Era lo scorso 7 giugno quando il mondo del calcio italiano venne sconvolto da un vero e proprio fulmine a ciel sereno, un improvviso e impronosticabile esonero, quello… dello stemma del Pordenone! 😀
Tramite un ufficiale ma molto goliardico comunicato, il club friulano annunciava la fine del rapporto con il simbolo delle precedenti tredici stagioni: uno stemma che aveva accompagnato la squadra attraverso uno dei suoi periodi più floridi, nella risalita dall’Eccellenza alla Serie C, fino alla recente trasferta di San Siro in cui arrivò a un passo (a un rigore…) da una storica impresa, riuscendo ugualmente a far vedere alla big Inter i cosiddetti sorci ramarri verdi!
Proprio quella sfida di Coppa Italia aveva esaltato al massimo l’odierna, sfacciata e da più parti applaudita strategia social del Pordenone, che in questi ultimi mesi ha fatto guadagnare ai neroverdi un seguito anche superiore alla provincia, alla categoria, trasformandoli nella scorsa stagione e senza troppi giri di parole nella squadra simpatia di buona parte del Paese.
Una voglia di novità che ha evidentemente contagiato anche l’immagine del club, dal 2005 ancorato a uno stemma ormai improponibile nel calcio di un certo livello: un crest privo di qualsivoglia inventiva, che si limitava a ricalcare senza troppa fantasia quello all’epoca in uso dalla più blasonata Juventus (presentato casualmente appena l’anno prima). Una smaccata imitazione, che peraltro allo stesso Pordenone iniziava a provocare, con autoironia, delle serie crisi d’identità… 😕
https://twitter.com/PordenoneCalcio/status/1003668325879177218
Una situazione ahinoi comune a tante piccole e perlopiù sconosciute società di provincia, quella di replicare, anzi proprio copiare nome, colori o per l’appunto simboli di grandi squadre. Un modus operandi che se può essere tollerato tra i dilettanti, diventa invece inaccettabile in un ambiente professionistico — anche se spunta sempre l’eccezione che conferma (purtroppo) la regola.
A Pordenone i tempi erano ormai maturi, un nuovo stemma non più procrastinabile. E nella settimana seguente l’esonero, attraverso l’hashtag #PordeNew i profili social neroverdi sono stati intasati da numerosi e quotidiani aggiornamenti sul da farsi, da proposte tra il serio e il faceto, da ironici teaser che, se da una parte cavalcavano l’onda di quella comunicazione virale che ha fatto balzare i ramarri alla ribalta, dall’altra accrescevano l’attesa circa questo importante redesign.
https://twitter.com/PordenoneCalcio/status/1004728378367397888
Stemma Pordenone 2018
Un’attesa che ha avuto termine il 12 giugno, con lo svelamento delle nuove insegne neroverdi. Il claim «Inizia una nuova storia» scelto per l’occasione, ben si presta a introdurre un segno grafico assolutamente distante dal passato; ciò nonostante, nella sua ideazione è ravvisabile l’intento di non dimenticare le proprie origini, di fondere la tradizione all’innovazione, di lanciarsi nel futuro senza dimenticare il passato.
Se tra gli obiettivi c’era lo stupire con qualcosa di sorprendente, una netta cesura col passato, bé questo è stato raggiunto decisamente! 😯 Se c’era anche la volontà di staccarsi da facili imitazioni… malignando, forse si poteva osare un po’ di più: la grafica flat adottata, nonostante sia un must di questi tempi, pare rimandare ancora una volta alla Juventus e al suo ultimo, rivoluzionario logo; così come la forma adottata, uno scudo a cinque lati, sembra quasi figlia di quel famigerato forchettone che per anni ha fatto penare l’Italia intera…
Seriamente, al netto di queste soggettive opinioni, il nuovo stemma del club friulano si presenta moderno ed essenziale: semplificando, al passo coi tempi. Solo i due colori sociali, il nero e il verde, trovano spazio in uno scudo che, attraverso il suo disegno, vuole esplicitare il forte legame tra le due anime del territorio.
Una grande «P» stilizzata, iniziale del Pordenone e di Pordenone, rappresenta il fulcro di un logo che fonde la squadra con la città, grazie all’ulteriore citazione di alcuni fregi dello stemma comunale — quest’ultimo un dettaglio già presente nei più recenti crest neroverdi —: nella parte inferiore dello scudo, sapientemente stilizzati (forse pure troppo…), troviamo infatti i due battenti aperti della porta cittadina, attraversata dalle onde del fiume Noncello.
Ne vien fuori un logo indubbiamente pordenonese, indubbiamente d’impatto. Nel bene e nel male, dato che fin dalla sua ufficializzazione, i tifosi dei ramarri si sono equamente divisi tra entusiasti e detrattori, com’è prassi di fronte a un simbolo tanto coraggioso sul piano grafico.
Uno stemma che, modesto parer mio, ha il suo unico e grande difetto nell’essere, paradossalmente, completamente in linea con il design contemporaneo, calcistico e non: un tratto minimal che lo rende oggi fresco e innovativo, ma che col passare degli anni — e delle mode — rischierà di invecchiare molto precocemente. Quando al contrario, per la sua innata riconoscibilità, un logo dovrebbe essere concepito fin dal principio, con l’obiettivo di farlo vivere il più a lungo possibile.
Ma forse ci stiamo spingendo troppo in la, con lo sguardo… quel che conta è adesso, con uno stemma che pare manifestare roboantemente il dinamismo dell’attuale Pordenone: un logo, una squadra, entrambi memori del loro passato, ma oggi intenti a proiettarsi verso un futuro da protagonisti. Stavolta non solo sul web, stavolta anche in campo. 😉
Photocredits | Pordenone Calcio