Il calcio è davvero uno sport meraviglioso. Molte volte diamo sempre tutto, troppo per scontato. La realtà è che sognare non costa nulla, ed allora ci ritroviamo con il Leicester City primo nel campionato più ricco e competitivo del Mondo, con un allenatore italiano (Ranieri) che nessuno voleva più e soprattutto due veri talenti che fino a pochi mesi fa non avreste messo titolari neanche alla playstation.
Inutile nascondersi, adesso iniziano a conoscerli tutti; il primo è Jamie Vardy, attaccante un po’ vecchio stile un po’ innovativo che unisce un fiuto del goal pazzesco ad una grande atleticità. Il secondo è esattamente l’opposto, un lungagnone magrissimo, ma dal mancino fatato che fa diventare oro tutto ciò che tocca, Riyad Mahrez.
Parleremo singolarmente delle loro storie, ma una cosa ci ha colpito da veri fanatici degli scarpini da calcio, nonostante la grande diversità nel modo di giocare, entrambi indossano Nike Hypervenom. Un caso?
Riyad Mahrez nasce calcisticamente in Francia, nelle periferie di Parigi. E’ li che sviluppa le skills più importanti che oggi ammiriamo nei campi più noti d’Inghilterra. Dribbling secco e perfetto anche negli spazi più stretti, incredibile la facilità di calcio.
Però all’inizio Riyad era bollato, probabilmente troppo frettolosamente, perchè esile, troppo magro. Per questo la sua grande voglia di realizzare il sogno che suo padre (scomparso in maniera prematura quando aveva soli 15 anni) aveva da sempre, è stata più forte di ogni etichetta. Oggi ammiriamo un talento vero, di quelli che se ne vedono sempre più di rado, con il suo fare spensierato ed un po’ “ciondolante” in campo, ma terribilmente efficace. Il suo ultimo goal contro il Chelsea è da copertina, chiedere ad Azpilicueta…
Non è tanto il fatto di aver battuto un record che, per quanto bello e che inorgoglisce, non consegna alcun trofeo. Non è tanto l’aver battuto una star come Ruud Van Nistelrooy (giochi del destino proprio con un goal al Manchester United). E’ il fatto di aver inviato un messaggio chiaro e forte a tutti coloro che sudano ogni giorno nei campi di periferia, che faticano e sognano il calcio professionistico: tutto è possibile.
Partiamo dall’inizio. Bocciato dallo Sheffield Wednesday perchè “troppo basso” decide che il calcio può rimanere la sua passione, ma senza diventare un professionista. Inizia a lavorare, operaio in una fabbrica locale, la vita che molti ragazzi poco più che ventenni iniziano, tutto normale. Sì, tutto normale, però Jamie segna valanghe di goal in una specie di equivalente prima categoria italiana, nello Stocksbridge Park Steels dal 2007 al 2010, poi prosegue passando all’Halifax per 15.000 sterline. Ancora 29 reti in un campionato dilettantistico ed un altro salto, stavolta la cifra inizia ad essere importante, sono 150.000 sterline ed approda al Fleetwood Town (un equivalente Lega Nazionale Dilettanti per l’Italia).
La mossa si rivela vincente, perchè Vardy continua a segnare a valanga ed allora è costretto a mollare il lavoro di operaio; è a quel punto che arriva il Leicester che si convince a fare uno sforzo per prenderlo, sono 2 milioni di sterline, un record per quella sessione di mercato. Il resto è storia più recente, il Leicester approda in Premier e con Ranieri Jamie Vardy mette a segno almeno una rete per 11 partite consecutive, è record.
Oggi i due ragazzi terribili sono primi in Premier League e continuano a sognare. Ce lo diciamo un po’ tutti, tanto prima o poi crolleranno ed arriveranno i vari United, Arsenal, City, intanto però lassù ci sono loro a suon di goals ed assist ed immancabilmente (con caratteristiche diametralmente opposte) con ai piedi le loro affidabili Nike Hypervenom.