Uno spot di una nota carta di credito etichetta come ‘senza prezzo’ alcune esperienze della vita. Beh, sono stati necessari 610mila dollari (circa 460mila euro) per un caffè con il CEO di Apple, Tim Cook. No, non si tratta di un gioco di ruolo di una lega nerd, ma dell’epilogo di un’asta benefica a favore di un’associazione per i diritti dell’uomo conclusasi lo scorso maggio sulla piattaforma charitybuzz.com.
Organizzare aste online di beneficenza a favore di associazioni impegnate nel sociale, mettendo in palio oggetti personali dei VIP o direttamente loro stessi, è un’abitudine ormai consolidata tra le celebrità del nuovo continente. Si tratta, sicuramente, dell’ultima frontiera della beneficenza: ottenere un oggetto o un incontro famosi contribuendo attivamente a sostenere una buona causa.
In Europa non esisteva una piattaforma del genere, almeno fino a quando, lo scorso giugno, Francesco Nazari Fusetti (già creatore della community per studenti “ScuolaZoo”), Domenico Gravagno e Manuela Ravalli hanno visto il potenziale dell’iniziativa e hanno deciso di trapiantare questa idea in Italia, dando vita a CharityStars.com.
L’idea alla base del nuovo progetto è di «raccogliere fondi attraverso una piattaforma innovativa che mira a combinare i valori del mondo no profit con la flessibilità di una start-up improntata sulle nuove tecnologie», entrando in un meccanismo, quello della raccolta fondi, che risulta difficile gestire economicamente da parte delle onlus in termini di risorse extra da investire (organizzare eventi benefici può essere dispendioso da parte di organizzazioni e associazioni no profit). Lo scopo è quello di dare visibilità alle onlus, ottimizzando tempo e risorse delle raccolte fondi riducendo al minimo, o addirittura eliminando, gli sprechi derivati dagli eventi ad esse legate.
Tuttavia, non si è trattato solo di prendere spunto da un’idea: è stato necessario anche migliorarla e renderla più adeguata alle circostanze di oggi. Così CharityStars, porta in sé in due innovazioni importanti: la prima riguarda la possibilità di ricevere anche donazioni libere a favore di progetti specifici attraverso il sistema di crowdfunding; la seconda è la possibilità, non solo, di essere informati sulle aste tramite Facebook e Twitter, ma anche di seguire le attività delle celebrità e lasciare messaggi sul loro profilo charity, aggiornato con statistiche e biografia. Insomma, non solo aste ma un modo innovativo per rendere la beneficenza un fenomeno social coinvolgendo anche i donatori più giovani.
Entrare nel meccanismo di CharityStars è molto semplice. I compratori, una volta effettuata la registrazione sul sito, si troveranno davanti al meccanismo di acquisto all’inglese, vale a dire si aggiudica l’asta il miglior offerente. Sulla homepage del sito sono messe in evidenza le aste più importanti con relativa deadline per le offerte, ma è possibile visitare i profili delle celebrità che hanno aderito a CharityStars e visionare cosa hanno messo in vendita oppure accedere direttamente alla sezione dedicata. Su ogni collecting o esperienza messi in vendita è presente una scheda descrittiva e, soprattutto, il progetto o l’associazione a cui verrà il ricavato della vendita. Basta, quindi, solo cliccare e fare la propria offerta (non sono permessi meccanismi di rilancio automatico come quello di eBay).
Il vincitore dell’asta sarà poi informato via mail, la società trattiene il 15% dell’importo (quota che scende al 5% nel caso di crowdfunding) e il resto viene devoluto all’onlus beneficiaria dell’asta. Le onlus, dal canto loro, possono aderire a CharityStars gratuitamente: alcune portano direttamente il loro supporter famoso; le altre si possono affidare direttamente allo staff del sito, che contatterà il testimonial più adatto alla campagna in questione in modo da poterlo coinvolgere nel progetto.
La parte più complessa dello start-up, in effetti, è stato proprio il recruiting dei primi VIP: uno dei primi a sposare l’iniziativa è stato Francesco Facchinetti che ha messo all’asta una giornata in sua compagnia; ma anche Giorgio Chiellini, che ha messo a disposizione numerose maglie autografate e collectables sportivi. Da qui in poi, molti volti dello sport e dello spettacolo hanno aderito a numerose campagne di raccolta fondi: da Ale&Franz a Carolina Kostner; da Buffon a Gianluca Di Marzio (giornalista SkySport) e molti altri.
Attualmente, a detenere il record di donazioni, è stata la vendita della maglia indossata da Gigi Riva durante il campionato ’64-’65 battuta all’asta per 6.500 euro.
Ma siamo ancora agli albori e il progetto mira, quindi, ad espandersi cercando di oltrepassare i confini nazionali provando a coinvolgere personaggi e organizzazioni in tutto il mondo. I presupposti, in effetti, ci sono tutti: a quattro mesi dalla prima asta le donazioni – a beneficio di associazioni come Emergency, Fondazione Stefano Borgonovo, Save the children tra le più importanti – superano i 30mila euro.
Dal canto nostro, Passione Maglie vi segnalerà, di tanto in tanto, le aste più interessanti. Nel frattempo aggiungete www.charitystars.com ai preferiti perchè, anche se si possono spendere 460mila euro per un caffè con Tim Cook o chissà quanto per una pallina autografata da Nadal (asta in scadenza adesso), ciò che principalmente conta è che la beneficenza non ha prezzo.
Happy Charity !