L’ultima giornata di Serie A è balzata agli onori delle cronache per le discutibili maglie utilizzate da alcuni club. Programmi tv e testate giornalistiche hanno sollevato una serie di critiche e discussioni, cosa rara quando si parla di maglie, di cui alcune sono condivisibili, altre non ci trovano d’accordo.
Le squadre che hanno generato scalpore sono state Juventus, Parma, Cesena e Lazio, scese in campo con divise lontane dai colori societari. Non bisogna però commettere l’errore di mettere sullo stesso piano la situazione di tutti i quattro club.
Lazio e Cesena hanno usato legittimamente in trasferta le rispettive maglie alternative, bordeaux per gli uomini di Pioli, rosa in memoria di Marco Pantani per i romagnoli. Colori sicuramente inusuali, lontani dalla tradizione, ma non per questo da condannare finchè si parla di seconde e terze maglie.
Ben peggiori sono state le scelte cromatiche di Juventus e Parma, entrambe prive dei propri colori, le quali hanno dato vita a un incontro irriconoscibile con la Juventus in blu away e il Parma in verde per omaggiare lo sponsor Folletto.
A fare cattiva compagnia al match dello Juventus Stadium si è aggiunto in serata il confronto tra Roma e Torino, con i giallorossi inopinatamente in campo all’Olimpico con il completo marrone scuro ed i granata in bianco. Se per la Juventus l’utilizzo in casa della maglia da trasferta è ormai una cattiva consuetudine, preoccupa la scelta della Roma, che nella storia recente, andiamo a memoria, non aveva mai rinunciato alla prima divisa davanti ai suoi tifosi in campionato.
Una tendenza nefasta, portata avanti anche dal Napoli negli ultimi anni con le molteplici partite giocate senza la classica divisa azzurra, che sacrifica la tradizione al cospetto di presunte scelte di marketing o futili scaramanzie personali. Tutto ciò è decisamente peggiore di seconde o terze maglie dai colori insoliti.