Nike Hypervenom è stata una delle scarpe più discusse e poi amate degli ultimi 24 mesi.
Quello che un prodotto come questo ha portato nei campi di gioco è stato sicuramente qualcosa che fino a quel momento non si era ancora visto, nonostante tutte le grandi innovazioni che si sono “rivelate” successivamente, e che abbiamo testato ai nostri e vostri piedi.
Ovviamente, da buoni consumatori, avevamo delle “pecche” che volevamo fossero migliorate e risolte, perchè se ti trovi bene con un prodotto, hai poi la pretesa che possa diventare perfetto in tutto. Chiedevamo troppo?
Hypervenom è sempre stata impressionante per calzata e incredibile elasticità nella tomaia, che rendeva unico portare ogni atleta ad avere uno scarpino perfettamente modellato sul proprio piede. La pecca era sicuramente nella durata, perchè lo scarpino, nonostante una cura maniacale, ha sempre avuto problemi di durabilità e la tomaia si consumava davvero troppo facilmente. Le segnalazioni sono di sicuro arrivate a Nike, che infatti ha aggiornato il Nike Skin e la struttura della tomaia stessa, proprio per garantire una migliore performance, ma lavorando anche sulla robustezza della medesima.
Nello specifico, il nuovo Nike Skin (e per il momento ci soffermiamo sulla versione Phantom “alta”) non è più formata dalla tomaia porosa a “nido d’ape”, bensì ci troviamo di fronte ad un prodotto molto cambiato nella struttura, ma incredibilmente ancora più votato all’agilità, alla capacità di seguire i movimenti naturali del piede, inserendo la tecnologia Flyknit del Dynamic Fit Collar e, per non farsi mancare nulla, pure il Flywire lateralmente, così da regalare una calzata unica.
Il nuovo Nike Skin (che troviamo anche nella versione Phinish) è formato appunto da questa nuova versione di Flywire, che (come vi abbiamo già anticipato il giorno della presentazione), è stato inserito vedendo esattamente dove il piede si muoveva e creava “punti di rottura” facendo indossare delle calze imbevute di colore e facendo muovere l’atleta.
Dove si formavano i segni bianchi ed il colore si interrompeva, era li che il piede si fletteva maggiormente e dove era giusto far lavorare il flywire. Segno evidente che nulla è lasciato al caso.
Altra curiosità sulla tomaia, avete notato come nella parte frontale ci sia un “intagliatura” che crea dei rilievi; bè non è solo un fattore estetico, bensì un nuovo modo di “microtesturizzare” la tomaia, proprio per donare all’atleta un tocco di palla ancora più di livello superiore. Altro punto a favore della nuova Nike Skin è proprio la sensazione di robustezza e resistenza che si ha prendendole in mano, questo dovrebbe garantire un usura davvero ridotta, rendendo felici gli acquirenti Hypervenom II.
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