Oggi è un giorno importante per i tifosi del Manchester City, la società mancuniana infatti ha deciso di svelare al mondo il nuovo stemma ufficiale durante il Boxing Day, il giorno più atteso del calendario calcistico britannico.
Un lungo lavoro cominciato a settembre, quando il Manchester City ha iniziato a consultare i propri tifosi attraverso una serie di sondaggi presso lo stadio Etihad. Risultato: in molti hanno chiesto a gran voce il ritorno allo storico stemma di forma circolare, abbandonato in favore dell’attuale nel 1997 a causa di non precisati problemi di copyright.
Una leggenda metropolitana voleva che quello stemma, tanto amato e mai dimenticato, fosse, per chissà quale scherzo della giurisprudenza britannica, nelle mani di un certo Eddie Phillips, ex proprietario del vecchio negozio di souvenir del club, ubicato, fin dagli anni Settanta, accanto a quel Maine Road Stadium che fu la casa dei Citizens dal 1923 al 2003.
Eddie Phillips chiuse il proprio esercizio nel 1994 ed il cambio di stemma appena tre anni dopo alimentò la voce che ne fosse il vero proprietario, in realtà egli era semplicemente l’unico autorizzato a riprodurlo sul merchandising, stando a ciò che ha dichiarato lo stesso Phillips proprio in questi giorni. La confusione, forse, sarebbe derivata dall’assunto che, al contrario, egli detenesse pieni diritti sul logo del centenario, in virtù del fatto che ne fosse l’autore diretto, per il resto, come precisa ancora il caro Eddie, la società sarebbe stata libera di fare del proprio stemma ciò che meglio avesse creduto.
Ad ogni modo, dopo mesi di preparazione e chiarimenti, nulla sembrava potesse rovinare l’attesa per il nuovo logo, ma a volte il diavolo ha un colore diverso da quello dei cugini di sponda United. È stato così che i grigi burocrati dell’ufficio brevetti, a cui era stata sottoposta la pratica di registrazione e che evidentemente non avevano mai letto l’Oxford Dictionary fino alla parola “surprise”, hanno rovinato clamorosamente la festa pubblicando il marchio sul proprio sito qualche giorno prima della presentazione ufficiale.
Lo stemma del Manchester City
Lo stemma del ’97, contenente l’aquila e le controverse tre stelle, anche se ad oggi potrebbe essere accostato ai successi degli ultimi anni, non è stato sempre gradito dai tifosi i quali non dimenticano come quel cambiamento accompagnò il periodo più fosco dell’MCFC, che nella stagione 1997-98 toccò il punto più basso della propria storia precipitando in terza divisione.
Il primo stemma ufficiale del City apparve nel ’64, fino ad allora, per settant’anni, era stato utilizzato lo stemma civico, che ha continuato comunque ad accompagnare le maglie nelle finali di FA Cup dal 1926 al 2011. Tutti i successivi stemmi degli Sky Blues sono ispirati all’arma comunale e per capirli, quindi, conviene spiegare questa.
La base dello scudo è rossa, con tre bande diagonali dorate a rappresentare i tre fiumi cittadini: il Medlock, l’Irwell and l’Irk. Il capo dello scudo raffigura invece una nave in movimento, in riferimento alla natura commerciale della città e al canale marittimo di Manchester. Al di sopra dello scudo, in cima ad un elmo posto di tre quarti , compare un globo con delle api, simbolo della laboriosità industriale su scala mondiale. Da notare che oggigiorno l’ape è usata come emblema abbreviato della città.
Ai lati dello scudo compaiono due animali a supporto, un’antilope bianca con una catena, simbolo dell’industria ingegneristica, ed un leone con una corona turrita, ad indicare l’antico forte romano di Mancunium da cui trae origine la città. Entrambi gli animali sono adornati dalla rosa rossa dei Lancaster, segno di appartenenza ai territori della storica casata, di cui la città ha fatto parte fino al 1974, anno del riordino geopolitico che ha scorporato il sud-est Lancashire ed il nord-est Cheshire per formare la contea metropolitana della Greater Manchester.
Lo stemma del ’97 aggiunge altri elementi fino ad allora estranei: l’aquila, che rappresenterebbe le origini romane della città e che fu utilizzata anche nel 1958 sullo stemma cittadino (subito rimosso) per raffigurare la crescente industria aeronautica, e le stelle, che invece hanno scopo puramente decorativo, mentre il motto, ai piedi dello scudo, recita “Coraggio nella Battaglia” e non ha legami con la storia del club o della città.
Per completezza d’informazioni riportiamo che, precedentemente al 1894, invece, quando la squadra fu fondata sotto il nome di St. Mark’s West Gorton nel 1880, e nel 1887, quando cambiò nome in Ardwick Association Football Club, le compagini sfoggiavano rispettivamente una croce patente ed uno scudo inquartato, biancoceleste, con i due colori disposti a scacchiera e le iniziali del club, AAFC, distribuite una per quarto.
La City Football Group
Il Manchester City, come molti già sapranno, è di proprietà della City Football Group, una holding finanziaria fondata con l’intento di creare un network di squadre sotto l’egida del Manchester City. Attualmente il gruppo, oltre a detenere il 100% del City e del Melbourne City, controlla le quote di maggioranza del New York City FC (80%, il restante 20 è degli Yankees) e, attraverso quote di minoranza, rientra anche tra i proprietari della giapponese Yokohama F. Marinos (80% Nissan, 20% City Football Group).
Il nuovo logo, oltre che ricucire uno strappo con il passato del club, quindi, ha anche il compito evidente di riportare i mancuniani in linea con l’estetica del gruppo finanziario. Le squadre “sorelle” New York City FC e Melbourne City FC, infatti, già presentavano un’estetica coordinata a cui si sottraevano finora solo i Cityzens.
Con il restyling possiamo quindi dichiarare abbattuto anche questo divario, il City è tornato al vecchio logo, di quando aveva un’unico negozio di souvenir accanto allo stadio, anche se ora, meno di 20 anni dopo, rappresenta l’avanguardia del calcio moderno comprese tutte le relative perplessità.