Il Queens Park Rangers ha presentato il nuovo stemma ufficiale dopo un intenso periodo di consultazione con i propri tifosi che ha occupato ben 6 mesi, un arco di tempo durante il quale è stata rianalizzata l’estetica del club lungo l’intero corso della propria storia.
Il marchio sfoggiato fino ad ora, in uso dal 2008, era stato introdotto nel periodo Briatore-Ecclestone e riprendeva lo scudo fasciato in uso nel decennio ’72-’82, con l’aggiunta di svolazzi ed un pallone a mo’ di elmo con tanto di corona.
Una vera e propria rappresentazione araldica che aveva accantonato, però, il monogramma QPR il quale, comparendo già da solo sulle maglie fin dal ’75, nel tempo era riuscito a sedimentarsi in un intreccio tanto raffinato da divenire, nel 1982, l’unico e principale simbolo del sodalizio di Loftus Road.
Prima del 1972 la squadra aveva utilizzato uno scudo partito rossoblù con uno scaglione verde, molto particolare, caratterizzato da due croci, una conchiglia e tre ferri di cavallo: lo stemma del Sobborgo Metropolitano di Hammersmith (Metropolitan Borough of Hammersmith), prima che questo fosse abolito, nel 1965, per diventare la parte settentrionale del più ampio Sobborgo Londinese di Hammersmith and Fulham (London Borough of Hammersmith e Fulham). Questo scudo, tuttavia, comparve sulle maglie, all’epoca total white, solo fino al ’59 dopodiché piombò nell’oblio.
Il sondaggio per il nuovo logo
Tornando ai sondaggi, a quanto pare, al termine della prima tornata i supporter sono risultati talmente affezionati al monogramma che nelle consultazioni successive sono stati chiamati a scegliere tra quattro bozze, per meglio orientare quello che sarebbe diventato, di fatto, un attento restyling, rifinito in seguito da un lettering artist.
Il nuovo marchio, ad ogni modo, non ha trascurato di utilizzare anche un elemento dell’ultimo simbolo, il carattere delle scritte sulla circonferenza è infatti lo stesso dello stemma appena lasciato.
Questo del QPR è un ottimo spunto per riflettere sulla necessità di fermarsi a riguardare la propria storia per mettere ordine nella propria identità, d’altronde lo stemma dice chi sei, è il tuo marchio e contrassegna ciò che ti appartiene.
Un modello a cui molte squadre dovrebbero prestare attenzione, specialmente nelle serie minori, a prescindere dalle eventuali spinte del marketing.