti restava davvero attaccato al piede).
Veniamo a noi. Abbiamo lasciato l’analisi del prodotto in pelle a fine articolo, proprio perchè era importante farvi arrivare a leggere dopo aver “incamerato” tutte le informazioni del caso. Siamo di fronte ad uno scarpino quasi perfetto, perchè se pensiamo che le nuove Hypervenom II già di per se sono un prodotto ai limiti della perfezione per struttura, innovazione e robustezza, l’inserimento (anzi la fusione) della pelle di canguro è la ciliegina sulla torta.
Probabilmente dei tre prodotti in flyknit è quello che ne aveva meno bisogno, perchè il ruolo che ricopre chi usa Hypervenom è abbastanza distante dai materiali in pelle, ma fidatevi che ogni singola caratteristica, ogni singola innovazione che è presente sullo scarpino sintetico, viene amplificata all’enesima potenza sul prodotto in pelle.
Continuiamo dicendovi che fliwire, nike skin, flyknit e calzata non subiscono alcun tipo di vriazione, sono assolutamente integrati al pellame che però regala una sensazione di comfort ancora superiore. Badate bene, questo non significa assolutamente che dovrete prendere una mezza misura inferiore rispetto alla versione sintetica, ma che probabilmente il feeling con lo scarpino sarà ancora più immediato.
Perchè si? Perchè se amate Hypervenom è semplicemente un prodotto che non potete non provare. Perchè no? Se non avete la fissa per il pellame e vi piacciono i sintetici sui prodotti Nike, forse potete farne a meno, ma forse restereste sempre con il dubbio di non averle provate.